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Elettrico

Il successo dell’elettrica “povera”

Siamo abituati a pensare all’elettrica come all’auto per pochi. Dacia Spring si sta affermando come quella per tutti

Top Gear Team
Pubblicato il: 19 mar 2022
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Lo schema mentale che ci siamo costruiti attorno all’auto elettrica è quello di una macchina spropositatamente potente, con una vagonata di coppia e dotata di batterie che potrebbero alimentare una città intera. Un concetto, diciamolo, piuttosto lontano dalla sostenibilità, nonostante le emissioni locali zero. Per fortuna sul mercato ci sono anche proposte molto più ragionevoli, sicuramente meno famose ma più vicine (prezzi a parte…) alle esigenze dell’automobilista medio. E poi c’è Dacia che, coerentemente con la propria storia, propone un modo di concepire l’elettrico che è opposto al primo: prende il nome di Spring ed un concentrato di ottimizzazione dei costi.

La ricetta è questa: prendi un’auto del Gruppo - la Renault Kwid - già venduta da anni in mercati emergenti come Brasile e India. Spogliala del motore a combustione e di tutte le parti relative e poi mettile un pacco batterie, un’unità elettrica e tutto quello che serve per far funzionare il pacchetto. Risultato: l’elettrica che costa “solo” 19.900 euro (prezzo base al netto degli incentivi) e si propone come alternativa concreta alle citycar a benzina. Certo, 19.900 euro non sono pochi per una macchina lunga 3,73 metri, che non supera i 125 km/h di velocità massima e impiega 19,1 secondi per scattare da 0 a 100 km/. Però i clienti (se aiutati economicamente) stanno dimostrando di apprezzare.

Il massimo degli incentivi

In attesa di capire cosa sarà degli incentivi per le auto elettriche, fin qui il successo della Spring è figlio anche del fatto che, in quanto elettrica economica e dalla potenza limitata (33 kW), ha dato diritto di accedere al massimo degli incentivi statali. Stiamo parlando di 6.000 euro in caso di rottamazione oppure - ma questa misura deve essere ancora approvata - del 40% del prezzo di listino per ISEE inferiori a 30.000 euro.

C’è praticamente tutto quello che serve

Il secondo punto di forza è una dotazione che il minimo indispensabile lo offre, anzi anche qualcosa in più: fra le altre cose, si possono avere navigatore, climatizzatore, alzacristalli elettrici e smartphone replication. Altra carta a favore della Spring, anche se qui entriamo nel campo del soggettivo, è il design: può piacere o meno, però è innegabilmente personale, “fresco”, moderno. Il tutto, con un’autonomia più che buona, considerato l’utilizzo prettamente urbano per il quale è progettata: 305 km in città, 230 nel misto, secondo i dati dichiarati in base al protocollo WLTP.

I numeri del successo

43.000 clienti in tutta Europa da fine marzo, 3.800 in Italia (a fine 2021): la prima elettrica di Dacia, nonché la prima elettrica davvero per tutti, ha dimostrato con la forza dei numeri di aver trovato la giusta “ricetta”. La Spring è anche la terza auto a batterie più venduta tra i privati, senza quindi i volumi garantiti dai noleggi e dalle società di car sharing.

Attenti alla sicurezza, però

Tutto bello dunque? Ovviamente, dietro alla razionalizzazione estrema dei costi non può non nascondersi qualche potenziale problema. Qualcosa scoperchiato dall’EuroNCAP (l’ente indipendente che si occupa di valutare la sicurezza, attiva e passiva, delle auto): per la Spring il giudizio è di una stella su cinque, con particolari criticità nella zona del torace e delle cosce del guidatore nell’impatto frontale. Quindi? Quindi, come vecchia saggezza popolare insegna, forse la virtù sta davvero nel mezzo: ok l’elettrica, sacrosanto non spendere troppo per l’auto, ma nemmeno troppo poco, se la sicurezza vi sta a cuore.

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