SPECIFICHE IN EVIDENZA
- MOTORE
4 cil. 2.0 turbodiesel + 1 mot. elet.
- POTENZA
163 CV
- 0-100
7,9 secondi
- C02
112 - 121 g/km
L’elettrico puro è ormai il mantra di tutti i Costruttori e BMW non fa eccezione, eppure la Casa di Monaco tiene comunque vivi e vegeti gli ICE (Internal Combustion Engine), ossia i motori endotermici che parrebbero superati ma… in realtà hanno sempre molte frecce al loro arco. Così nella rinnovata Serie 1 troviamo sia unità a benzina (da 122 CV e 300 CV) sia diesel (150 e 163 CV), tutte turbocompresse, alcune delle quali dotate di tecnologia mild-hybrid a 48 V.
UN’IBRIDA A GASOLIO
Soluzione, quest’ultima, inedita per la compatta a cinque porte di Monaco, e adottata anche dalla la BMW Serie 1 120d protagonista di questo test. A supporto del suo quattro cilindri a gasolio da 2 litri e 150 CV, la 120d impiega un motore elettrico da 20 CV e 55 Nm. L’output di sistema vale 163 CV. La combo turbodiesel+elettrico punta a mettere d’accordo bassi consumi e prestazioni vivaci: per dire, lo 0-100 ufficiale è di 7,9 secondi (contro gli 8,3 secondi impiegati dalla 118d, con il medesimo motore privo di elettrificazione), eppure secondo la Casa questa macchina può percorrere più di 21 km con un litro di carburante.
SOLO CON CAMBIO ROBOTIZZATO
Come le altre versioni, la BMW Serie 1 120d dispone esclusivamente del cambio automatico robotizzato a doppia frizione con 7 marce (quello manuale non è più disponibile), all’interno del quale è ospitata l’unità elettrica. A queste sostanziose novità si aggiungono altri aggiornamenti di rilievo, che coinvolgono pure varie componenti delle sospensioni e dello sterzo. Al punto che BMW parla di quarta generazione del modello, ancorché dal punto di vista strettamente tecnico sia più corretto definirla una profonda rivisitazione dell’edizione precedente.
STESSE PROPORZIONI, NUOVA GRINTA
Com’è logico è stata oggetto di una bella rinfrescata pure la carrozzeria: i ritocchi più evidenti sono nel frontale, che presenta un profilo più basso e penetrante, con una nuova mascherina e fari più sottili; questi ultimi sono full led, con funzione adattativa opzionale. Invece in coda spicca la fanaleria ridisegnata. Cambiano di un'inezia le misure, con la lunghezza che cresce fino a 436 cm (4 più della precedente edizione) e l’altezza che ora raggiunge i 146 cm (+2,5 cm rispetto a prima).
L’allestimento M Sport Design della BMW Serie 1 che ho guidato offre di serie i cerchi da 18” gommati 225/45 (quelli base sono da 17”) ed elementi estetici specifici che accentuano la grinta d’insieme, come la presa d’aria anteriore più ampia e spigolosa e un inserto alla base dello scudo posteriore che simula un estrattore aerodinamico.
DENTRO GUARDA ALLE GRANDI
Salto di qualità per gli interni, che riprendono l’impostazione delle BMW più grandi: la rinnovata Serie 1 riceve un megaschermo leggermente curvo che raccoglie la strumentazione (10,25”, con grafica configurabile ma anche migliorabile in quanto a leggibilità) e il touchscreen da 10,7” dell’impianto multimediale, ora basato sul recente sistema operativo BMW OS9. Lo schermo è molto reattivo al tocco, e il tutto può essere personalizzato con varie app, anche di terze parti.
UN PO' TOUCH UN PO' NO
In generale funzionali i comandi di bordo: quelli della climatizzazione sono virtuali e sempre a vista alla base dello schermo centrale, mentre nel tunnel sopravvivono quelli fisici, fra i quali il tasto per passare dalla modalità di guida Efficient alla Sport oppure a quella personalizzata. Raffinate le bocchette laterali in alluminio con intagli retroilluminati, provviste di pratiche manopole gommate per la regolazione di portata e direzione flussi. Molto, comunque, va pagato a parte: non soltanto l’head-up display e la base di ricarica a induzione per lo smartphone, ma anche il climatizzatore bizona, l’accesso senza chiave e addirittura lo schienale del divano diviso in tre sezioni 40:20:40 (quello standard è in due parti 60:40).
