Top Gear's Top 9: le auto da corsa... che non hanno mai corso
Ecco una panoramica delle auto da corsa belle e sfortunate, che i casi della vita hanno tenuto lontano dalle gare
01 Ferrari F50GT
Immaginatela come una "F50 XX Evo", se volete. Tetto fisso, aerodinamica estrema, pneumatici slick e un V12 potenziato da 520 CV a 760 CV. L’ultima evoluzione della supercar Ferrari degli anni Novanta.
È andata vicina ad assordare le tribune di tutto il continente. Ma - si dice - sorpresa dall’omologazione speciale della 911 GT1 che veniva schierata dalla Porsche, la Ferrari ha archiviato il suo progetto GT1 dopo che solo tre vetture sono state completate.
02 Alfa Romeo 164 Procar
La Formula S era stata pensata come il rimpiazzo della BMW M1 ProCar, a margine della F1. Un ingresso nella leggenda garantito, con i piloti al volante di berline esagerate, spinte dai motori di F1.
In qualche modo, tutavia, solo l'Alfa Romeo era sufficientemente organizzata per costruire un prototipo da 600 CV e 750 kg, e dopo che le sue prove dimostrative non riuscirono a impressionare più di tanto, un certo Bernie Ecclestone stroncò la Formula S.
03 Porsche LMP2000
Un vero mistero, questa macchina: Porsche aveva pensato di puntare alla vittoria di Le Mans utilizzando un V10 dopo che era stato originariamente progettato per il team Footwork F1 del 1992. Tuttavia, l’auto non ha mai corso.
Alcuni sostengono che la sua soppressione abbia liberato fondi aziendali per il cruciale SUV Cayenne. Altri insistono che Porsche si stesse facendo da parte per aprire la strada al dominio di Audi, membro a sua volta del gruppo VW. Tutto quello che sappiamo è che l'ululato V10 trovò poi spazio nella supercar Carrera GT. Non fu uno spreco totale, quindi.
04 Jaguar XJ13
La XJ13 era il prototipo di macchina da corsa Jaguar V12 a motore centrale per gli Anni 60, ma nonostante fosse stata concepita alla fine degli Anni 50, l'auto vide la luce solo nel 1966.
A quel punto la Ford GT era già sulla scena, quindi - nonostante i test promettenti - la XJ13 pagava una certa arretratezza dal punto di vista tecnologico. È stata schiantata nel 1971 dal collaudatore della Jaguar, Norman Dewis, ma fortunatamente è stata restaurata e conservata, anche se non ha mai visto la bandiera a scacchi.
05 Lancia ECV
Cosa c’è di potenzialmente migliore di un’auto da rally del Gruppo B? Un’auto da rally del Gruppo S, ecco cosa. Aziende del calibro di Toyota, Ford e Lancia elaborarono piani per far sì che le auto rispettassero i regolamenti del Gruppo S a metà degli Anni 80, con l'Experimental Composite Vehicle di Lancia che abbinava una carrozzeria in carbonio con un motore da oltre 600 CV (impostato per essere limitato a 300 CV per una maggiore sicurezza).
Tuttavia, i problemi di sicurezza emersi con il Gruppo B fecero sì che esso – e il Gruppo S – venissero cancellati per il 1987, quindi alle auto di nuova generazione fu negata la possibilità di debuttare. Peccato.
Top Gear
Italia Newsletter
Grazie per esserti iscritto alla nostra newsletter. Riceverai tutte le nuove notizie nella tua casella di posta.
Ricevi tutte le ultime notizie, recensioni ed esclusive direttamente nella tua casella di posta.
06 Ferrari GTO Evoluzione
La maggior parte degli appassionati di auto sa che la “O” di GTO sta per “omologato”. Quello che potreste non sapere è che questo mostro dall'aspetto brutale era - lo dice il nome stesso - una evoluzione della Ferrari 288 GTO "omologata" per la strada.
Frutto di una fusione di 288, F40 e F1, questa special da oltre 650 CV fu costruita in cinque esemplari prima che il pensionamento del Gruppo B (per le auto sportive e per i rally) lasciasse la GTO a bocca asciutta, lasciandole "solo" il compito di far litigare per decenni i collezionisti di cavallini rampanti.
07 Toyota 222D
Un'altra orfana dei rally del Gruppo S, la skunkworks 222D di Toyota dimostra gli sforzi enormi che i produttori hanno compiuto nel creare la macchina da rally definitiva.
In sostanza, era una MR2 gen1 che prendeva ispirazione da una Lotus Elise da 750 kg e 650 CV. E aveva la trazione integrale adattiva. Ne esistono ancora tre, di cui una marciante, con un clamoroso turbo lag di tre secondi tra la spinta sull'acceleratore e l'impulso in avanti.
08 Koenigsegg CCGT
Christian von Koenigsegg ha progettato la supercar CC pensando alle regole di Le Mans. È stato costruito un solo prototipo, andato all'asta poco tempo fa. Pesava meno di una tonnellata, sviluppava oltre 600 CV, con 600 kg di carico aerodinamico e i test si stavano rivelando estremamente promettenti.
Successivamente le regole della GT1 furono riscritte e fu introdotto l'obbligo di costruire 350 auto stradali omologate, invece di sole 20. Quella fu la fine delle ambizioni di Koenigsegg nel motorsport. Tuttavia, da allora le Koenigsegg se la sono cavata abbastanza bene con le auto da strada...
09 Lamborghini Diablo GT1
Nonostante abbia inventato la supercar a motore centrale e non abbia mai avuto problemi a utilizzare un'enorme ala posteriore, la Lamborghini non ha mai goduto dello stesso tipo di reputazione nel motorsport di Ferrari, Porsche o Ford.
A metà degli anni Novanta, decise di rimediare a ciò irrompendo nelle corse GT1 e sfidando la McLaren F1 GTR, la Porsche 911 e chiunque altro con la sua Diablo V12 a coda lunga da 655 CV. Furono costruite due esemplari prima che i vertici della società esaminassero per bene le casse dell'azienda e decidessero che era meglio concentrarsi sulla vendita di auto stradali, per tenere accese le luci della fabbrica.
Leggi anche: Top Gear's Top 9: i motori più belli delle auto