Miti da sfatare: "Le auto elettriche fanno parte di un grande complotto"

MITO: LE AUTO ELETTRICHE FANNO PARTE DI UN COMPLOTTO

Una delle obiezioni più strane ma incredibilmente frequente mossa contro le auto elettriche, soprattutto nei commenti su Internet, è che sia parte di un complotto, di una cospirazione. Secondo i commentatori web anonimi e i leoni da tastiera (o forse Trollbot), ci sono forze oscure, misteriose e malvagie che si adoperano per guidare la transizione verso i veicoli elettrici. Ma se si passano anche solo cinque secondi ad analizzare queste teorie, emerge una domanda semplice e fondamentale: perché dovrebbero?

Perché i governi dovrebbero spingerti verso i veicoli elettrici contro la volontà comune? I governi in Europa, nelle Americhe e in Giappone, con gli occhi puntati sulle prossime elezioni, hanno un bisogno quasi morboso di popolarità a breve termine. La fase iniziale della transizione ai veicoli elettrici è per molti versi impopolare e lo è soprattutto in termini di entrate: invece di erogare sussidi alle auto elettriche, sarebbe più semplice ottenere consenso riducendo le accise sulla benzina.

Veniamo allora alle Case automobilistiche. Perché dovrebbero segretamente volere un mondo di veicoli elettrici? Per il momento, le batterie vengono prodotte a costi elevati in nuove fabbriche che costano un botto. I vecchi impianti che sfornavano motori andavano più che bene, grazie. I profitti, per un po’, saranno più ridotti con le auto a batteria.

O sono le compagnie minerarie a orchestrare tutto? Sì, sono potenti e le loro miniere sono dannose per l’ambiente. Ma non sono affatto grandi e potenti come le compagnie petrolifere, per le quali la transizione energetica rappresenta una minaccia più grande per anni di profitti spettacolari.

Quindi l’impulso verso i veicoli elettrici non è una rete complicata e sinistra di complotti segreti e maligni. È un sacrificio a breve termine per ottenere un beneficio a lungo termine.

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