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Top Gear's Top 9: le auto incomprese, in anticipo sui tempi

Questi modelli hanno avuto l'idea giusta... ma sono scomparse prima che il mondo fosse capace di rendersene conto

Testo Ollie Kew riadattato da Paolo Sardi
Pubblicato il: 20 gen 2023
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01 Electrobat

Una metropoli moderna con una flotta di taxi interamente elettrici è una visione utopica del domani, giusto? In realtà, era molto vicina alla New York del 1890. L'Electrobat da 1,5 CV del 1894 aveva un'autonomia di 40 km ed era più veloce (e molto meno puzzolente) dei taxi trainati da cavalli. Purtroppo l'azienda rimase a corto di fondi quando entrò in scena Henry Ford con la sua produzione di massa.

02 Chrysler Airflow

Le auto dell'anteguerra tendono ad avere un po' tutte lo stesso aspetto: eretto, maestoso e antiquato. L'Airflow dimostra che negli anni Trenta Chrysler studiava l'aerodinamica e sondava altre strade. Il motore fu fatto scivolare in avanti per essere collocato tra le ruote anteriori, migliorando lo spazio nell'abitacolo. Un'altra soluzione moderna era il passo lungo, ma il pubblico americano l'accolse freddamente e frenò la sua commercializzazione.

03 Aston Martin Lagonda

Una berlina di lusso dotata (almeno per un po') di un cruscotto digitale e di pulsanti sensibili al tocco? È stato davvero necessario aspettare i primi anni Duemila per trovare una tecnologia così insensata? Non è così. Aston Martin si è cimentata con certe diavolerie elettroniche già nel 1976. L'Aston Martin Lagonda con il cruscotto digitale è però rimasta in listino solo fino al 1980 (anche se a ben vedere il suo vero ingresso in catalogo risale... ehm... al 1979). 

04 Tucker 48

Impantanata in uno scandalo, vendicata in tribunale, perseguitata dalle teorie cospirative di un'acquisizione da parte di Ford/GM/Chrysler, la storia della Tucker è materiale da film. E infatti Jeff Bridges ne ha interpretato uno nel 1988. La Tucker 48 era una streamliner ossessionata dalla sicurezza, con vetri antisfondamento, un enorme spazio nell'abitacolo e un motore da elicottero montato posteriormente. Ne furono costruite 50 e oggi ne sopravvivono 47. Oggi potete acquistate un parte di quella che sarebbe potuta essere la storia dell'America con un assegno a sette cifre...

05 GM EV1

Dal 1996 al 1999, General Motors è stata leader nel mondo delle auto elettriche, molto prima che Elon acquistasse Tesla (fondata da altri nel 2003). Inizialmente noleggiata solo a Los Angeles, la pionieristica GM EV1 ha avuto da principio un riscontro positivo. I colletti bianchi dell'azienda hanno però avuto paura di avere problemi con i pezzi di ricambio e con le richieste di garanzia e hanno riacquistato le auto per distruggerle, facendone sopravvivere solo poche. L'ex capo della ricerca e sviluppo della GM, Larry Burns, ha dichiarato: "Se avessimo potuto riportare indietro le lancette del tempo, avremmo potuto avere la Chevy Volt 10 anni prima".

06 Honda Insight

Sebbene la filante Honda Insight non abbia battuto la Toyota Prius sul mercato giapponese, è stata la prima ibrida a essere messa in vendita negli Stati Uniti. La percorrenza media dichiarata era da record, 27 km/litro abbondanti, ma la Insight, costosa da fabbricare e piccola, è uscita di scena prima che gli ibridi diventassero un grande business. Un'altra occasione persa...

07 Rover Streetwise

Una normale utilitaria familiare con sospensioni leggermente rialzate e passaruota in plastica. Pensate alla Ford Fiesta e alla Focus Active, alla Kia XCeed... e Rover l'ha fatta nel 2003, mezzo decennio prima che il boom dei crossover iniziasse a decollare. E Rover non è stata la prima a passare alle utilitarie alte...

08 Dodge Caliber

... perché alcuni mesi prima che la Nissan Qashqai rivoluzionasse il segmento delle auto da famiglia, Dodge ha lanciato la Caliber, una sorta di Range Rover Sport in scala sette ottavi. Se non avesse avuto motori fiacchi e assetati e un interno da modellino Matchbox, avrebbe potuto essere una vera castigamatti sul mercato.

09 BMW i3

Ancor prima che uscisse dal listino l'anno scorso, BMW ha ammesso di aver sbagliato la i3, o meglio, di averla resa troppo radicale per la maggior parte del pubblico. L'aspetto era troppo bizzarro, la ricerca dell'efficienza troppo fobica per la moda del momento. Un vero peccato: una city car in carbonio riciclato con un'autonomia doppia rispetto a una Honda e o a una Fiat 500e avrebbe dovuto essere la city car di oggi, non di domani o, per assurdo, di ieri.

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