Le 5 migliori Ferrari da corsa della storia
Enzo ha sempre detto di costruire auto da strada per finanziare le corsa. Ecco come ha speso quei soldi
01 Ferrari 250 Testa Rossa
La 250 Testa Rossa svetta su tutte le Ferrari se non altro per una questione statistica, grazie alle tre vittorie assolute alla 24 Ore di Le Mans (nel 1958, 1960 e 1961), che in quegli stessi anni portarono a Maranello il titolo costruttori. Ma la TR è anche più strabiliante di qualsiasi altra auto da corsa della storia. Le Testa Rossa più famose sono tra le prime 34 prodotte e presentano la spettacolare carrozzeria "pontoon", i cui parafanghi anteriori scavati sono un aiuto estemporaneo per il raffreddamento dei freni approntato dal leggendario costruttore modenese Sergio Scaglietti.
Quando questa configurazione si è rivelata poco stabile alle alte velocità, è stata introdotta una carrozzeria più convenzionale. La più celebrata delle auto da endurance inizialmente si accontentava di freni a tamburo, di un telaio robusto (sebbene pesasse 794 kg non era certo cicciottello), di un cambio a quattro velocità e di un retrotreno ad assale rigido sospeso su molle a balestra. Non era roba particolarmente all'avanguardia, nemmeno nel 1958, ma era efficace. Le auto ufficiali successive presentano un assale posteriore De Dion e carrozzerie più efficienti dal punto di vista aerodinamico.
02 Ferrari 156 ‘Sharknose’
Nel 1961, le nuove regole tecniche della F1 ridussero la cilindrata da 2,5 a 1,5 litri e la Ferrari si gettò nella mischia con la 156 "Sharknose", un'auto che avrebbe poi vinto cinque degli otto Gran Premi di quella stagione. Il progettista del motore, Carlo Chiti, aveva disegnato un nuovo V6 con un angolo tra le bancate di 120°, che gli permetteva essere montato più in basso nel telaio per abbassare il baricentro e migliorare la rigidità strutturale.
Con questa vettura il pilota americano Phil Hill e il suo compagno di squadra tedesco Wolfgang von Trips hanno entrambi vinto due gare a testa, mentre Giancarlo Baghetti è riuscito a spuntarla in un drammatico GP di Francia a Reims, infilando Dan Gurney per cogliere la vittoria in volata con il traguardo già in vista. Baghetti rimane l'unico pilota ad aver vinto una gara di F1 al suo debutto e peraltro quella di Reims resta la sua unica volta sul gradino più alto del podio. Hill fece suo il campionato piloti ma la sua vittoria fu agrodolce: von Trips ebbe un incidente mortale a Monza, in cui persero la vita anche 14 spettatori. L'incidente potrebbe anche spiegare perché Enzo Ferrari ordinò la distruzione di tutte le 156. La leggenda vuole che alcune parti finirono mescolate con il cemento di una nuova fabbrica.
03 Ferrari 250 GTO
La Ferrari più famosa di tutte è nata come una risposta pragmatica all'aumento del livello di competitività nelle corse automobilistiche mondiali. Il telaio era simile a quello della classica 250 GT SWB e consisteva in un telaio tubolare in acciaio. Gli interventi sullo chassis hanno riguardato gli attacchi di componenti come il cambio, il radiatore e i serbatoi del carburante e dell'olio. La maggior parte delle GTO aveva due prese d'aria di raffreddamento nei parafanghi anteriori; alcune ne avevano invece tre. Anche il resto della carrozzeria è stata ridisegnato.
Modifiche aerodinamiche sperimentali hanno ridotto la portanza anteriore e migliorato il carico aerodinamico posteriore. Il progetto fu inizialmente supervisionato da Giotto Bizzarrini, che avrebbe presto lasciato la fabbrica durante la famigerata "rivoluzione di palazzo" alla fine del 1961. Il vecchio amico di Enzo, Sergio Scaglietti, fu quindi incaricato dal Drake di completare l'auto. Nel complesso, nessuna delle 36 GTO prodotte nel primo lotto del 1962-1964 era uguale all'altra. Sebbene i pannelli fossero tutti battuti a mano in alluminio su dime di legno dagli artigiani di Scaglietti, c'erano molte differenze, alcune estetiche, altre più empiriche e ingegneristiche. Era, e rimane, eccezionale da guidare.
04 Ferrari 312 T
La sorprendente 312 T fece il suo debutto nel Gran Premio del Sud Africa del 1975: la T indicava il cambio montato trasversalmente, soluzione che migliorava sostanzialmente l'equilibrio e la manovrabilità dell'auto. Sebbene Lauda non sia riuscito a ottenere qualcosa di meglio di una quinta posizione nelle prime quattro gare della stagione, con un ritiro in un tragico GP di Spagna, le vittorie sono poi arrivate a Monaco, in Belgio, in Svezia e negli Stati Uniti, con il suo compagno di squadra Clay Regazzoni che ha invece trionfato in Italia. Lauda ha vinto il titolo piloti, Ferrari il campionato costruttori, il primo dal 1964.
La 312 T utilizzava una monoscocca in alluminio, con un sistema di sospensioni ridisegnato che consentiva al direttore tecnico Mauro Forghieri e al suo team di avere un'anteriore compatto, migliorandone l'efficienza aerodinamica. Il suo 12 cilindri a 180° era affidabile e capace di esprimere 500 CV. Il caratteristico airbox è stato bandito dal nuovo regolamento per la stagione 1976, quella a cui Lauda ha avuto la fortuna di sopravvivere in seguito al suo terribile incidente al Nürburgring. La 312 T è poi diventata più impressionante man mano che si è evoluta negli anni Settanta, guadagnando un muso insolitamente largo.
05 Ferrari F2004
Nelle corse automobilistiche, c'è a volte la tentazione di pensare che tutto in passato fosse in qualche modo migliore. Ma quando si tratta della Ferrari F2004, la resistenza è inutile. Non è bella come la 312 o la 641 degli Anni 90, ma ha avuto molto più successo, un autentico capolavoro con un motore V10 che ha portato Michael Schumacher al suo settimo e ultimo titolo mondiale di F1. Schumy ha vinto 13 delle 18 gare in calendario quella stagione e il suo compagno di squadra, il pilota brasiliano Rubens Barrichello, ha ottenuto altre due vittorie.
Il dominio della F2004 è in qualche modo sottovalutato, perché ha segnato l'apice dell'era Ross Brawn/Rory Byrne/Michael Schumacher, un periodo trionfale. Quest'epoca ha prodotto cinque titoli piloti consecutivi e sei titoli costruttori in fila, un record che ha portato inevitabilmente ad annoiare un po' il pubblico, anche se i membri della Ferrari si sono divertiti. È interessante notare che le caratteristiche delle gomme Bridgestone della F2004 hanno fatto sì che la Ferrari non fosse così dominante nelle sessioni di qualifica - solo le 12 pole allora - ma l'auto, il pilota e i guru della strategia della pitlane si sono integrati a meraviglia, ottenendo risultati di gara incredibili. E per quanto riguarda quel motore... sheesh.
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