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BMW M3 Touring, trasporto cani velocissimo

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Testo Ollie Kew riadattato da Adriano Tosi
Pubblicato il: 27 mar 2023
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SPECIFICHE IN EVIDENZA

  • MOTORE

    2.993 cc, 6 cilindri in linea, turbo

  • POTENZA

    510 CV

  • 0-100

    3,6 secondi

  • C02

    229 g/km

Foto di Richard Pardon

Incredibile ma vero: quando mancano pochi anni al gong finale per le auto a motore endotermico, BMW si convince, finalmente, che è arrivato il momento di fare contenti migliaia di suoi clienti. In che modo? Mettendo in produzione la M3 Touring, 100% a benzina, senza alcuna forma di elettrificazione. Due i motivi dietro alla decisione: il primo è che fin troppi clienti sono stati regalati, finora, ad Audi, con la RS4 Avant, e a Mercedes con la Classe C AMG station wagon. Il secondo, se non altro così ci piace immaginare, è che a Monaco sono molto meno convinti di alcuni loro colleghi - Audi, per esempio, che lancerà solo auto elettriche a partire dal 2026 - che i motori a benzina e a gasolio avranno vita breve. Fateci caso: BMW non ha mai fatto proclami circa la “dismissione” dei pistoni e delle bielle; una strategia che, alla luce di quanto sta succedendo a Bruxelles in merito allo stop ai motori endotermici nel 2035, non parrebbe così sbagliata. Ma torniamo alla M3 Touring.

Design tra luci e ombre

BMW ha deciso di fare la M3 Touring proprio nel momento in cui, al doppio rene, è successo quello che sappiamo; guardate una foto del frontale e ve ne renderete conto da soli, nel caso non abbiate capito il riferimento. Una soluzione stilistica che ancora non mi va giù, lo ammetto. In compenso trovo riuscitissimo il posteriore: fianchi larghi, spoiler (stampato in 3D) e quattro scarichi veri, cosa rara di questi tempi, hanno un effetto scenico riuscitissimo. 

Peccato che il sei cilindri in linea turbo, “strozzato” per ottemperare alle norme anti inquinamento, abbia bisogno di una colonna sonora prodotta elettronicamente e diffusa, all’interno, tramite le casse. Se non altro, suona in modo più forte e convincente rispetto al nuovo ibrido quattro cilindri della Mercedes AMG C63. 

Si parte

Va bene, ora partiamo: prima tappa sarà la Svizzera. A parte una piccola deviazione verso Reims, e un numero di soste per il rifornimento superiore all'ideale (un serbatoio da 59 litri non è sufficiente quando in media si fanno i 6,6 km con un litro), il viaggio con la M3 Touring non conosce interruzioni: pioggia, neve e altra pioggia non turbano il suo incedere. La sensazione è che i pneumatici invernali abbiano tolto un filo di precisione alla guida, mentre il fotografo Richard e io ci stupiamo dell'assenza di mal di schiena, nonostante i sottilissimi sedili a schienale fisso. 

A proposito di sedili, però, non sono convinto della loro forma: dover spiegare a un non appassionato la presenza di una protuberanza in carbonio che si fa strada tra le gambe, ecco, non sarà facilissimo. Senza contare che i sedili con lo schienale in carbonio lucido sono un controsenso su un’auto di questo genere. Perché mai dotare la M3 Touring di sedute di questo genere, quando magari ci si vuole caricare una mountain bike? Inoltre, non ha nemmeno molto senso il totale degli accessori montati su questo esemplare: 25.000 euro. Un’aggiunta alla cifra di partenza, già di per sé non contenuta, che proietta questa macchina verso l’esotico. Eccessivo. 

Un primo bilancio

Dopo il tramonto arriviamo a Martigny, una città svizzera ordinata ma architettonicamente anonima, immersa nella valle del Rodano. La vernice opaca della M3 è incrostata di sale, mentre alcuni ghiaccioli rimangono ostinatamente attaccati al diffusore. Così conciata la trovo straordinaria e Richard è sollevato, quando lo rassicuro che non la puliremo per ogni foto: le auto si sporcano e quelle veloci sono più belle se sono sporche. Siamo attivi all'alba e, come noi, anche gli spazzaneve: quando ci sono fino a 400 mm di neve all'anno, è necessario investire nell'attrezzatura necessaria per tenere pulite le strade.

