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Le concept dimenticate - Alfa Romeo 164 Proteo

Benvenuti nella rubrica delle concept car dimenticate, macchine che hanno attraversato il firmamento dell'auto come meteore. È la volta dell'Alfa Romeo 164 Proteo

Sam Burnett
Pubblicato il: 19 dic 2022
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Se credete che il 2022 sia stato un anno un po’ fiacco per i motori, pensate al 1991. Ricordiamo quell’anno per l’Operazione Desert Storm, per il crollo dell’Unione Sovietica e per la scomparsa di Freddie Mercury, ma non certo per le auto. Eppure anche quell’anno cupo ci ha dato un barlume di speranza: la Alfa Romeo Proteo. Presentata a Ginevra, era basata sulla vecchia Alfa 164 cui era stata segata via la parte centrale. Riprendeva, addolcendola e rendendola più accettabile, la linea a cuneo della SZ coupé e della sorella roadster. Inoltre sfoggiava una linea di cintura che saliva verso il posteriore e i tripli fari quadrati della SZ. I fan più sfegatati dell’Alfa avranno già notato le somiglianze con la Spider del 1995.

La Proteo concept era pronta per la produzione e sarebbe stata realizzata in 2000 esemplari. Invece alla fine l’Alfa è riuscita a creare solo tre prototipi

Alfa Romeo Proteo, un pezzo d'autore

La Proteo è stata disegnata da Walter de Silva, all'epoca a capo del Centro Stile Alfa Romeo. I lavori erano già iniziati sulla Spider prima dell’arrivo di de Silva, ma la Proteo porta la firma di Walter e presenta il nuovo look dell’Alfa. A detta dell’allora capo della Casa di Arese, Giovanni Battista Razelli, la Proteo concept era pronta per la produzione e sarebbe stata realizzata in 2000 esemplari. Invece alla fine l’Alfa è riuscita a creare solo tre prototipi. Come mai? Non c’è niente di male nella Proteo. Il suo hard top a scomparsa, poi, era una vera novità, anche se la vera moda è scoppiata nel 1996 con la Mercedes SLK.

Un cuore generoso

All’interno la Proteo era l’esatto contrario di quello che ci si aspetta da un concept futuristica. Era persino troppo sobria per essere un’Alfa. Ma quando l’abitacolo è noioso di solito significa che la produzione è assicurata. Il pannello strumenti e i quadranti sono familiari a chiunque sia salito su un’Alfa negli ultimi quarant’anni e la plancia è inspiegabilmente piena di pulsanti. Sotto il cofano c’è il carismatico V6 3,0 Alfa, la trazione è integrale e le quattro ruote sono sterzanti per migliorare handling e grip. Il motore eroga 256 CV e porta l’auto a 250 km/h. Insomma, gli ingredienti per divertirsi ci sono tutti. I tre prototipi sono conservati al museo dell’Alfa Romeo di Arese. Se il vostro sogno è possederne una, potete scendere a compromessi dipingendo di Rosso Proteo una Spider del 1995. Di più non si può.

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