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Rimac Nevera, l'auto da 1,2 GigaWatts!

Ha “solo” 1.914 CV e non viaggia nel tempo... o almeno non ancora. Ma l'hypercar elettrica Rimac Nevera sta già riscrivendo i libri di storia.

Testo Jason Barlow - Foto Jonny Fleetwood
Pubblicato il: 04 ago 2021
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"Gli informatici sono fuori dal mondo”, dice Miro Zrnčević che, come tutti i croati, non le manda a dire. È il capo collaudatore della Rimac e ha un compito cruciale nel progetto Nevera: trovare l’anima di una macchina le cui performance colossali sono imbottite di zero e di uno, come sui titoli di apertura di Matrix.Il suo è un viaggio parallelo a quello degli esperti informatici. “Durante lo sviluppo guidavo l’auto e poi davo il mio feedback agli informatici. Loro smanettavano un po’ sui loro laptop, me la facevano riprovare e la Nevera era migliorata, anche se nessuno di loro l’aveva mai guidata”. Migliorata qui significa che le prestazioni diventano ancora più folli. Perché parliamo di una hypercar 2.0, un mondo in cui tutto quello che sappiamo sulle auto veloci (molto) è destinato a cambiare per sempre.

 

Numeri da primato

Sono anni che il software gioca un ruolo importante nel set up, ma mai come oggi. I numeri della Nevera sono roba forte: verrà costruita in soli 150 esemplari e costerà 1,99 milioni di euro (più IVA). La velocità massima è di 415 km/h, ma Miro ammette che, nonostante il rigoroso programma di collaudo, non sono ancora riusciti a raggiungerla. Il poco di ufficiale che sappiamo di lei è che accelera da 0 a 100 km/h in 1”85, da 0 a 160 in 4”3, stacca il quarto di miglio in 8”6 e arriva a 300 km/h da ferma in 9”3. Con questi numeri la Nevera è leggermente più veloce di una monoposto di F1. Considerando che pesa 2.150 kg (di cui 700 di batteria) potete farvi un’idea di quanto sia folle. D’altronde sappiamo bene di che cosa sono capaci i veicoli elettrici più potenti. La Audi e-tron GT e la Porsche Taycan hanno rivoluzionato il loro settore. Quello che vogliamo davvero sapere, però, è se la Nevera,oltre che potentissima, sia in grado di farci vivere emozioni da vecchia scuola, scatenando quel genere di reazione fisica che hai quando un V12 superagli 8.000 giri in terza e fende l’aria con il suo boato. Abbiamo un giorno intero per scoprirlo.

A tu per tu

Salire sulla Nevera non richiede contorsioni da ginnasta: Mate Rimac, il fondatore della Casa, voleva un’auto facile da usare e così ha scelto le portiere ad ali di farfalla che si sollevano in stile Ford GT. La visuale anteriore è buona e quella posteriore discreta ed è anche facile capire dove finisce il cofano. Più guardi la Nevera in movimento, più ne apprezzi le linee. Fa scena, ma è più simile alla Honda NSX che alla Ferrari SF90. La sua linea, compresa la firma della Rimac – il motivo a cravatta sul passaruota posteriore– è dettata dall’aerodinamica e dalle necessità di raffreddamento. “La cravatta è il simbolo della forza e dell’identità croata fin dal XVII secolo”, spiega il direttore del design Rimac, Adriano Mudri. Tutto all’interno, a eccezione del reparto HVAC (che sta per Heating, Ventilation and Air Conditioning) preso dalla Audi R8, è fatto in casa, dal sistema di infotainment al software, alle maniglie interne delle portiere, passando per i pulsanti e le prese d’aria realizzate in alluminio ricavato dal pieno. Le frecce sono pulsanti in stile Ferrari. Ci sono tre schermi TFT ad alta definizione con software e grafica personalizzati. Quello principale è configurabile e mostra tutte le informazioni importanti e tanto altro ancora: c’è un display per la distribuzione della coppia nel tempo, un misuratore di forza g e vari altri quadranti difficili da interpretare in movimento. Lo schermo centrale gestisce l’infotainment, il telefono,il navigatore, il clima e anche la regolazione dei sedili.

