Jo Stenuit - Mazda Europa: "Vogliamo semplicemente fare auto belle"
"L'intelligenza artificiale? Per il momento crediamo ancora nel talento delle persone."
In un'epoca di grandi trasformazioni per il mondo dell'auto come quella attuale, le varie Case affrontano il tema del design con approcci molto diversi. Nel panorama generale Mazda si distingue perché sembra vivere questo momento con una serenità non comune e idee piuttosto chiare. Abbiamo dunque voluto scambiare due parole con Jo Stenuit, Design Director di Mazda Motor Europe. Ne è venuta fuori una chiacchierata decisamente interessante.
TG L’avanzata dell’elettrificazione apre nuovi orizzonti, regalando ai designer una maggiore libertà d’azione. Come immagini che si evolvano le auto?
JS Io mi immagino che le auto cambieranno in modo drastico, ma questo processo richiederà ancora un po’ di tempo. Veniamo da un secolo in cui auto sono state progettate secondo uno schema fisso: motore - cambio - abitacolo e questo sinora ha condizionato la loro forma. Un domani non sarà più così e potremo fare qualcosa di diverso. Se però oggi stravolgessimo le forme tradizionali non credo che la gente lo accetterebbe. Anche la nuova tecnologia non è ancora del tutto matura, quindi stiamo vivendo una fase di transizione, in cui le auto elettriche somigliano ancora molto a quelle e a combustione interna.
TG Ti aspetti che la distribuzione dei volumi possa variare una volta che i motori elettrici saranno montati nelle ruote?
JS Non so se e quando questo accadrà, io sono un semplice designer e non ho un punto di vista così privilegiato sulle questioni tecniche.
TG Ok, parliamo allora di qualcosa che conosci bene, la concept car Iconic SP…
JS La Iconic SP è un sogno che spero possa diventare realtà. È la prima figlia di Masashi Nakayama, il Global Chief Designer, e lui è anche il padre dell’ultima MX-5. Nakayama la vorrebbe vedere su strada e io pure. L’auto è splendida in foto ma dovreste vederla tutti dal vivo. In foto traspare la sua semplicità ma solo trovandotela davanti puoi capire quale lavoro sia stato fatto a livello per esempio delle porte o dei passaruota. È poi incredibile come la verniciatura sappia valorizzare le sue forme.
La macchina è rossa, l’avete vista. ma sfrutta una base bianca su cui sono state stese poi ventisette (si, Jo ha detto proprio 27, ndr) mani per ottenere una finitura con una profondità straordinaria. Esistono tazze giapponesi che hanno una lavorazione simile, ma sarà molto complicato portare un processo artigianale di questo tipo su un’auto di serie.
TG Hai parlato di semplicità e la purezza delle linee è qualcosa che contraddistingue Mazda da tanti altri costruttori. La Casa continuerà a sposare questa filosofia?
Noi adottiamo il cosiddetto il Kodo Design e consideriamo questo approccio flessibile, quindi gli stilemi attuali si potranno evolvere in diverse direzioni. È già avvenuto con la MX-30 e accadrà di nuovo, anche se non posso rivelare adesso in che maniera. In ogni caso non è detto che sia qualcosa di scontato. Abbiamo una squadra collaudata e abbiamo sempre l’ambizione di fare auto davvero belle.
TG Oggi la tecnologia pervade ogni ambito. Come influenza il lavoro dei designer Mazda?
JS La digitalizzazione svolge un ruolo importante nella progettazione ma alla fine ci sarà sempre una forte componente umana nelle nostre vetture. Ho in testa un preciso modello che stiamo sviluppando e che è stato elaborato in maniera digitale. Ebbene, potrei quasi dire che le sue superfici sono troppo perfette. Il computer va bene per tracciare una riga da un punto A a un punto B ma a tutt’oggi solo l’intervento umano riesce a dare un’anima e una personalità. La differenza si nota a prima vista.
TG Per il vostro lavoro al Centro Stile usate l’intelligenza artificiale?
JS Forse succederà un domani ma oggi no. So che è qualcosa con cui ci dobbiamo confrontare ma non vogliamo che i nostri designer facciano ricorso a qualcosa del genere perché per il momento non crediamo che sia d’aiuto. Crediamo ancora nel talento delle persone. Diverso è il discorso relativo alla realtà virtuale, che ci permette di simulare svariate soluzioni e di avere dei feedback immediati anche da parte del pubblico.
TG Per definire le forme delle auto di domani sarà più importante la tecnologia impiegata a livello propulsivo o la destinazione d’uso del modello?
JS A condizionare ogni scelta sarà la user experience che vorremo regalare agli utenti. Tutto dispenderà da come si penserà di far vivere loro l’auto sia nella guida, sia mentre non staranno guidando. Questo condizionerà la forma dell’ambiente interno e le scelte fatte si rifletteranno anche sulla forma esteriore. Quello cui mi riferisco è un’esperienza a 360 gradi che coinvolge la nostra App e tutto ciò che comporta l’interazione con l’auto. Penso anche alle possibilità di personalizzazione e al fatto che con le prese di corrente che spesso sono presenti a bordo l’auto diventa sempre più un ambiente da vivere.
TG Sembra un po’ un nuovo modo di intendere quella simbiosi tra uomo e macchina che Mazda ha sintetizzato con l’idea di Jinba Ittai, l’unione tra il cavallo e il suo cavaliere.
JS Esattamente. Cercheremo sempre di stabilire un legame, ma si amplierà l’ambito. Si passerà da una connessione che riguarda il coinvolgimento e il feeling nella guida a qualcosa anche di digitale.
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TG A proposito di digitale, che cosa ci dobbiamo aspettare dal punto di vista dei comandi? In molte realtà tutto ruota ormai attorno ai touch screen.
JS Sempre più gente si rende conto che avere troppi comandi touch è una fonte di distrazione. L’ideale sarebbe che il pilota potesse compiere ogni operazione senza distogliere lo sguardo dalla strada. Avere comandi fisici per la climatizzazione è fondamentale e il loro abbinamento ideale è con un head up display. Anche questo è parte dell’idea di Jinba Ittai.
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