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Hyundai e la concept N Vision 74: "L'auto sportiva non morirà mai"

Hyundai ultimamente fa faville in termini di design e la N Vision 74 è la sua bandiera. Incontriamo l'uomo che ne è l'artefice

Testo Ollie Kew riadattato da Paolo Sardi
Pubblicato il: 20 feb 2023
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In generale il Salone dell'auto è morto. Già prima della pandemia oscillava con un ubriaco sui suoi piedi e tossiva malamente, ma la chiusura temporanea ha fornito alle case automobilistiche un utile pretesto per ragionare sulla riduzione dei costi. Spendere milioni di euro per uno stand espositivo, riempirlo di ragazzotti sorridenti in abiti coordinati e far roteare piattaforme con gli ultimi modelli da esposizione non fa forse la differenza nel numero di auto nuove vendute? O nel numero di visite al sito web? La risposta sembra essere "no" e così ai saloni dell'auto stanno per staccare la spina. Fa eccezione Ginevra, che ora viene ospitata in Qatar e così viene pure infangata da polemiche sui diritti umani. Amen.

Lunga vita alle concept car

Ci si aspetterebbe che anche il concetto stesso di concept car abbia a questo punto le palpebre dolcemente chiuse. Ma solo perché uno studio di design unico non ha più un palcoscenico rotante da chiamare casa, non significa che non possa ancora catturare l'immaginazione. L'anno scorso, nessun'altra auto lo ha fatto più efficacemente della sensazionale Hyundai N Vision 74.

Una mente illuminata

Mentre BMW continua la sua furia autosabotatrice in stile "fermatemi prima che disegni di nuovo", il Centro Stile di Hyundai ha davvero il coltello tra i denti, e il capo di questa squadra è SangYup Lee. Il designer nato a Seoul ed ex-Bentley e GM ha supervisionato modelli come la Ioniq 5 hatch, la Ioniq 6 streamliner, il SUV Tucson... in pratica tutte le Hyundai più belle dal 2016. Mi sta parlando di un modello statico della 74. Siamo sulle colline verdeggianti della Germania nordoccidentale, presso il circuito di Bilster Berg, un temibile tracciato privato costruito sul sito di una ex base di munizioni britannica della Guerra Fredda. La N Vision 74 non è come le altre star dei saloni automobilistici, in quanto non è affatto una statua. Si guida davvero e anche velocemente.

Il punto di partenza

Prima che mi sia permesso di affrontare questo Nürburgring in miniatura in un esemplare unico di inestimabile valore, SangYup mi spiega da dove è nata questa splendida creazione. "È un viaggio incredibile, quello che Hyundai ha intrapreso negli ultimi 50 anni", esordisce, parlando a bassa voce con parole scelte con cura. "La maggior parte dei grandi produttori ha circa 100 anni di storia, ma Hyundai ne ha avuti solo la metà. Ma c'è ancora una bella storia nell'azienda". La storia a cui fa riferimento la N Vision 74 è una concept car chiamata Pony Coupé, una due porte appuntita sognata per il Salone di Torino del 1974. Hyundai si avvalse dell'aiuto di Giorgetto Giugiaro per rivestire il pianale di una berlina Pony standard con una carrozzeria che avrebbe piantato la bandiera di Hyundai sulla mappa del design.

Da sogno a realtà

"Giugiaro convinse i dirigenti Hyundai che, quando si va a un salone dell'auto, è necessario avere una coupé elegante", racconta SangYup. "A quei tempi la Corea aveva infrastrutture stradali e autostradali molto scarse, ma il fondatore dell'azienda ha sempre voluto costruire un'auto performante. Quindi c'è una grande storia. Hanno provato a mettere in produzione la Pony, ma il sogno non si è avverato. Ora abbiamo il progetto e la tecnologia per realizzare quest'auto". Con il suo aspetto la N Vision 74 ricorda in modo intelligente un momento che avrebbe potuto segnare una svolta nel passato di Hyundai, pur proponendo idee per una futura propulsione ad alte prestazioni.