Elettroshock

La Nevera ha un pacco batterie al litio/manganese/nickelda 6.960 celle e 120 kWh a forma di H lungo l’asse centrale e dietro l’abitacolo. Ci sono quattro motori elettrici a magneti permanenti, uno per ruota, il torque vectoring più avanzato mai realizzato, equivalente a 1.914 CV e 2.360 Nm di coppia. I due cambi monomarcia sono collegati alle ruote anteriori e posteriori. La Nevera ha un’autonomia di 547 km nel ciclo WLTP e collegata a un caricatore da 500 kW impiega 19 minuti per ricaricare le batterie fino all’80%. Nonostante sia futuristica, è facile da usare. Il controller è un manettino a sinistra del volante che serve per rendere più incisivi i controlli e per scegliere tra P, R, N e D. La Rimac sta ancora perfezionando l’interfaccia aptica. Attraversiamo la città sfruttando una frazione minuscola della potenza disponibile, attirando l’attenzione dei passanti e facendo scattare i flash degli autovelox. La strada che porta al traghetto locale è una goduria: un nastro d’asfalto liscio che si dipana in questo paesaggio lunare di rocce carsiche e vegetazione sporadica, tra curve e tornanti intervallati da un paio di rettilinei allettanti. Pesto sull’acceleratore e vengo travolto da un’ondata di energia sconvolgente. Persino un grosso motore a combustione con molti cilindri ha bisogno di un attimo per reagire, la Rimac invece scatta in avanti all’istante. Sfatiamo un mito: con le auto veloci non si tratta solo di velocità. È fondamentale anche il come, perché e  cosa succede per arrivare a quella velocità. Lo sterzo completamente elettrico della Nevera è ben calibrato e ti permette di disegnare le curve con un movimento lineare, anche se non ha una sensibilità del tutto naturale.

Settebello

Ci sono sette modalità di guida: per tutti i giorni la Sport è l’ideale perché affila le reazioni di acceleratore, freni, sospensioni e sterzo. La Range consuma meno elettricità, la Track porta tutte le reazioni al massimo, la Custom ti permette di fare un mix dei set up preferiti e la Drift invia tutta la coppia al posteriore per incendiare le Michelin Pilot Sports. Nelle modalità meno aggressive la Nevera sembra quasi una Bentley Continental GT. Con le sospensioni a doppi bracci con ammortizzatori elettronici e assetto attivo è piuttosto confortevole anche alle alte velocità, sebbene di tanto in tanto sobbalzi sulle sconnessioni improvvise. Attraversato il Velebitski Kanal con il traghetto e presa la strada per Prizna, la Nevera si rivela ricca di sfumature. Il segreto è il torque vectoring, un set up complicatissimo capace di trasformare la Rimac in cinque auto diverse. Attorno a lei ci sono 77 centraline e milioni di righe di codice, ma lungi dall’essere confusionario o schizofrenico, il risultato è spettacolare. Il Rimac All-Wheel Torque Vectoring(R-AWTV 2) sostituisce in modo efficace l’ESP tradizionale e il traction control e con i suoi 100 calcoli al secondo è predittivo e reattivo. A seconda della modalità puoi sfruttare il grip garantito dalla trazione integrale, neutralizzare il sottosterzo e trovare un buon equilibrio o inviare tutta la coppia al posteriore per fare i traversi. In Sport, la Nevera è maneggevole quanto una Porsche 911 Turbo, ma si lancia fuori dalle curve con una ferocia che è tre volte quella della Porsche (e d’altronde ha il triplo dei cavalli).

