BMW Z4 Final Edition: l’ultima roadster diventa oggetto da collezione
La BMW Z4 Final Edition celebra la roadster bavarese con finiture dedicate, sei cilindri da 340 CV e produzione limitata fino al 2026. Versione da collezione.
La BMW Z4 Final Edition rappresenta l’atto conclusivo di una delle sportive scoperte più emblematiche del marchio, un tributo a oltre vent’anni di tradizione roadster che ha contribuito a definire il concetto di puro piacere di guida in chiave moderna. È una serie speciale prodotta per un periodo limitato, disponibile con ordinazioni a partire dalla fine di gennaio 2026, destinata agli appassionati che desiderano assicurarsi una delle ultime espressioni della biposto tedesca prima della cessazione produttiva programmata per marzo 2026.
Proposta esclusivamente sulla versione top di gamma BMW Z4 M40i, la Final Edition non modifica l’architettura meccanica della vettura, ma introduce un insieme di contenuti estetici, materici e stilistici sviluppati per enfatizzarne l’identità. Il tratto distintivo più immediato è la verniciatura Frozen Matt Black, riservata unicamente a questa edizione celebrativa: una finitura che valorizza superfici, proporzioni e tensioni di carrozzeria, esaltando l’equilibrio estetico tra cofano allungato, passo compatto e fiancate scolpite. La combinazione con gli elementi esterni M High-gloss Shadowline conferisce un contrasto visivo deciso e sofisticato, mentre l’impianto frenante M Sport con pinze rosse lucide aggiunge una nota tecnica e sportiva perfettamente coerente con il carattere della vettura. Chi desidera un approccio più personale può comunque scegliere, senza costi aggiuntivi, una delle altre tinte previste nella palette del modello.
BMW Z4 Final Edition: interni dedicati, motore da 340 CV
L’abitacolo interpreta la stessa filosofia: le cuciture rosse a contrasto percorrono plancia, pannelli porta, tunnel centrale e sedili sportivi M in pelle Vernasca/Alcantara, creando un fil rouge visivo progettato esclusivamente per la BMW Z4 Final Edition. Il volante M in Alcantara, anch’esso impreziosito da cuciture coordinate, amplifica la sensazione di controllo diretto sulla vettura e richiama l’ambiente delle competizioni. Non mancano dettagli evocativi, come le soglie battitacco con incisione dedicata, pensate per identificare immediatamente la natura limitata della serie. In Italia, il pacchetto Final Edition viene proposto a 4.400 euro.
A mantenere intatta l’essenza del modello è il sei cilindri in linea da 340 CV, un’unità che celebra una delle firme tecniche più riconoscibili del marchio BMW. Fluido, robusto e caratterizzato da un’erogazione piena ai regimi intermedi, questo motore garantisce prestazioni di riferimento nel segmento, confermando la vocazione dinamica della roadster grazie anche alla distribuzione dei pesi perfettamente bilanciata e all’impostazione di trazione posteriore. La variante BMW Z4 M40i con Final Edition riporta valori di consumo WLTP compresi tra 8,7 e 8,0 l/100 km ed emissioni di CO2 tra 197 e 181 g/km (classe CO2 G).
La rilevanza di questa serie speciale non risiede solo nell’unicità dell’allestimento, ma anche nel suo ruolo storico. La Z4 nasce nel 2002 come erede della Z3 e, generazione dopo generazione, evolve tecnicamente e stilisticamente. La prima serie si fa ricordare per rigidità torsionale e proporzioni scultoree; nel 2008 debutta la seconda generazione con hardtop ripiegabile elettroidraulico, soluzione allora inedita nel segmento; la terza serie, presentata nel 2018 a Pebble Beach, torna alla capote in tessuto per ridurre peso e recuperare l’autenticità della guida open-top. Attraverso tre decadi e modelli iconici come BMW 328 Roadster, BMW 507 e BMW Z8, la Z4 si inserisce in una tradizione di sportive a cielo aperto che ha contribuito a formare l’identità stessa del costruttore.
Proprio per questo, la BMW Z4 Final Edition assume un valore simbolico e collezionistico: non è solo l’ultima opportunità di acquistare la roadster bavarese, ma anche un oggetto destinato a rappresentare un’epoca in cui la guida emozionale, il sei cilindri e la connessione fisica con la vettura restavano al centro dell’esperienza automobilistica.
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