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Prova Audi RS6 Performance - Non plus ultra

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Stefano Cordara
Pubblicato il: 21 nov 2023
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SPECIFICHE IN EVIDENZA

  • MOTORE

    V8 4.0 biturbo + modulo mild hybrid

  • POTENZA

    630 CV

  • 0-100

    3,4 secondi

  • C02

    289 g/km

Un vero miracolo

Col de Tourini. Destra-sinistra-destra. Gas-freno-gas. Nella mente mi passano le immagini del più mitico dei Rally (anche se oggi fa tutto sommato caldo e la neve del Rallye di Montecarlo è lontanissima). Strada epica per un “epic drive” con la RS6 Performance. Non c’è che dire, Audi ha azzardato facendoci provare la RS6 su una strada che appare quanto di più inadatto ci sia per una Station Wagon da 2 tonnellate (anche se la Performance pesa 25 kg in meno della RS6 standard), 5 metri e 630 CV. Perché qui è tutto stretto, molto stretto. Le stradine ti fanno capire perché ai tempi la speciale del Turini la vincevano le MINI o le Alpine. È un attimo: chiudi troppo la traiettoria e la roccia sporgente ti apre la fiancata come una scatoletta di tonno. Sbagli la staccata e ti trovi a brucare le foglie di un albero, dal tettuccio perché sei a testa in giù. Perché tutto questo preambolone? Semplice, perché la RS6 Performance riesce in una specie di miracolo. Ti fa sembrare “giuste” per lei anche le strade della mitica speciale del “Monte”.

Le prestazioni della RS6 Performance

Non vi starò qui a raccontare tutti i dettagli di una delle auto che più incarna lo spirito RS di Audi e che negli ultimi 20 anni con le sue 4 generazioni ha fatto la storia delle station wagon da sparo. Qui vi basti sapere che la Performance è la RS6 per chi non ne ha mai abbastanza: 630 cv (+30 rispetto a RS6), 850 Nm di coppia (+50). Tra tutte le RS termiche in gamma è la più potente. Un gingillo capace di sbrigare la pratica 0-100 in 3,4 secondi e che il buon senso di mamma Audi ha deciso di limitare a 305 km/h di velocità massima. Prestazioni semplicemente maiuscole ottenute grazie alla classica giratina di vite del turbo (+0,2 bar) e assecondate dalla nuova taratura del cambio Tiptronic qui più veloce ed efficace. A tutto questo aggiungiamo i cerchi da 22, i freni carboceramici (optional) e le carreggiate più larghe e avremo un quadretto completo della situazione.

Efficacia assoluta

Dicevo? Ah, il miracolo. Perché pur in questo tracciato tortuoso come un intestino la RS6 dimostra una efficacia impressionante. Drive Select su RS l’assetto si “tira” come i muscoli di una discesista (avete letto cosa dice di lei Sofia Goggia sul numero di TopGear che è adesso in edicola?) e le 4 ruote sterzanti sembrano accorciare il passo e la rendono svelta come una A1. E il ritmo che riesci a tenere ha dell’incredibile perché la RS6 non flette, non rolla, non beccheggia. Punti lo sguardo e lei va proprio lì, dove tu vuoi che vada. Lo sterzo non ha ritardi, l’ingresso in curva è immediato. E il sound… beh, aiutato anche dalla riduzione del materiale fonoassorbente è roba che conquista. Tanto che io ho guidato per tutto il tempo con il tettuccio aperto.

Sa essere anche comoda

Poi però la piazzi in “auto” e lei diventa una granturismo. Ovvio, con le ruote da 22 e le gomme alte come una moneta da un euro non si può pretendere un comfort da limousine ma vi assicuro che la RS6 sa essere più comoda di molte auto meno pretenziose a livello di performance. Ha un difetto? Beh alla fine del giro il trip segnava 4 con un litro… Ma credo che a chi ama quest’auto interesserà poco. Ah, per dare soddisfazione al vostro animo green sappiate che anche la RS6 è mild Hybrid.

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