Il ritorno degli orologi a carica manuale - Alla carica!
Alzi la mano chi preferisce caricare a mano l’orologio piuttosto che affidarsi a una batteria. Non molti, in teoria. E invece...
Il movimento a carica manuale sta vivendo un periodo di splendore. Andando subito al sodo, mentre entriamo sempre più nel mondo dell’intelligenza artificiale, l’orologio meccanico, quello da caricare ruotando la corona, è sempre più apprezzato. Ma la domanda è… perché?
Un po' di storia
Fino a un secolo fa, tutti gli orologi meccanici dovevano essere caricati a mano. Il movimento automatico, in cui un rotore ricarica una molla, è stato introdotto per la prima volta negli orologi da tasca nel 1700, ma è entrato nell’uso comune solo con la diffusione di massa dell’orologio da polso negli anni Venti. Per i primi decenni, la maggior parte degli orologi continuò a utilizzare il movimento a carica manuale. Ma l’automatico era all’avanguardia e si diffuse sempre più. Quando alla fine degli anni Sessanta furono introdotti i cronografi automatici, la carica automatica era diventata il motore preferito per gli orologi.
L'avvento del movimento al quarzo
Nel giro di breve tempo, tuttavia, il film “Agente 007, Vivi e lascia morire” del 1973, in cui l’attore Roger Moore indossava un vistoso orologio digitale, inaugurò ufficialmente l’era elettronica. Molti uomini in quel momento sarebbero stati ben felici di pagare un prezzo pari a quello di un’auto nuova per esibire al polso un orologio capace di farli assomigliare a James Bond. Il trend, ovvio, ebbe vita breve. Negli anni Ottanta gli orologi digitali, così come tutti gli orologi a batteria, non erano più appannaggio di nababbi e super-spie e questo ha creato un vuoto nel mercato. I big spender cominciarono allora a volgere di nuovo lo sguardo verso gli orologi meccanici.
Indietro tutta!
Negli anni Novanta abbiamo assistito a un rinascimento degli orologi meccanici, che ha visto quelli tradizionali non solo “sopravvivere”, ma diventare sempre più richiesti. Questa rinascita è stata guidata dai movimenti automatici. Ma poi qualcuno si è chiesto: “Fermi tutti, cosa c’è di più old school dell’automatico?”. Diversi marchi hanno perciò iniziato a commercializzare il movimento a carica manuale spacciandolo come oggetto del desiderio, del “fatto a mano” super elegante, anche se in realtà non avevano fatto altro che compiere un passo indietro nel tempo. L’orologio a carica manuale presenta sicuramente il vantaggio di avere meno elementi funzionanti. Automatico o manuale: i cultori del genere potrebbero discutere all’infinito. Ma, come nel caso delle automobili, la maggior parte delle persone sceglie il manuale, più per un coinvolgimento emotivo e la bella sensazione che ne deriva. E dato che trascorriamo sempre più tempo vittime di schermi vari, dal pc allo smartphone passando per il tablet, non c’è da stupirsi se molti di noi si innamorano del fascino rétro
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