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Opel porta la luce intelligente nei veicoli autonomi

Opel mostra al Simposio di Darmstadt un Grandland capace di usare la luce come linguaggio con pedoni e automobilisti, migliorando la sicurezza stradale.

Marco Lasala
Pubblicato il: 26 set 2025
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La sicurezza sulle strade non passa solo dai sistemi di guida autonoma o dai sensori di ultima generazione: per Opel anche la luce può diventare un linguaggio universale, capace di creare fiducia tra veicoli e persone. Al Simposio Internazionale sull’Illuminazione Automobilistica (ISAL) di Darmstadt, il marchio tedesco ha presentato un’anteprima che unisce intelligenza artificiale e innovazione luminosa: un Opel Grandland dimostrativo in grado di comunicare con pedoni e altri utenti della strada attraverso segnali luminosi specifici.

L’esperienza di Opel nel settore è consolidata. Da anni il marchio con il Blitz propone soluzioni che hanno alzato gli standard dell’illuminazione automobilistica: dai fari Intelli-LED di Corsa e Mokka, agli Intelli-Lux Matrix presenti su Corsa, Mokka e Combo, fino ai più sofisticati Intelli-Lux Pixel Light che equipaggiano Astra e Astra Sports Tourer. Con il nuovo Grandland è arrivato il debutto degli Intelli-Lux HD Light, tecnologia pensata per garantire massima precisione e comfort di guida. Ora Opel ha deciso di fare un passo ulteriore, trasformando la luce in un mezzo di comunicazione diretta tra auto e persone.

Opel e la luce come linguaggio universale

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Opel, Stellantis e l’Università Tecnica di Darmstadt, che dal 2022 portano avanti ricerche congiunte su nuove tecnologie luminose. In occasione del simposio, Philipp Rockl, Global Lead Lighting di Stellantis, e Julisa Le, Lead Innovation Engineer, hanno presentato il prototipo sviluppato con l’Opel Concept Workshop e con il contributo degli studenti universitari. L’obiettivo è dimostrare come i veicoli SAE di livello 3, ovvero quelli che consentono al conducente di togliere le mani dal volante e gli occhi dalla strada, possano rendere chiaro e immediato il dialogo con pedoni e automobilisti.

Il cuore del sistema è basato su telecamere e intelligenza artificiale, che consentono al veicolo di riconoscere oggetti, gesti e movimenti improvvisi. A seconda della situazione, l’auto risponde con animazioni luminose precise e inequivocabili. Un esempio emblematico riguarda l’attraversamento pedonale: se un bambino corre dietro a una palla finendo sulla carreggiata, l’auto rileva il pericolo e attiva un segnale magenta, visibile sui gruppi ottici e sul display frontale. Contestualmente inizia la decelerazione.

Una volta fermo, il Grandland trasmette un messaggio positivo, passando al verde e proiettando l’icona di un omino che cammina, la stessa riconoscibile dei semafori pedonali. Così il pedone capisce che il veicolo ha rilevato il rischio e che può attraversare in sicurezza.

Durante la guida autonoma, invece, gli indicatori anteriori e posteriori assumono un colore ciano costante, mentre le altre luci mantengono la consueta tonalità bianca. Questa combinazione cromatica permette di distinguere chiaramente le funzioni tradizionali dai nuovi segnali pensati per la comunicazione esterna. Una scelta tutt’altro che casuale: come sottolineato da Julisa Le, Opel ha voluto evitare qualsiasi ambiguità, optando per colori non utilizzati in altre circostanze di traffico, come rosso o giallo. Ciano e magenta, infatti, non appartengono a nessun codice semaforico o automobilistico esistente e garantiscono una comunicazione immediata, priva di fraintendimenti.

Il prototipo non si limita a scenari ideali: se l’algoritmo di intelligenza artificiale non riesce a interpretare correttamente una situazione complessa, il sistema invita il conducente a riprendere il controllo del veicolo, in linea con i protocolli ADAS adottati a livello internazionale. Un approccio che coniuga innovazione e responsabilità, confermando l’attenzione di Opel per un’automazione progressiva e sicura.

L’introduzione di un linguaggio luminoso chiaro rappresenta anche un passo importante verso la creazione di fiducia nei veicoli a guida autonoma. In un contesto dove molti utenti della strada nutrono ancora dubbi, vedere un’auto che comunica apertamente le proprie intenzioni può abbattere barriere psicologiche e rendere più accettabile la tecnologia. Per Opel, infatti, la luce non è solo un elemento tecnico, ma un mezzo sociale che contribuisce a rendere la mobilità più inclusiva e comprensibile a tutti.

Il progetto rientra in una visione più ampia: la partnership strategica tra Opel, Stellantis e TU Darmstadt fa parte della rete globale di ricerca Stellantis “OpenLabs”, che mette in connessione università e industria. L’obiettivo è sviluppare tecnologie di nuova generazione che possano essere integrate nei futuri modelli, anticipando le esigenze di mobilità di domani. A conferma dell’impegno, Stellantis finanzia attualmente tre studenti di dottorato presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Tecnologia dell’Informazione dell’ateneo tedesco, sostenendo la formazione di nuove competenze.

Questa sinergia tra ricerca e industria apre la strada a una nuova era dell’illuminazione automobilistica, in cui la luce non è più solo sinonimo di visibilità, ma diventa veicolo di sicurezza, dialogo e fiducia. Con il prototipo Grandland, Opel dimostra ancora una volta la capacità di anticipare le sfide del futuro, portando sul palcoscenico internazionale una visione concreta e pionieristica della mobilità autonoma.

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