Dirigendoci a sud, verso il Mont Vélan e il confine italiano, eccoci finalmente arrivati su strade in cui la M3 può sfoggiare le sue solide credenziali da gran turismo. E adesso scusate se spoilero un po’ troppo, ma non si può dire che questa M3 sia la Touring. Sulla carta, ci sarebbero da accettare dei sacrifici: innanzitutto, rispetto alla berlina 4x4 ci sono 85 kg in più, 25 dei quali derivano dai soffietti di irrigidimento per contrastare la lunghezza del tetto e il buco nella parte posteriore; a questo si aggiungono i soliti inconvenienti dei due “terzi finestrini” posteriori e del centro di gravità più alto. 

Motore e sterzo

A proposito: niente tetto in carbonio, perché BMW non è riuscita a trovare un fornitore che stampasse un pannello abbastanza grande senza aggiungere un altro zero al prezzo. Ma su strada - in particolare sulla scorrevole E27 che serpeggia attraverso le Alpi verso il passo del Gran San Bernardo - questa sembra proprio una M3. Potente. Coppia illimitata, velocità spropositata e occasionali errori del cambio a otto marce, che non riesce mai a trasmettere l’immediatezza e la brutalità del vecchio cambio a doppia frizione. In compenso, è più morbido e fluido nel funzionamento. Lo sterzo? È leggero ma consistente e rassicurante: non si tratta di uno sterzo da auto moderna superleggera e superveloce, con le relative connotazioni da videogioco. No, qui c’è un buon “transfer” dalla gomma e dal metallo alle mani di chi guida. Purtroppo, però, la corona del volante è ancora troppo spessa: perché M rimane ostinatamente convinta che i suoi guidatori desiderino impugnare qualcosa di così grande?

Differenze tra berlina e Touring

Detto questo, solo se avete la sensibilità di Stig, o se state guidando senza alcun istinto di autoconservazione in coppia con una M3 berlina, potreste notare dove la wagon perde uno o due punti percentuali. Se invece guidate da soli, no. Questa è una wagon mostruosamente efficace. E qui emerge l'aspetto che la Touring condivide con le versioni a due e quattro porte dell'attuale M3: una volta bloccate le impostazioni ideali di motore, cambio, sterzo, scarico, freni e controllo della trazione, le potenzialità di questo telaio si liberano davvero solo quando si superano le velocità socialmente accettabili. Questa M3 è una fenomenale opera di ingegneria automobilistica, ma richiede un autocontrollo superiore alla media da parte del guidatore, a meno di poterla utilizzare in uno spazio privato, non necessariamente una pista. 

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Per gente “autentica”

Sì perché se è vero che la M3 Touring ha un aspetto meno aggressivo della M4 CSL, è anche vero che quest’ultima potrebbe anche essere l’auto perfetta per l’aperitivo, nelle mani di qualcuno che non conosce la differenza tra un sei in linea e un V6 ma nel localino giusto vuole fare la sua figura. No, la M3 Touring è per gente che bada al sodo e che sa perfettamente cosa sta comprando. Qualcuno che porta in giro figli, cani e biciclette, ma che non è il caso di provocare troppo…Ok, torniamo a noi: il passo del Gran San Bernardo è chiuso, come lo è sempre fino agli inizi di aprile, e nonostante questo inverno incredibilmente mite. Il clima ha tenuto comunque a farci un regalo, depositando un po’ di neve in questo angolo di Svizzera poco prima del nostro passaggio: quanto basta per farmi divertire un po’ in modalità trazione posteriore… 

La M3 Touring è per gente che bada al sodo e che sa perfettamente cosa sta comprando. Qualcuno che porta in giro figli, cani e biciclette, ma che non è il caso di provocare troppo

