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Prova Mazda2 Hybrid 2024 - L'ibrida sbarazzina

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Paolo Sardi
Pubblicato il: 15 mar 2024
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SPECIFICHE IN EVIDENZA

  • MOTORE

    1.5 benzina + 1 elettrico

  • POTENZA

    116 CV

  • 0-100

    9,7 secondi

  • C02

    87 - 97 g/km

Voglia di distinguersi e di dare all’auto una chiara identità, coerente con gli stilemi del marchio. Sono queste le motivazioni che hanno spinto la Mazda ad aggiornare la Mazda2 Hybrid e a regalarle un facelift a un paio d’anni dal lancio.

Ti conosco, mascherina!

Nata come clone della Toyota Yaris, la piccola di Hiroshima, si differenzia ora dalla gemella per un nuovo fascione con mascherina a cinque punti, un elemento diventato una specie di marchio di fabbrica Mazda. Una piccola novità si segnala anche in coda, dove la fascia che collega le luci posteriori non è più nera, ma in tinta con la carrozzeria.

Copia-e-incolla

A livello di abitacolo non ci sono invece novità particolari, ma quest’annotazione non va intesa certo come una critica. Gli arredi by Toyota della Mazda2 Hybrid hanno un aspetto moderno e si rivelano anche pratici, grazie alla presenza di ripiani e vani portaoggetti. Il quadro strumenti e il volante multifunzione hanno un’aria sportiva, perfettamente in linea con il look atletico della carrozzeria. 

Nessuna sorpresa

Con le sue dimensioni compatte, la Mazda2 Hybrid non è il massimo in fatto di accessibilità per i passeggeri posteriori. Una volta a bordo, però, questi non devono nemmeno fare grossi sacrifici, e godono di una sistemazione adeguata, considerando che stiamo parlando di un’auto sotto i quattro metri. Stesso discorso anche per il bagagliaio, dal quale sarebbe impensabile chiedere di più dei 286/935 litri dichiarati, peraltro ben sfruttabili grazie alla forma regolare e alla soglia bassa

In punta di dita

Tornando alla plancia, il touch screen centrale svetta su tutto, senza inglobare tuttavia ogni comando. La climatizzazione si gestisce ancora attraverso tasti fisici, una scelta che condivido appieno. Dal canto suo, il posto di guida ha regolazioni ampie e si adatta bene ai piloti di tutte le corporature: raccolto ma non angusto, lascia ogni cosa a portata di mano. Sorvolando su qualche plastica cheap, l’unica cosa nota stonata viene dal pannello porta, realizzato secondo chissà quali criteri ergonomici. 

Si fa in... cinque

A questo punto apro una parentesi sulle cinque versioni che compongono il listino e sui loro equipaggiamenti principali. La Mazda2 Hybrid Prime Line (24.990 euro) ha di serie tra le altre cose il climatizzatore automatico, il display da 9” con Apple CarPlay e Android Auto wireless, la retrocamera e il cruise control adattivo. Sulla Centre Line (26.190 euro) si aggiungono cerchi in lega da 15”, volante e cambio in pelle, sedili riscaldabili e sensore pioggia. La Exclusive Line (27.790 euro) porta invece in dote sistema keyless, cerchi da 16”, sensori di parcheggio e monitaggio degli angoli ciechi. Con la Homura (30.290 euro) i cerchi diventano da 17” e sono standard anche fari anteriori e fendinebbia a LED, ricarica wireless per smartphone, vetri posteriori oscurati, strumentazione digitale da 7 pollici e sedili sportivi rivestiti in ecopelle/tessuto. La Homura Plus (che costa 32.290 euro e per capirci è quella che appare nella galleria immagini) ha come fiori all’occhiello l’head-up display, lo schermo multimediale da 10,5”, la strumentazione digitale da 12,3”, il navigatore integrato e il tetto panoramico.

Tocca sempre a lui

Quale che sia l’allestimento scelto, sotto il cofano si troverà sempre lo stesso powertrain full hybrid, che può funzionare per brevi tratti anche in modalità elettrica EV. All’atto pratico si compone di un motore a benzina tre cilindri da 1490 cc e 92 CV e di un motore elettrico da 80 CV. Inutile fare la somma in colonna come alle elementari. Sotto l’occhio severo della centralina elettronica, la potenza totale del sistema è di 116 CV.

Una coppia affiatata

Una volta in movimento proprio il comparto meccanico diventa protagonista assoluto. Certo, non è una vera novità ma resta l’indiscusso punto di riferimento per la categoria. Il tre cilindri 1.5 e il motore elettrico hanno un intesa perfetta e si scambiano con sincronismo esemplare il compito di muovere la Mazda 2 Hybrid, pronti anche a spingere in contemporanea quando il pilota dà l’ordine “Macchine avanti tutta!”. A voler cercare il pelo nell’uovo si può dire che il motore a benzina si avvia a volte in modo un po’ brusco, ma è un peccato veniale, compensato dal fatto che l’erogazione è corposa sin dai bassi.

Ora urla meno

Le modalità di guida che si possono selezionare sono tre: Eco, Normal e Power, con quest’ultima che fa lavorare i due motori all’unisono per fornire il massimo in fatto di prestazioni. Lungi dall’ambire al ruolo di hot hatch, la giapponesina mostra di avere una certa vivacità. Parte del merito va anche al cambio automatico l’e-CVT che negli anni è molto migliorato. La trasmissione ha infatti un po’ perso il brutto vizio che aveva di far schizzare alle stelle il numero di giri del motore a ogni affondo del piede destro, senza tradurre l’ululato del motore in uno spunto efficace. Ora acceleratore e ruote sembrano avere una connessione un po’ più diretta. Evviva!

Cittadina modello

Più che per le prestazioni, comunque onestissime, la Mazda2 Hybrid si fa però apprezzare per i consumi. Al di là dei valori ottimistici inseriti nella scheda tecnica, guidando con un po' di attenzione i 20 km/litro non sono affatto un miraggio e in città si può fare anche di meglio, con gli stop&go che aiutano a tenere bielle e pistoni a riposo. Ciò non significa comunque che il suon habitat sia per forza solo quello urbano. Con il baricentro basso e la massa contenuta, la macchina si lascia manovrare bene anche tra le curve, sfoggiando un buon bilanciamento e una certa reattività ai comandi impartiti attraverso lo sterzo. Il tutto senza nemmeno ricorrere a un assetto granitico, con le sospensioni che filtrano bene la maggior parte dei colpi, anche con i cerchi più grandi a catalogo.

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