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Prova Jeep Gladiator - Lavorare con stile

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Top Gear Team
Pubblicato il: 05 ott 2023
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SPECIFICHE IN EVIDENZA

  • MOTORE

    2.987 CC V6 turbodiesel

  • POTENZA

    264 CV

  • 0-100

    8,6 secondi

  • C02

    241g/km

Piccola premessa, il Jeep Gladiator si avvicina alla fine del suo ciclo di vita: la produzione terminerà alla fine dell’anno. Nel frattempo Jeep ha lanciato la serie speciale FarOut Final Edition, con alcuni aggiornamenti estetici e qualcosa in più a livello di dotazione (foto qui sotto), ma la sostanza non cambia.

La buona notizia è che la versione Overland in prova al momento in cui scriviamo è in promo a 69.000 euro (salvo esaurimento scorte): una buona occasione per regalarsi il mezzo che magari si desidera da tempo.

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Jeep Gladiator, gli piace lavorare duro

Veniamo al nostro Overland: avrebbe dovuto essere una prova normale, ma non lo è stata. Perché, come sempre accade ai mezzi cosiddetti “utility”, appena arrivano in redazione vengono messi sotto a lavorare. Così la vita per il Gladiator è stata molto dura, ma lui non si è scomposto, è nato per questo. Un giorno al seguito di una comparativa Maxi Enduro come auto assistenza sulle carrabili delle Valli di Lanzo, un altro a trasportare moto avanti e indietro. E poi al campo da cross.

Insomma, lo abbiamo fatto faticare e lui…ha goduto. Perché un mezzo così, nasce proprio per questo tipo di utilizzo. Non è un semplice pick up, è il pick up di Jeep, definizione che trasuda americanità come la Budweiser e il barbecue il sabato pomeriggio. Quello che è certo è che unire lo stile Jeep a quello di un pick up rende questo mezzo unico e diverso da tutti.

Un po’ di tecnica

Il Gladiator è lungo 5,59 metri per una larghezza di 1,89 e una altezza di 1,84. Il raggio di sterzata è chilometrico, astenersi quindi abitanti dei centri urbani (ma girare in centro con lui, magari un po’ infangato, fa davvero molto chic). Sotto al suo cofano lavora sornione un bel motore 3 litri V6 a gasolio da 264 CV e 600 Nm di coppia, gestito da un cambio automatico a 8 rapporti.

Interni: un buon mix tra funzionalità e qualità

Vero che le dimensioni sono importanti, tuttavia la presenza del cassone (arricchito nel Gladiator Overland in prova dall’utilissima copertura, che lo rende di fatto un bagagliaio da 1.100 litri), limita un po’ lo spazio in abitacolo, anche se alla fine in quattro ci si sta bene, mentre il quinto deve essere disposto a soffrire un po’. Insomma, l’abitabilità posteriore non è il suo punto di forza (ma nemmeno dovrebbe esserlo), tuttavia non manca niente, nemmeno le prese di ricarica USB per i passeggeri.

Restiamo in zona abitacolo per dire che Jeep a nostro parere (parlo al plurale perché il Gladiator lo hanno provato praticamente tutti in redazione) ha perfettamente azzeccato il mix tra funzionalità e qualità offerto ai suoi occupanti. È un mezzo che nasce per lavorare, ma non è che bisogna per forza lavorare scomodi.

La posizione di guida è centrata e, visto dai posti anteriori, l’abitacolo è simile a quello di una Renegade (Wrangler). Al centro campeggia il sistema UConnect 4, con display touchscreen da 8,4 pollici. Non c’è niente di ultra moderno, ma tutto funziona come si deve: la compatibilità con Apple Car Play e Android Auto è assicurata e non mancano le schermate dedicate alla guida off road. Un tocco di classe? La finitura a mano del quadro strumenti che dà un’impronta qualitativa al tutto. Spazio per gli oggetti ce n’è, ma senza esagerare: nelle portiere ci sono delle retine e il resto lo potete mettere nel tunnel centrale sotto al bracciolo.

Ma come va il Gladiator?

Beh in fuoristrada lo abbiamo portato ovunque, perfino in un campo da cross. Le strette carrabili delle alpi italiane sono pane per i suoi denti: il V6 spinge con una regolarità impressionante e il pick up Jeep divora anche le salite più impervie, manco fosse trainato da uno skilift. Tutto questo lo fa mantenendo sempre un certo comfort in abitacolo, senza lasciar filtrare rumori molesti all’interno.

Da segnalare anche che l’esemplare in prova era piuttosto vissuto e con quasi 50.000 km all’attivo (tutti fatti “male”), ma di cigolii scricchiolii o altri rumori tipici della vita dura di un mezzo a quattro ruote non c’era nemmeno l’ombra. L’unico limite è la lunghezza consistente che, unita a un raggio di sterzata molto ampio, a volte impone qualche manovra in più del dovuto sui tornanti stretti. A chi ama i tecnicismi del mondo 4x4 farà certamente piacere sapere che la triade angolare (attacco – dosso – uscita) del Gladiator si attesta rispettivamente a 41 -18,4 -25 gradi e che la capacità di guado è di 76 cm.

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La vera sorpresa arriva su strada: logico attendersi che un mezzo come questo non abbia problemi in off road (e ci mancherebbe). Un po’ meno logico attendersi che nei trasferimenti stradali sciorini un gran bel comfort. Poco rumoroso in generale, (il V6 è una manna dal cielo) e poco soggetto a vibrazioni o scossoni, il Gladiator si rivela un insospettabile passista. Le dimensioni sono importanti, ma è sufficientemente agile per muoversi svelto, nonostante le 2.2 tonnellate di peso. La taratura delle sospensioni è adeguata e aiuta a non farvi saltare le otturazioni ad ogni tombino, cosa non scontata su un mezzo di questo tipo. E a far star tranquilla anche la nonna (sempre che riesca a salire, vista l’altezza da terra) ci sono gli ADAS con l’utilissima retrocamera, cruise adattivo e blind spot assist a dare una mano, per trasferirsi da una mulattiera all’altra con l’adeguato relax e giusto qualche fruscio aerodinamico del tutto tollerabile. Argomento consumi. Ma davvero volete saperli? Un mezzo così è per definizione assetato. Per questo motivo i 10,5 km/litro rilevati alla fine del test sono un risultato più che accettabile.