Il divertimento sulla neve

E sapete che c’è? Il 4x4 della M3 Touring è così ben calibrato, così capace di regalare un feeling da trazione posteriore, che non c’è bisogno di andare a “svincolare” l’avantreno. Lo stesso non lo direi dell’Audi RS4, per esempio. Insomma BMW ci ha messo un sacco di tempo per “regalarci” questa auto ma l'attesa è stata ripagata (anche) in virtù di un sistema AWD di livello mondiale, capace di plasmare due personalità in una sola macchina; entrambe fantastiche. Peccato solo che la M3 dovrà essere elettrica entro un decennio, mentre la Mercedes C63 è già in crisi d'identità ibrida. Ok, si sta facendo sera, non resta che tornare verso Martigny. Mezz'ora a nord, a destra di Aigne e si arriva al Col du Pillon, che non chiude per l'inverno. Qui, non è un segreto, ogni tornante è “infestato” da camion, turisti e gente del posto, impegnata a difendere l'onore delle Audi quattro con le unghie e con i denti. 

Sottosterzo, questo sconosciuto

Persino sui tornanti più stretti e solcati da rivoli d’acqua, la M3 si districa brillantemente e con un deciso rifiuto del sottosterzo, mentre i freni in materiale carboceramico offrono un feeling sensazionale anche quando le dita dei piedi diventano nere per il gelo. Non posso non far notare che per tutto questo tempo il bagagliaio da 505 litri è stato riempito di valigie per la macchina fotografica, borse per la notte e spuntini. La maggior parte dei servizi fotografici, presenti e passati, che avete visto su TopGear hanno richiesto un'auto di supporto per trasportare il materiale. In questo caso, no. Cambiando discorso, per la prima provo una sensazione strana e alienante. Nonostante il design non mi convinca, la nuova interfaccia touchscreen inutilmente complessa, gli strumenti digitali scialbi e quel prezzo da capogiro che fa sembrare un “regalo” una M340i Touring (la migliore BMW), l'M3 si rivela un'auto perfetta. Magari non è quella che avete sempre desiderato, di sicuro è molto più di ciò di cui avrete mai bisogno. 

La prova del cane

Scendiamo ancora una volta verso il campo base. L'M3 Touring è veloce, comoda, divertente, spaziosa, tecnologicamente super accessoriata e costruita, in modo solido, con i materiali migliori. Ma non potevamo portarla fino a qui e non sottoporla alla prova del cane. E su questo, permettetemi una piccola divagazione: c'è una strana feticizzazione delle station sportive, perché tutti sappiamo che non si potrebbe mai guidare in modo anche lontanamente veloce con un amico a quattro zampe nel bagagliaio. E con nient’altro, a dir la verità, tolte le macchine fotografiche di cui sopra, ovviamente... La nostra ultima tappa è Barryland, dove si trovano l'allevamento ufficiale, il centro visitatori e il museo del cane San Bernardo.

Piccola storia del San Bernardo

E se vi state chiedendo chi sia Barry, la risposta è che si tratta del più famoso cane da soccorso di montagna, un maschio a cui si attribuiscono decine - forse centinaia - di salvataggi nel XIX secolo. I San Bernardo erano originariamente tenuti per questo nobile scopo dai monaci in un monastero omonimo in cima al passo del San Bernardo, pronti a soccorrere i viaggiatori nei guai. Da quanto ci risulta, i cani non effettuano più un salvataggio dagli anni Cinquanta - un elicottero è più al passo coi tempi, a quanto pare - e, come tutti sanno, non hanno mai portato un barilotto di brandy al collare durante il servizio. Dato però che questi giganti gentili sono svizzeri come il Toblerone, il formaggio a pasta filata e le banche segrete, i discendenti dei soccorritori hanno il loro zoo, il loro museo e il loro negozio di souvenir.

Per staccarci dai cuccioli che assaggiano per la prima volta la neve, invito Barry (ovviamente) e Janga a salire a bordo. La quantità di peli e di bava depositata fa sì che questa particolare M3 non valga più oltre 100.000 euro, ma tutto questo ci ha permesso di arrivare a una preziosa conclusione: due dei cani più grandi del mondo ci stanno in una BMW M. Lettore occasionale, grazie per essere rimasto con noi. Solo TopGear vi offre test così approfonditi.