OK PER QUATTRO, MA IL BAULE…
Delle poltrone anteriori si può criticare la regolazione a scatti degli schienali, meno precisa della classica manopola, ma per il resto sono davvero ben conformate, fascianti e comode. Anche nella zona posteriore la situazione non è male, ma solo a patto di essere in due e non in tre: l’accesso al divano richiede un po’ di agilità, comunque lo spazio sia davanti alle ginocchia e sopra la testa non delude. La presenza della batteria del sistema ibrido ruba però volume al bagagliaio, la cui capacità è di 300/1.135 litri contro i 380/1200 delle BMW Serie 1 non ibride; il vano, ben rifinito, è facilmente sfruttabile grazie alla forma regolare, e dispone pure un profondo pozzetto sotto il pianale.
QUASI COME UNA COUPÉ
La BMW Serie 1 si guida stando seduti in basso e con le gambe distese: un'impostazione da coupé più che da berlina. Prendetelo come un indizio sulle qualità dinamiche di questa macchina, perché fra le curve c’è da divertirsi. D’accordo, le solide sospensioni procurano qualche contraccolpo sugli ostacoli secchi, ma vi ripagano con un valido controllo dei movimenti della scocca, favorendo tanto l’agilità quanto la tenuta di strada. Del resto, il peso di questa tedesca è consistente ma non eccessivo: secondo la scheda tecnica, siamo sotto i 1.600 kg. Soddisfano pure lo sterzo, diretto quanto basta e non eccessivamente pesante (ha la servoassistenza variabile), e l'impianto frenante, dalla risposta piacevolmente pastosa.
UNA COPPIA AFFIATATA
Il due litri a gasolio si fa sentire poco e alza la voce solo se si lo si spreme per avere il massimo dello sprint: in tal caso il cambio robotizzato può portarlo sino alla soglia dei 4000 giri prima di passare al rapporto successivo. Altrimenti le cambiate, rapide e quasi impercettibili, avvengono in modo da mantenere il regime di funzionamento a livelli di tutto riposo, anche grazie al fatto che la spinta è corposa a partire dai 1.500 giri/min (regime dal quale sono peraltro già disponibili i 400 Nm di coppia massima). Insomma, l’automatico, puntuale anche in scalata, duetta alla grande con il brioso 2.0 diesel ibridato, ma ciò non toglie che si senta la mancanza dei paddle al volante: innalzerebbero ulteriormente la piacevolezza di guida di questa BMW, ma per averli occorre rivolgersi agli allestimenti superiori.
SA ANCHE ESSERE UNA PASSISTA
L’abitacolo è acusticamente bene isolato pure rispetto al rombo delle gomme e ai fruscii aerodinamici, cosa che contribuisce a rendere la BMW Serie 1 una valida viaggiatrice di lungo corso. Anche perché i consumi non spaventano, anzi: nel test ho guidato lungo un variegato itinerario che comprendeva pure veloci tratti autostradali, e la media calcolata dal computer di bordo è stata superiore ai 20 km con un litro di gasolio: un risultato non lontano dal dato di omologazione WLTP, ma soprattutto notevole in rapporto alle prestazioni di quest'auto.
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PAGANDO, DIVENTA ANCORA PIÙ SPORTIVA
Come le altre versioni della BMW Serie 1, anche la 120d offre di serie accessori quali il navigatore o la frenata automatica di emergenza, ma per avere la guida semiautonoma di livello 2 (quindi mantenimento attivo della corsia e cruise control adattativo) ci si deve rivolgere al catalogo degli optional. Chi invece desidera una caratterizzazione ancora più sportiva anche sotto il profilo tecnico può optare per i cerchi da 19”, e magari salire di allestimento, preferendo all'M Sport Design i più costosi M Sport e M Sport Pro, che fra l’altro offrono incluse nel prezzo anche le sospensioni adattative.
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