Una Bentley Flying Spur in Islanda: fuoco e ghiaccio
Epifania ecologica a bordo di una Bentley? Non ha senso essere a disagio, giusto?
Geologia fuori dagli schemi
Né vegetazione né alberi e neppure campi. In Islanda tutte le costruzioni sembrano incredibilmente fragili, come una delicata gioielleria, erette su terreni sterili fatti di lava. Sporadici cumuli di neve e ghiaccio sono tutto quello che copre il terreno. La natura qui mostra all’uomo la sua forza e com’è veramente, una lezione continua in cui la geologia va a braccetto con l’energia. Nel sottosuolo c’è calore: la dorsale del medio Atlantico divide questo territorio che si muove, espandendosi al ritmo di 40 millimetri all’anno e una sottile crosta si sposta sopra una sorta di reattore, facendo sì che ogni sorgente d’acqua diventi una fonte d’energia. Infatti, oggi il 75% dell’energia elettrica in Islanda proviene da fonti idrogeologiche, il resto dalla geotermia. Nel sottosuolo, a 2,5 chilometri di profondità, un sistema di condutture fa circolare vapore bollente e riporta indietro acqua fredda che sarà nuovamente riscaldata, servendo l’85% delle abitazioni.
Il meglio sotto pelle
Abbiamo incontrato Thordis Gylfadóttir, ministro del turismo, dell’industria e dell’innovazione (ma lei si autodefinisce “Ministro del divertimento”) che ci ha presentato un concreto piano per rendere l’Islanda completamente libera dai combustibili fossili entro il 2050, primo Stato al mondo. Non è un’operazione semplice nemmeno in un Paese così avanti nelle energie rinnovabili: durante una corsa in taxi il conducente,t ra una chiacchierata sulla musica dei Led Zeppelin e l’altra, ci ha confidato che la sua Audi e-tron d’inverno ha un’autonomia variabile tra i 170 e i 180 km, ma una forte politica di incentivi aiuta l’acquisto di vetture del genere tanto che una Mercedes Classe S ibrida, per esempio, arriva a costare la metà di una Diesel. Questo ci permette di introdurre la vistosa ed eccessiva Bentley viola protagonista del nostro viaggio: può sembrare una scelta inopportuna, ma un po’ come questa terra anche l’auto nasconde il meglio sotto pelle, cosa che non si può dire di tutte le auto e nemmeno di tutte le nazioni del mondo.
La prima Bentley ibrida
La Flying Spur è piacevole, una vettura di prestigio a quattro porte dalla linea fluida che va dritta al sodo, non comune nella categoria, senza far sembrare il guidatore un autista. E l’Islanda? Affascinante, inebriante, quasi stordisce per la sua bellezza. Ricordiamo ancora di aver attraversato un ponte sotto cui passavano iceberg che si staccavano da un vicino ghiacciaio, uno spettacolo eccezionale, ma anche preoccupante, in un senso che approfondiremo in seguito. Adesso un po’ di tecnica: si tratta della prima Bentley ibrida, anzi ibrida plug-in. Sotto al cofano ci sono un V6 da 2,9 litri biturbo con i catalizzatori posti tra le bancate per renderli più efficienti, oltre un motore elettrico da 134 CV inserito tra il V6 e il cambio. È alimentato dalla batteria da 14 kWh quando lavora da solo consente un’autonomia prossima ai 50 km.
Solo fonti rinnovabili
L’autonomia elettrica però stavolta ci interessa poco, lo scopo della prova è percorrere tutta la strada da una parte all’altra dell’Islanda utilizzando soltanto acqua,vulcani e paglia, ossia viaggiare per poco meno di 800 km con un carburante ricavato al 100% da fonti rinnovabili. Il viaggio inizia subito con un imprevisto: la Route 953 che conduce al faro Dalatangi, il più a est di tutta l’isola è interrotta da una frana, e ci costringe a percorrere circa 50 km in meno. Mentre siamo in albergo a Egilsstadir inizia a nevicare. Questo ci preoccupa, la Bentley monta pneumatici estivi, caso forse unico in tutta l’Islanda. Alle 5 del mattino seguente siamo in auto con il termometro che segna 0,5 °C a imboccare la Route 1 che in 1.600 km percorre l’intero perimetro. A parte pochi camion, siamo in perfetta solitudine su una strada che è un susseguirsi di salite e discese dove perdiamo o guadagniamo velocità, cercando di non stressare la meccanica, ricaricando anche la batteria della parte ibrida. La Bentley si adatta benissimo a questa guida tranquilla, la più indicata per godere della vista del paesaggio e rispettare il limite di velocità di 90 km/h.
