L'opinione: le auto a guida autonoma aiuteranno a ridurre il traffico?
Il numero degli incidenti potrebbe diminuire, mentre per il traffico, almeno in fase iniziale, i benefici appaiono molto dubbi
Molte cose non mi vanno genio se penso in prospettiva alle auto a guida autonoma. Espongo spesso queste mie preoccupazioni ai ricercatori e agli sviluppatori, che - con tutta calma - mi rassicurano che alla fine risolveranno la maggior parte delle questioni che sollevo. Ma c'è un problema che nessun ingegnere credo affronterà. O almeno nessuno di quelli che ho incontrato sinora. Si limitano a ridere. Volete sapere di cosa si tratta? Ecco l'esempio teorico che do loro. Se mi trovassi in giro per Londra in bici e dovessi attraversare il traffico, già saprei che oggi sarebbe da pazzi infilarmi davanti a un veicolo in movimento. E se in futuro vedessi invece un'auto a guida autonoma? Indubbiamente potrei lanciarmi davanti ad essa, confidando sul fatto che - gestita da radar e sensori - tiri automaticamente un'inchiodata per non investirmi.
Ora ampliamo il discorso. Potrei fare la stessa manovra anche se fossi al volante, sapendo che potrei infilarmi felicemente davanti a un'auto governata con logica robotica. In fondo sarebbe programmata per avanzare dando sempre la priorità alla santa incolumità di tutti. Anche i pedoni finirebbero col trattare allo stesso modo le auto a guida autonoma. Perché mai dovrebbero aspettare pazientemente che l'omino del semaforo diventi verde. I teppistelli e i ragazzini più burloni potrebbero divertirsi a oziare in mezzo alla strada. Anche tutte le auto dietro il veicolo autonomo si fermerebbero e questo darebbe origine al caos del traffico.
Sulla scena sta emergendo adesso un ricercatore che opera nel settore della guida autonoma e che pare abbia a cuore il problema. Egli sta indicando che, sì, le simulazioni prevedono che il flusso del traffico probabilmente peggiorerà quando il traffico sarà un misto di auto a guida autonoma e di altre normali. Costui è Nils Berkemeyer, direttore della società Autobrains che si occupa di intelligenza artificiale applicata alla guida autonoma, una realtà in cui hanno investito BMW e altre aziende di primo piano. Berkemeyer è per definizione un fan sfegatato delle robo-car, eppure ammette il problema. Non solo: ritiene che la soluzione non sia così semplice come prevedono gli analisti - e i burberi editorialisti di Top Gear. Per cominciare, Berkemeyer dice che se le auto a guida autonoma si dimostrassero più sicure (e se non fosse così sarebbero di sicuro messe al bando in un batter d'occhio), allora potremmo vedere meno incidenti e di conseguenza anche meno ingorghi
Berkemeyer ritiene inoltre che il traffico scorrerà meglio perché i veicoli autonomi guidano in modo più regolare. Ciò significa che hanno un effetto smorzante sulle colonne di auto alle loro spalle. Una caratteristica ben nota di un flusso di traffico è infatti che un guidatore che accelera e frena crea una reazione a catena che inesorabilmente porta chi viaggia dietro di lui a fermarsi. Le macchine a guida autonoma ridurrebbero questo effetto.
Il buon Nils dice anche che le auto robotiche non potranno interagire con le auto "stupide" (ovvero quelle guidate da noi umani) ma potranno in qualche modo collaborare con altre vetture che montano sistemi di assistenza alla guida almeno di livello 2 e sono quindi dotate di sensori abbastanza avanzati.
Capisco il suo punto di vista riguardo al tasso di incidenti ridotto, ma per il resto non vedo alcun effetto degno di nota, tranne forse che sulle autostrade, dove io però non passo molto tempo e spero che non lo facciate nemmeno voi. Dove vivono gli esseri umani, il traffico locale è congestionato e si mescola con le persone in bicicletta e a piedi. I ciclisti non hanno certo un'assistenza di livello 2 e i pedoni che attraversano le strade fanno sì che i veicoli debbano fermarsi. In questo scenario, quindi, la regolarità del flusso dei mezzi va a farsi benedire.
Questo esperto di veicoli a guida autonoma conclude che "il traffico misto, fatto di veicoli con diverse tecnologie, non sarà una sfida così grande come potrebbero far sembrare le simulazioni di oggi". Al di là dei giri di parole, anche lui la considera comunque ancora una sfida, allora. Fidatevi: ci saranno più ingorghi e ci sarà un peggioramento prima di un eventuale miglioramento.
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