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Dacia Manifesto: guarda lontano, oltre le dune

Non entrerà in produzione, ma merita comunque attenzione, perché alcuni suoi elementi torneranno sui modelli di serie.

Top Gear Team
Pubblicato il: 17 set 2022
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Che cosa potrebbe succedere se condensaste tutto ciò che vi piace delle Dacia - come un look massiccio, interni essenziali e divertimento senza fronzoli - in un'unica concept car non destinata alla produzione? La risposta potrebbe essere molto simile alla Dacia Manifesto che vedete qui, un'adventure buggy dall'aspetto unico. Meglio ribadirlo subito: la Manifesto non diventerà mai un'auto di serie.Tenendo fede al suo nome, fa appunto da manifesto programmatico del marchio. Avete pensato davvero che i grandi capi della Renault - che hanno in mano le redini della Dacia - potessero approvare una scalatrice di dune senza porte né parabrezza per il brand low-cost del Gruppo?

Non si farà, però...

La Manifesto è davvero interessante, con i suoi grossi pneumatici senz'aria e un sacco di plastica grezza sui passaruota e nella parte bassa della carrozzeria. A proposito di plastica, va precisato che si tratta del nuovo materiale chiamato Starkle. Il nome deriva dall'aggettivo stark, che in inglese sta per brullo e spoglio, ma dietro nasconde tanta attenzione all'ambiente. È infatti ottenuto da plastiche riciclate e rilavorate per dar loro nuova vita, con una finitura superficiale unica. Ne risentiremo parlare presto, perché sarà impiegato sulla nuova Duster, nel 2024, e sulla versione definitiva della Bigster, in calendario per il 2025. Vedremo altro della Manifesto su strada? Ebbene sì: guardate la plancia e noterete che non c'è alcun sistema d'infotainment. L'idea della Casa è di permettere a ogni cliente di utilizzare il proprio smarphone e di fornire casomai più servizi avanzati. E non è tutto: c'è anche un sistema inedito battezzato YouClip che può essere sfruttato per montare in modo modulare una serie di accessori interni.

Tante belle idee

Che cosa resterà invece un esercizio di stile? Le gomme senz'aria sono ancora molto lontane da un'industrializzazione e il faro singolo che può essere asportato per trasformarsi in una torcia non sarebbe molto apprezzato da chi vi dovesse incrociare di notte, convinto di avere di fronte una motocicletta. L'interno è a sua volta futuristico, con un ripiano in sughero e gomma per sistemare una mappa, nel caso ci si voglia dare alle esplorazioni. Tutto l'abitacolo può essere lavato con un getto d'acqua, a patto che vi ricordiate di rimuovere i rivestimenti dei sedili, pronti a trasformarsi all'occorrenza in sacchi a pelo. Il ripiano posteriore può essere invece sfruttato come tavolo da lavoro, con una grossa batteria che può essere rimossa ed è in grado di alimentare utensili e attrezzature di ogni genere, forse anche un intero accampamento.

 

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