Qualcosa non torna
A titolo di curiosità, pare che in Islanda ci siano una Lamborghini e due Ferrari anche se risulta difficile capire il senso di auto simili in questa terra. Percorriamo circa un quarto del viaggio consumando appena 8,7 litri ogni 100 chilometri in pieno relax, stuzzicando il motore termico solo in rare occasioni. Quando accade, bisogna dirlo, la risposta del 6 cilindri è ruvida e rumorosa, non da Bentley. Il powertrain,lo stesso montato su Bentayga, è di origine Porsche e anche l’abbinamento con il Suv è poco convincente.
Un po' di paglia per i cavalli
La Casa inglese però ha deciso da qui al 2026 di dotare ciascun modello di una versione elettrificata e di vendere dal 2030 soltanto powertrain elettrici: siamo dunque in piena transizione. Il navigatore mostra costantemente quanta strada si può percorrere in modalità elettrica, ma è una distanza sempre scarsa. Durante il percorso fatto fin qui abbiamo sfruttato molto di più il motore termico, anche perché non stiamo usando normale benzina ma un carburante biologico ricavato dalla paglia. Non si tratta di quello sintetico a cui stanno lavorando Porsche e altri, ma di una benzina bio di seconda generazione. Sviluppata da Coryton, si ottiene da scarti di produzione agricola che fermenta diventando biomassa e producendo bioetanolo il quale, mediante un processo chimico, diviene a sua volta un idrocarburo in tutto e per tutto simile alla normale benzina. Le emissioni di una vettura alimentata con questo carburante non calano, ma considerando l’anidride carbonica assorbita dalle piante nella loro vita, si ha una compensazione pari al 40%. rispetto alla benzina tradizionale.
Uno spettacolo che fa pensare
Nella tarda mattinata siamo nei pressi del ghiacciaio Fjallsárlón: lo spettacolo è eccezionale, ma deve far riflettere quanto il ghiaccio sta diminuendo costantemente per via del riscaldamento globale. Siamo sul ponte di cui accennavamo all’inizio e se da un lato è bello vedere gli iceberg staccarsi dal ghiacciaio e disperdersi, questi sono anche il simbolo dei danni ambientali che abbiamo fatto e a cui ora si deve rimediare. Oggi le case automobilistiche, pressate dall’opinione pubblica, dopo anni di immobilismo si stanno finalmente muovendo. Bentley, ad esempio, ha reso “carbon neutral” l’impianto di Crewe montando pannelli solari. Non abbiamo la certezza che l’elettrico sia la risposta migliore per ridurre l’impatto ambientale, ma ad oggi è la tecnologia più promettente, soprattutto nel settore delle top car. Andando verso sud, sulla Route 1 il traffico aumenta: è la zona più turistica, ma anche quella dove si concentrano i centri di calcolo informatico di molte aziende perché c’è energia pulita in abbondanza e le basse temperature aiutano a raffreddare i server. La benzina speciale è bastata, ma abbiamo dovuto viaggiare con il piede davvero leggero. La parte ibrida non è poi di molto aiuto e oltretutto richiede davvero troppo tempo per ricaricare: assorbe una potenza massima di 7 kW e così servono due ore di carica per ottenere poco meno di 50 km d’autonomia.
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L'impegno non basta
Nonostante la ruvidezza, il motore V6 si comporta bene anche in ambito urbano, ma dal punto di vista dell’impatto ambientale, questo ibrido è un velo sottile steso sulle pecche dei motori endotermici, molto meno efficace in confronto ad altre ibride plug-in o alle elettriche pure. Convincente la benzina bio, uguale in tutto alla tradizionale tranne per l’odore più pungente. Lasciamo l’auto per incontrare il vulcanologo Dave McGarvie che ci accompagna a fare un giro tra le colate di lava fresche del Fagradalsfjall, uno spettacolo incredibile immerso in un mondo alieno. La lava crea formazioni stranissime, le lingue incandescenti e gli sbuffi di vapore tra l’odore di zolfo sono uno spettacolo primordiale. Dave dice che la lava a 20 metri sotto di noi impiegherà almeno due anni per raffreddarsi del tutto. Per comprendere l’unicità di questa terra basta considerare che un terzo della lava fuoriuscita in tutto il mondo negli ultimi 500 anni si trova in Islanda. Proviene da un nocciolo composto di minerali di ferro da 2.400 km di sezione e 5.200°C di temperatura, sottoposto a una pressione di 3,6 milioni di atmosfere, abbastanza da riscaldare tutta la Terra. Se fosse possibile spegnere questo riscaldamento con un interruttore occorrerebbero 91 miliardi d’anni per raffreddarlo. Una fonte d’energia immensa, inaccessibile sulla maggior parte del pianeta ma non qui, dove questa forza antica è ovunque intorno a noi.
BENTLEY FLYINGSPUR HYBRID
Prezzo:€ -
Motore: 2,9 litri V6 biturbo + motore elettrico, 552 CV, 749 Nm
Trasmissione: 8 marce automatico, trazione integrale
Prestazioni:0 - 100 km/h in 4,3 secondi, 283 km/h velocità massima
Consumi e emissioni: non disponibili
Massa: 2.505 kg