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Opinione: Lancia dovrebbe pensare al futuro, non al passato

A volte è meglio lasciare il passato alle spalle. Vediamo se vale anche per Lancia...

Paul Horrell
Pubblicato il: 19 feb 2024
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Nel 2009 ho scritto un articolo sul fatto di non tornare indietro. Stavo pensando alla Luna, poiché era il 40° anniversario dell'Apollo 11. La dozzina di persone che avevano camminato sulla sua superficie avevano mostrato coraggio e determinazione ben oltre la portata di quasi tutti gli altri comuni mortali. Loro stessi erano di gran lunga l'elemento più affidabile e collaudato dell'intero razzo da 2.800 tonnellate a cui si erano legati. E stavano partendo verso un vuoto ostile e nero, a quasi 400.000 km da ogni possibilità di salvataggio.

La loro unica connessione in tempo reale era un segnale radio che trasportava voci su un letto di interferenze e video in bianco e nero che pareva sempre mostrare una tempesta di neve. Per l'intero pianeta Terra che guardava con il cuore in gola sotto di loro, ciò esprimeva in modo chiaro la distanza e il pericolo dell'impresa.

In primo luogo il volo spaziale riguardava il potere delle nazioni e in seconda battuta il valore della scienza. Al giorno d’oggi, al centro di tutto c'è la ricchezza. Il mondo è guidato dall’ego degli ipercapitalisti che si pongono ben oltre i limiti delle istituzioni terrene. Immagino che Musk, Bezos e Branson pensino che, poiché un numero sufficiente di persone ha dato loro abbastanza soldi, in qualche modo si siano guadagnati una legittimità equivalente a uno Stato nazionale.

Dopo che saranno saliti nello spazio, inizieranno a prendere i turisti a pagamento e poi quelle bellissime immagini spettrali di Armstrong e Aldrin saranno usurpate da Instagrammer extraplanetari. Portare quei pochi nello spazio distrarrà dal migliorare la vita dei molti sul nostro pianeta. A quel punto desidereremo sicuramente che l’umanità non sia mai tornata indietro.

Ora, a che punto desidereremo che Lancia non tornasse mai indietro? Quest’anno Lancia si rilancerà come marchio elettrico Stellantis. La sua comunicazione presenta scatti di brutali Integrale e Stratos vincenti nei rally, di bellissime Aurelia degli anni Cinquanta e di super avanzate Lambda degli anni Venti. A modo suo, l'azienda ha incarnato l'equivalente automobilistico del volo spaziale.

Ma il volo spaziale oggi è diverso dall’era del Saturn V e lo è anche la Lancia. OK, alcuni degli acquirenti di oggi potrebbero ricordare le auto da rally, e una piccola percentuale di quella piccola percentuale è a conoscenza delle adorabili Fulvia, e un'altra piccola percentuale ancora ricorderà quei modelli classici che hanno reso la Lancia una marca aristocratica. Ma in fondo Lancia, da quel punto di vista, è un marchio morto.

C'è la possibilità che il passato di Lancia possa essere una buona fonte d'ispirazione per un gruppo di designer ed esperti di marketing di Stellantis determinati a creare un marchio startup. Ma il pubblico che scavasse nel passato di Lancia, non troverebbe solo gemme preziose, ma anche tanta terra e pure qualche verme...

Lo stesso vale per Jaguar. Jaguar ha vinto Le Mans e ha costruito berline e auto sportive epiche. Questa è una buona ispirazione per le persone all’interno dell’alveare dove si trova la divisione di ricerca e sviluppo di Gaydon. Ma per le persone che non hanno mai assistito a eventi di auto d’epoca, la parola Jaguar probabilmente significa una malmessa X-Type diesel. Non è una buona associazione per quando la Jaguar tenterà un nuovo decollo nel 2025.

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