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Opinione: le auto a guida autonoma ci insegnano... come usare le frecce

Un giro a bordo di una Nissan sperimentale a guida autonoma ha spinto Horrell a una riflessione

Paul Horrell
Pubblicato il: 29 gen 2024
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Uno dei doni più grandi della coscienza umana è la capacità di introspezione. Osservando noi stessi e i nostri simili siamo in grado di imparare e di progredire come specie. Eppure recentemente mi è stato insegnato qualcosa sul comportamento umano non da un altro essere umano ma da una macchina. Certo, quella macchina, per quanto complessa, era stata programmata dagli esseri umani. Adesso vi racconto...

Vatti a fidare...

Ero a bordo di una Nissan a guida autonoma sperimentale. Stavamo circumnavigando una rotatoria e ho chiesto all’ingegnere se la macchina, che ovviamente disponeva di una tecnologia visiva di estrema acutezza, potesse o meno vedere gli indicatori di altri veicoli e agire di conseguenza. Lui ha sbuffato e ha detto di no, "sarebbe troppo inaffidabile". Oddio: per tutta la mia vita da pilota mi sono aggrappato all'idea, nonostante infinite prove del contrario, che non valga la pena solo dare indicazioni di cosa intendo fare ma anche prendere sul serio le indicazioni degli altri. Questa tecnologia di guida autonoma mi sta dicendo che mi sbagliavo.

Falsi positivi

Nissan adotta la logica secondo cui l’indicazione non è una condizione necessaria per avere la certezza che il guidatore farà ciò che indica. Gli automobilisti possono cambiare corsia o uscire da una rotatoria senza segnalare. Immagino che lo sapessimo, purtroppo. Ma il robot Nissan è stato programmato anche sulla base del fatto che possono esserci i cosiddetti falsi positivi. Potresti vedere un veicolo che indica a destra e va a sinistra, o viceversa, o indica ma non cambia affatto rotta perché il conducente ha premuto la leva del volante e ha la radio troppo alta per sentire il clic-clac.

Meglio essere chiari

Nonostante ciò io voglio usare i miei indicatori. Ti dicono che sto per entrare nella corsia in cui ti trovi, nel caso in cui stessi per accelerare. Voglio dirti che lascerò la rotatoria all'uscita prima di quella da cui stai cercando di inserirti, così potrai inserirti un po' prima. Se tutti lo facessero come si deve, allora come collettività potremmo tutti recuperare una quantità utile di vita. Voglio che anche la gente usi i suoi indicatori. Il programmatore Nissan mi ha detto che il suo robot-Leaf legge il “linguaggio del corpo”. Vede dove stanno andando gli altri veicoli e imposta il proprio percorso e la propria velocità per evitarli. Ma continuo a pensare che questa strategia crei un flusso di traffico più rallentato e caotico. Ad esempio, le auto con controllo automatico della velocità avanzato sono tremendamente impacciate nell'incedere. Se la mia lettura del linguaggio del corpo umano fosse pessima quanto la loro lettura del linguaggio del corpo dei veicoli, finirei inzuppato della birra degli altri avventori se camminassi in un pub affollato.

Storie di vita vissuta

Ho guidato una Mustang Mach-E con la funzione hands-off BlueCruise. Stavamo procedendo a circa 110 km all'ora e una Mini è entrata nella nostra corsia a un'ottantina di km all'ora. Aveva la freccia attivata, quindi che se avessi guidato in prima persona, (senza testare i limiti esterni della capacità del sistema) avrei visto il suo indicatore e avrei rallentato. La Mustang no, quindi non ha fatto assolutamente nulla finché almeno un quarto della larghezza della Mini non ha oltrepassato la corsia in cui mi trovavo, e poi ha inchiodato. O meglio non è stato proprio così perché io, non fidandomi, avevo già iniziato a frenare io. Ecco perché quando sorpasso in bicicletta delle auto in coda e queste cambiano direzione senza dare segnali, sorrido all'autista e dico educatamente: "Scusami, la freccia non funziona!". Non immaginate quanta gratitudine io legga nei loro occhi...

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