Out of the box: il ristorante che non ti aspetti...
Quando pensi di fare uno spuntino e finisci per fare una gustosa abbuffata... A Origgio, alle porte di Milano, trovi la sorpresa che non ti aspetti.
A volte ci capita di imbatterci in qualcosa di totalmente inaspettato e per questo altrettanto piacevole e sorprendente perché, anche per chi come noi ha la fortuna di aver fatto della propria passione un lavoro, le sorprese capitano eccome, soprattutto quando pensi che a due passi da casa hai visto più o meno quasi tutto quello che c’era da vedere in ambito motoristico. Autostrada Milano-Laghi in direzione Como, prima uscita Origgio, non proprio la Goodwood dei motori o Villa d’Este in tema di eleganza, anche se in linea d’aria siamo a poca distanza... Le indicazioni del nostro contatto ci dicono di cercare un certo – e per noi non meglio identificato – ristorante Olio.
Specialità della casa
Ok, il nome promette bene, ma noi non siamo appassionati di slow food e l’unica cosa che ci piace della Michelin sono i pneumatici, possibilmente hi-performance. La partenza però è buona, ad accoglierci all’ingresso, oltre al proprietario Paolo Milini, ci sono una Aurelia B20 ed una Siata 1100 che fanno bella mostra di sé, con tanto di bolli di gara dell’ultima Coppa Milano Sanremo appena disputata. Iniziamo a sentirci più a nostro agio. Il ristorante è decisamente cool, ma per noi lo sono ancora di più l’Austin Healey 100 e la Jaguar XK 120 messe lì quasi per caso tra i tavoli e le oltre 700 etichette di vini disponibili, con tanto di accurata descrizione del modello nei più minimi dettagli tecnici. Bell’idea, ci piace, però ne abbiamo già visti tanti di posti così, proviamo a salire al secondo piano. E qui le cose iniziano a farsi molto più serie perché ad attenderci ci sono oltre una ventina di auto, tra cui spiccano una meravigliosa Giulietta Sprint Speciale ed una Spider, una Mercedes Pagoda, una Lancia Aurelia B24 e tante altre meraviglie a due e quattro ruote in mezzo ad originali opere d’arte contemporanea che contestualizzano il tutto. Il meglio però deve ancora venire. Sì, perché adesso Paolo ci invita a visitare le serre dove - ci dice -ci sono oltre 270 specie di piante grasse (praticamente quasi tutte quelle esistenti nel nostro Paese) più diverse altre coltivazioni idonee ad approvvigionare la cucina del ristorante. Però a noi delle piante grasse e dei prodotti a chilometro zero interessa il giusto, al massimo ci piacciono le auto a chilometri zero.
Passione condivisa
Saremo scontati, lo ammetto, ma che ci volete fare? Rimaniamo degli inguaribili nostalgici, amanti dei ferri vecchi e delle essenze di olio e benzina. Essenze che però qui, in realtà, non si sentono da nessuna parte perché su oltre novanta auto non ne abbiamo trovata una che perdesse una sola goccia di olio, contrariamente a quanto il nome del ristorante farebbe presagire... E infatti le serre sono letteralmente piene di auto in perfetto ordine simmetrico, corredate di descrizione e curiosi aneddoti che Paolo ci regala, come quello della Land Rover 88 seconda serie che usava personalmente per andare a sciare a Gressoney fino a pochi anni fa. “The box, questo il nome dell’esclusivo spazio polifunzionale - ci spiega lo stesso Milini - è un progetto che nasce circa otto anni fa quando io e la mia famiglia abbiamo deciso di mettere a fattor comune le nostre più grandi passioni: le auto, la buona cucina, il gusto per il design e l’accoglienza, unite all’arte contemporanea. Un mix singolare, ma che ben amalgamato ci ha permesso di inaugurare lo scorso anno una realtà sicuramente unica nel suo genere che ha in altre due eccellenze le sue punte di diamante: Valvole in Testa e Valvole in Mostra”. In concreto, si traducono in uno spazio di circa 600 metri quadri dove trovano posto altre 40 vetture tra Ferrari, Lamborghini, Maserati e, soprattutto, in una splendida officina, dotata di un banco a rulli da far invidia a Fast&Furious. Qui, va detto, si trova forse la sorpresa più grande perché non si tratta di un semplice service di manutenzione di auto d’epoca, ma di un vero e proprio atelier di restauro aperto ad un ristretto gruppo di appassionati ed affezionati clienti a cui Paolo presta volentieri le cure dei suoi validi collaboratori. A testimonianza di quanto sopra, ci sono ben tre Jaguar E (prima e seconda serie) ed una 190 SL, portate letteralmente a lamiera e messe accuratamente su apposite dime perché qui assolutamente nulla è lasciato al caso, così come avviene per l’esclusivo Club del Tartarughino: neonato sodalizio di Gentleman driver che ha scelto “The Box” come esclusivo hub di ritrovo per i suoi esigenti e selezionatissimi membri.
Palato fino
Tra tante meraviglie, chissà quali sono le tue preferite, Paolo? “Sicuramente la Porsche 993 che ho acquistato per prima, in quanto era l’auto dei miei sogni di gioventù, seguita dalla Siata 1100 Turismo Veloce Vignale proveniente da Tokyo con targhe originali Varese di cui ne esistono solo due esemplari al mondo, senza dimenticare la Ferrari 550 Maranello o la splendida Maserati 3500 acquistata in Germania dopo una lunga trattativa”. Che altro aggiungere? Un filo d’olio sull’insalatona al ristorante Olio in “The Box” e – su appuntamento – una visita guidata in mezzo a tutte queste meraviglie senza pari.
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