Autovelox, con un decreto il Governo detta le nuove regole
Gli autovelox devono contribuire a migliorare la sicurezza e non servire ai Comuni per far cassa, un principio sacrosanto. Sarà davvero così d'ora in poi?
Gli autovelox sono tra i dispostivi meno amati, la vicenda Fleximan insegna… Ora, a tutti piace dare gas (a noi per primi) ma va riconosciuto che la sicurezza viene prima di tutto e gli autovelox aiutano a far si ehm … che non si esageri. Eppure si ha la sensazione che alcuni dispositivi siano piazzati per rimpinguare le anemiche casse dei Comuni. E per questo il Governo ha pensato a un decreto che impone alcuni paletti ai sindaci. Volete sapere quali? Ve lo spieghiamo.
Autovelox, cosa cambia
Non decidono più i sindaci dove piazzare gli autovelox, l’installazione dei dispositivi di rilevazione dovrà essere approvata dal Prefetto, solo in aree in cui è documentato un alto tasso di incidenti e dove, a causa delle condizioni della strada, non è possibile la contestazione immediata. L’onere di documentare queste condizioni spetta ai Comuni.
La posizione degli autovelox dovrà essere segnalata almeno un chilometro prima sulle strade extraurbane, 200 metri sulle strade urbane ad alto scorrimento e 75 sulle altre strade. Il che offre uno spazio adeguato per rallentare…
Stop agli autovelox trappola: non sarà più possibile collocarli nei tratti con un limite inferiore di 20 km/h rispetto a quanto stabilito dal codice della strada. Esempio, su una strada extraurbana con velocità massima consentita di 90 km/h non si potranno più installare autovelox nei tratti con limite inferiore ai 70 km/h. Avete presente quando percorrete ignari con la famiglia la strada che porta al mare, sereni perché viaggiate sotto i 90 all’ora ma incappate in un autovelox in una zona con limite più basso (magari fuori da una galleria)? Non si potrà più fare.
In città non si potranno installare autovelox per limiti di velocità inferiori a 50 km/h, sarà necessaria la contestazione immediata. Questo, in modo indiretto, risponde alle polemiche sulle famigerate zone urbane con limite a 30 km/h.
Distanza minima tra gli autovelox: in base al tipo di strada (e alla velocità consentita), il decreto impone una certa distanza tra i dispositivi di rilevazione. Beh… incappare in due multe a breve distanza non fa certo piacere.
Norma salva distratti: se viene rilevato più volte nel giro di un’ora il superamento del limite sullo stesso tratto di strada si pagherà solo una multa, quella di importo più elevato, aumentata di un terzo.
Siamo salvi? Non ancora, i sindaci hanno 12 mesi per mettersi in regola
Si avete capito bene, il decreto lascia un anno di tempo per adeguare i dispositivi già installati alle nuove regole, dopodiché gli autovelox che non rispetteranno la normativa dovranno essere rimossi o adeguati. Quindi, fate attenzione: in questo lasso di tempo le infrazioni rilevate rimarranno valide e le multe si devono pagare.
E l’omologazione?
Rimane in sospeso la questione dell’omologazione degli autovelox, sollevata da una recente sentenza della corte di cassazione che ha dato ragione ad un automobilista che ha opposto ricorso. Un argomento spinoso che potrebbe portare ad una valanga di ricorsi. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini conta di metterci riparo entro l’estate, con il nuovo Codice della strada. Staremo a vedere…
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