SPECIFICHE IN EVIDENZA
- MOTORE
1 elettrico anteriore
- POTENZA
218 CV
- 0-100
7,1 secondi
Non si può certo dire che ultimamente in Mini passino il tempo a girarsi i pollici. Dopo aver introdotto in listino in rapida sequenza una nuova generazione ipertrofica della Countryman e la piccola Cooper, ora stendono il tappeto rosso per l'arrivo sulle strade italiane della Aceman. Si tratta di una crossover compatta, lunga 407 cm, larga 175 e alta 150, che si inserisce idealmente tra le due vetture appena citate. Ah, quasi scordavo un elemento chiave: la macchina è solo ed esclusivamente elettrica, almeno per ora.
Si fa in quattro
A catalogo ci sono quattro allestimenti: Essential, Classic, Favoured e JCW, che sta - lo sapete tutti - per John Cooper Works. Qui è bene essere chiari: JCW è da qualche tempo un allestimento che si può avere anche con le motorizzazioni base E (184 CV) e SE (218 CV). La Aceman John Cooper Works propriamente detta è la eJCW da 258 CV. Come avrete visto leggendo sopra, non è lei la protagonista della prova. Il perché è presto detto: la Aceman non è una hot hatch e per usarla come seconda macchina di casa o come commuter urbana, la scelta giusta è proprio quella della SE Favoured di questo servizio.
Uno stile riconoscibile
Dal punto di vista estetico il colpo d'occhio non lascia molti dubbi. Per quando semplificata nelle forme, la Aceman è una Mini Doc, che mostra un evidente family feeling con gli altri modelli a catalogo. Tra i suoi tratti distintivi ci sono la forma geometrica dei fari, la cornice che segna una mascherina perfettamente sigillata, le barre sul tetto e le protezioni in plastica poste a difesa della parte inferiore della carrozzeria. L'insieme può essere personalizzato in lungo e in largo, come tradizione della Casa. E dopo l'acquisto si può ancora modificare la firma luminosa, a seconda dell'umore con cui ci si mette al volante di giorno in giorno.
La plancia ha stoffa
Anche l’abitacolo è inconfondibilmente Mini. La plancia ha look acqua e sapone, per non dire minimalista. La parte frontale è rivestita in tessuto e ciò è cosa buona e giusta. Questa soluzione dà all'ambiente un'aria ricercata, facendo passare in secondo piano plastiche un po' cheap ma comunque ben assemblate. L’impostazione generale s'ispira a quella originaria voluta da Alec Issigonis negli Anni 50. A monopolizzare la scena è un touchscreen OLED tondo, con un diametro di ben 24 cm, che funziona con logiche simili a quelle degli smartphone e mostra grafiche allegre e variopinte.
Tutto a portata di mano
La leggibilità non è sempre il massimo e ci vuole un po' di tempo per trovare l'informazione desiderata senza distrarsi. Volendo si può comunque contare anche su un head up display, mentre alcune funzioni si attivano anche con comandi vocali. A proposito di comandi, nella consolle centrale ci sono anche un po’ di tasti fisici. Da sinistra a destra ci sono il pulsante del freno a mano, la levetta che fa le veci delle leva del cambio e l'interruttore di avviamento, oltre al selettore delle Experiences. Queste sono intendersi come modalità di guida con annessi effetti speciali a livello di schermate e luci interne.
Spazi ben sfruttati
Il posto di guida della Aceman non è rasoterra come sulle prime Mini e la seduta resta a mio gusto sempre un po' altina rispetto alla posizione che può assumere il volante. Di buono c'è che così si ha un punto di vista privilegiato su ciò che accade attorno al muso. Solo nella zona posteriore la visibilità è un po' limitata dalla ridotta estensione delle superfici vetrate. A mettere una pezza in manovra ci sono comunque sensori e telecamere. In generale la Mini Aceman offre una buona abitabilità in rapporto agli ingombri esterni. I passeggeri posteriori godono di una sistemazione accettabile, anche se dietro i posti davvero comodi sono due, non tre, perché lo sviluppo in larghezza è limitato. Quanto al bagagliaio, la capacità standard è di 300 litri, che diventano più di 1000 quando si abbatte lo schienale del divano.
Questione di filosofia
Appena gli orizzonti si allargano e si comincia a macinare strada la Aceman mette in mostra un assetto un po’ troppo sostenuto. I progettisti si sono dati l'obiettivo di regalare al pilota il proverbiale go kart feeling Mini e per tenere a bada una massa di circa 1,7 tonnellate hanno dovuto scegliere una taratura dura per le sospensioni. La macchina si muove bene nel misto, intendiamoci, ma non ha il physique du rôle della mangiacurve e forse avrebbe avuto più senso cercare un compromesso diverso, risparmiando al guidatore e ai suoi compagni di viaggio al qualche scossone sulle buche. E questo anche perché il powertrain è configurato per offrire prestazioni brillanti ma non brucianti, come testimonia il crono di 7,1 secondi necessario per lo scatto 0-100. E non crediate che la eJCW sia molto diversa, dato che al tempo della sorella lima giusto sette decimi. Una volta placati i pruriti al piede destro è insomma consigliabile guidare con la dovuta calma e amministrare l'autonomia, anche perché la potenza massima di ricarica in corrente alternata è di 11 kW, che salgono a 95 in corrente continua, dati discreti ma nulla più.
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