Non solo forza bruta

Questo uragano di potenza non è una sorpresa, lo sono invece la sua agilità e il suo portamento. E anche la sensazione di leggerezza che trasmette: sembra pesare mezza tonnellata in meno, ha un’ottima distribuzione dei pesi nonostante abbia un pacco batteria che pesa quanto un’intera Caterham Seven. Miro e il suo team stanno perfezionando la frenata, un booster del freno elettroidraulico con un simulatore distribuisce la forza frenante tra i dischi carboceramici Brembo da 390 mm davanti e dietro e il motore elettrico, in funzione di ciò che conviene da un punto di vista termico. La Nevera ha la frenata rigenerativa più potente oggi sul mercato che permette di guidarla su una strada tutta curve usando un solo pedale. Poi c’è il telaio, interamente in carbonio (compreso il tetto, l’alloggiamento della batteria integrata e il subframe) che le dà una rigidità torsionale degna di un prototipo di Le Mans. A detta della Rimac è la stradale più rigida mai costruita: con i suoi 70.000 Nm/grado è due volte più rigida della Lamborghini Aventador. Ogni tanto si sente uno scricchiolìo o un cigolìo (la fibra di carbonio genera anomalie acustiche insolite), ma nel complesso è un’auto tecnicamente superiore e si sente.Ti resta la voglia di usare i paddle al volante e il motore così fluido inevitabilmente diventa leggermente meno coinvolgente: semplicemente non è un V12. Ma queste mancanze sono ampiamente compensate dai 1914 CV perfettamente calibrati.E anche la colonna sonora è ottima: un mix di sibili, rombi e suoni fantascientifici. Non molto diversa da una Chiron, ma molto più veloce.

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Pronti al decollo

La meta della nostra prova al volante è l’aeroporto di Zadar, l’unico posto nella zona dove è possibile provare l’accelerazione folle di cui la Nevera è capace. Fare una partenza lanciata con la Nevera è facilissimo: si seleziona la modalità Track sul manettino, si preme il freno per qualche secondo, poi si toglie il piede e si pesta sull’acceleratore. I 10-15 secondi successivi vengono vaporizzati. Ripeto la partenza lanciata altre due volte, per godermi l’accelerazione folle della Nevera. A questo punto i miei organi interni si sono rimescolati, una situazione che peggiora quando scelgo la modalità Drift. Mate Rimac è un appassionato di dati, quindi lo schermo centrale ospita anche la telemetria della Nevera, che si può scaricare. Incontriamo Rimac sulla pista di decollo. Ci spiega il punto in cui i dati indicano che ho accelerato di più, in che modalità ero e quanta potenza ho usato: 1.580 Cv. Rimac ha sviluppato un suo sistema dati M2M per permettere ai proprietari di analizzare le performance di guida, i dati e l’anteprima delle mappe su tutte le solite piattaforme e ci saranno anche gli aggiornamenti via etere.

Un assistente virtuale

E non è tutto: c’è anche un pilota artificiale che usa i 12 sensori ultrasonici dell’auto, le 13 telecamere e i sei radar collegati al più recente sistema operativo NVIDIA Pegasus per sovrapporsi al pilota reale nel giro di pista e permettere ai guidatori di trovare la traiettoria, punti di staccata e di accelerazione perfetti. La Rimac è ricca di tecnologia, di gadget e di sorprese. Essendo, la prima hypercar completamente elettrica ha un che di pionieristico. Nel quarto di miglio polverizza la Bugatti Chiron Sport. Ma le auto a combustione interna più potenti – oltre che veloci – hanno anche carattere: quello che ti rimane più impresso nella memoria è il loro motore e il sound, prima ancora della velocità. La Nevera però sembra progettata e sviluppata da gente che non è solo all’avanguardia nella tecnologia e nel software, ma che ci sa fare anche con l’hardware. Mettendo insieme questi elementi il risultato è un’auto coinvolgente, ma anche un vero salto in avanti. Mate Rimac è un po’ come un Pagani tecnologico che concentra l’attenzione tanto sulla bellezza quanto sull’intelligenza artificiale. Gli informatici a quanto pare non sono così fuori dal mondo, dopotutto.