Scacchi, non una matrioska

È quello che gli ingegneri chiamano un "laboratorio mobile". SangYup ripete la parola "passione" mentre gira intorno all'auto, sottolineando dettagli come il sottile badge ("Non abbiamo bisogno di gridare") e la firma luminosa a LED a pixel Una firma Hyundai. Non stiamo facendo un design da replicare come in una matrioska, come la maggior parte delle grandi aziende automobilistiche. Vogliamo costruire un set di scacchi, in cui ogni auto ha il suo ruolo, ma è evidente che sono tutte di un unico team".

Cyberpunk

Ammetto di non aver mai sentito parlare di quella Pony fino all'arrivo della N Vision 74, ricca di riferimenti non solo al suo padre spirituale, ma anche ad altri classici della fine del XX secolo. SangYup sorride e tira fuori dalla galleria del suo telefono dei bozzetti datati 2016, che dimostrano quanto a lungo questa idea sia stata in gestazione. "Non molti hanno sentito parlare della Pony coupé, ma i progetti di Giugaro sono conosciuti in tutto il mondo: la DeLorean, la BMW M1, la Lotus Esprit - è un maestro del design. La generazione Z non conosce quella storia, ma vede in questa vettura il design cyberpunk per eccellenza. Mi piace questo elemento: è contemporaneo con una strategia cyberpunk".

Avrebbe potuto essere na star del cinema

Il riferimento alla DeLorean è cruciale, perché in un universo alternativo sarebbe stata la prima auto sportiva di Hyundai - e non la gullwing americano-irlandese - a diventare la protagonista di uno dei più grandi successi cinematografici degli anni Ottanta. "Giugiaro ammette che la Pony ha influenzato non poco la DeLorean e ha mantenuto questi riferimenti anche quando Hyundai non ha costruito la Pony. Se non ci fosse stata la Pony, non ci sarebbe stata la DeLorean e forse nemmeno Ritorno al futuro". Grande Scott.

Un significato profondo

Ma questo non è assolutamente un viaggio nostalgico, nonostante il lunotto chiuso, le ruote aerodinamiche, la verniciatura semi-opaca simile all'acciaio inossidabile. SangYup si irrita quando uso con noncuranza la parola rétro nella stessa frase della sua bambina con le ali. In effetti, è un oggetto di orgoglio nazionale, un distillato della Corea che chiude il cerchio da aspirante produttore di auto a leader del design. "Ho visto le lacrime negli occhi delle persone in Corea quando abbiamo svelato quest'auto. Questa è la loro cultura. Ammettiamolo, 10-15 anni fa una Hyundai era un'auto che si comprava solo con la testa, non con il cuore", ammette. "Non stiamo solo cercando di creare un marchio automobilistico, vogliamo costruire dei fan".

L'auto è ancora un prodotto emozionale

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C'è una domanda che mi assilla. Ha subito pressioni per mostrare la tecnologia ibrida a idrogeno di Hyundai non con una coupé, ma con un SUV? Le auto sportive non sono molto apprezzate al giorno d'oggi. Tutti si affannano a costruire più in alto, non più in basso... "Il motivo è che l'auto è ancora un prodotto emozionale", spiega SangYup con sicurezza. "È il secondo acquisto più costoso che facciamo, e volevamo aumentare il valore emotivo. Le auto sportive non passeranno mai di moda, perché una coupé trasmette emozioni in modo più efficace di qualsiasi altra auto. L'auto sportiva non morirà mai".

La N Vision 74 non ha avuto bisogno di uno stand in una fiera e di riflettori per brillare. Il suo lancio digitale ha fatto cadere le mascelle sulle tastiere di tutto il mondo e dimostra la grande fiducia di cui le case automobilistiche coreane sono ricche in questo momento, mentre l'insicura vecchia guardia europea si affanna per rimanere a galla