La Dacia Duster è tutta nuova!
La terza generazione di uno dei SUV preferiti di TOP Gear è decisamente cresciuta. Sarà un bene o un male?
Anche se qui a TopGearItalia siamo grandi fan della Dacia Duster, accogliamo questa nuova generazione – la terza dalla nascita del modello – con qualche dubbio. Perché? Beh, sembra un po'... troppo bella, senza mezzi termini. Un po' troppo lussuosa. Un po' troppo accessoriata e spavalda per quella che dovrebbe essere un’auto da lavoro economica e senza fronzoli. Ma prima di trarre conclusioni affrettate, vale la pena di fare un piccolo approfondimento.
Conosciamoci meglio
Per cominciare, la Duster è stata rinnovata da cima a fondo. È basata sulla piattaforma CMF-B (Common Module Family) di Renault/Nissan, condivisa con la Jogger e con la nuova Sandero, oltre che con la Clio e con la Renault 5 di prossima generazione. Quindi, su questo fronte siamo al passo coi tempi. Si tratta di un'architettura in grado di accogliere una varietà di powertrain (compresi i full electric), ma la nuova Duster si propone sin da subito come vettura ibrida e ad alto contenuto tecnologico. Saranno quindi disponibili tre motorizzazioni, con possibilità di trazione anteriore e integrale. Già vediamo facce insospettite. Ma abbiate pazienza.
L'elettrificazione che avanza
Come nel caso della Jogger, al top c'è la Hybrid 140, che impiega un motore a benzina da 1,6 litri e uno a corrente per una potenza di 140 CV complessivi, oltre a un’unità elettrica con funzione di generatore e di motorino di avviamento. È un'auto priva di frizione, con sistema di frenata rigenerativa e una piccola batteria da 1,2 kWh, quindi non ha grande autonomia completamente elettrica ma garantisce efficienza se guidata nel modo giusto. C'è poi la TCe 130 mild-hybrid, con un turbo a tre cilindri da 1,2 litri supportato da un impianto elettrico a 48 volt. La batteria è da appena 0,9 kWh, e in questo caso il motore elettrico aiuta quello a combustione all’avviamento e in accelerazione: ne risultano una migliore reattività e un'efficienza superiore del 10% rispetto a una motorizzazione solo termica di potenza equivalente. In questo caso, il cambio è manuale a sei rapporti e si può avere sia la trazione anteriore che integrale.
A tutto gas!
Infine, c'è la Duster TCe 100 Bi-fuel, che è esattamente ciò che c’è scritto sulla confezione. Monta un tre cilindri turbo da 1,0 litri che può attingere da due serbatoi da 50 litri, uno di benzina e l’altro di GPL. È possibile averla solo a trazione anteriore - il serbatoio del GPL si trova sotto il pianale del bagagliaio, dove andrebbero gli organi della trazione integrale - ma produce il 10% di CO2 in meno rispetto a un'auto a benzina e un'autonomia dichiarata di 1.300 km. È consigliabile a chi ha facilità nel rifornirsi di GPL.
Una svolta stilistica
Si tratta comunque di una gamma di motorizzazioni decisamente attuale, che si accompagna a una rielaborazione stilistica piuttosto approfondita. E riuscita. La calandra, la nuova linea dei finestrini e l’aria massiccia sembrano integrare l'idea di ciò che il Duster dovrebbe essere. David Durand, direttore del design Dacia, ha dichiarato: "Abbiamo voluto rendere il design del nuovo Duster più attraente che mai, rendendo lo stile ancora più rappresentativo dello spirito di Duster e di Dacia, e riaffermando con forza e orgoglio i nostri valori: 'Robusto e Outdoor', 'Essenziale ma Cool' ed 'Eco-Smart'".
Amica dell'ambiente
Il tutto potrebbe dare l'impressione di essere un'idea di marketing, ma in realtà ha una certa profondità. Robusta e outdoor? Beh, c'è un vistoso fascione di plastica che circonda l'auto dai paraurti ai passaruota, alle minigonne laterali... Protegge dalle solite ammaccature ed è realizzato con un nuovo materiale Dacia chiamato Starkle, riciclato al 20%. Anche i paracolpi anteriori e posteriori sono tinti "in massa", cioè il colore è lo stesso indipendentemente dallo strato del materiale: così i graffi si notano meno. In effetti, il 20% di tutte le plastiche del nuovo Duster sono riciclate, dai tappetini alle rifiniture, non ci sono cromature né pelle (che in nessun caso è davvero ecologica). Persino il manuale d'uso utilizza meno carta: la versione dettagliata è disponibile online se avete bisogno di conoscere i codici dei ricambi.
Quattro allestimenti
Completamente rivisti anche gli interni, con uno schermo centrale da 10,1” e un display anche per il cruscotto, da 7” e configurabile. Quattro gli allestimenti: si parte dalla base Essential (che offre un supporto per il telefono e un'app per i controlli extra), passando per Expression (cerchi da 17” e dotazione più ricca) fino alla Extreme e alla Journey, che hanno lo stesso prezzo ma diverse filosofie. La prima è un po' più fuoristradistica, con tappetini in gomma e cerchi più piccoli, mentre la Journey ha cerchi da 18” e specifiche più orientate al comfort. Ma la nuova Duster è anche più spaziosa per gli occupanti, e offre uno squadrato bagagliaio capace di ben 427 litri sotto il tendalino.
ADAS su misura
Inoltre, gli allestimenti superiori includono ausili alla guida più avanzati, fra cui la frenata automatica d'emergenza, il riconoscimento dei segnali stradali e l'avviso di superamento del limite di velocità, il sistema di assistenza al parcheggio posteriore, il segnale di arresto d'emergenza, l'avviso di superamento della corsia, gli aggiornamenti online, il sistema di mantenimento della corsia, l'avviso anti-colpo di sonno e la chiamata SOS. Oltre a tutti i soliti airbag, cruise control e simili. Ma Dacia sembra essersi resa conto che questi sistemi non sono sempre perfetti, per cui è possibile impostare un pulsante chiamato "MySafety": basta premerlo per attivarli o disattivarli. Questo sì che è utile. La 4x4 è dotata anche di modalità di Terrain Control, così nel fuoristrada potete sfidare le Land Rover.
Optional à la carte
Ci sono anche optional funzionali interessanti: ad esempio il sistema modulare YouClip, con supporto per tablet, una custodia, un supporto per smartphone con caricatore a induzione o un "3 in 1" (portabicchieri, gancio per la borsa e luce mobile). Utile e simpatico. C'è anche un portapacchi dedicato che può sostenere fino a 80 kg e che si aggancia senza problemi alle barre del tetto, e c'è una cosa chiamata "Sleep Pack" che abbiamo già visto sulla Jogger, ma che ora sbarca sul Duster: si tratta di un box rimovibile 3 in 1 da riporre nella parte posteriore dell’auto, e che contiene un letto matrimoniale pieghevole, un tavolino e un portaoggetti. Pratico per brevi campeggi, a patto di avere un garage dove riporlo quando non lo si usa. Uff.
Il nodo del prezzo
Insomma, le novità sono parecchie e la Duster è decisamente cresciuta. E questa nuova versione ha preso il suo aspetto low-cost. Ma anche se il listino non è ancora noto, Dacia insiste sul fatto che la Duster continuerà a offrire un ottimo rapporto qualità-prezzo e che sarà l'auto più conveniente del segmento. Di quanto è ancora tutto da vedere, ma se lo sarà abbastanza, sarà una scelta obbligata. Tenete i prezzi bassi, ok Dacia?
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