SPECIFICHE IN EVIDENZA
- POTENZA
218 CV
- 0-100
7,5 secondi
Kumiko, Iki, Andon, Ma, Omotenashi... no, non sto recitando a memora la formazione della squadra di calcio del Giappone. Sto solo elencando un po' delle parole che sono state usate dagli uomini Nissan durante la conferenza stampa di presentazione della nuova crossover elettrica Ariya. Già, perché il concetto chiave per questo modello è giapponesità. Dovendo provare a regalare una spiccata personalità alla loro nuova tuttofare elettrica, in Nissan hanno pensato bene di puntare sull'identità nazionale. In fondo anche il nuovo logo dell'Azienda s'ispira al Sol Levante, no?
Manifesto futurista
La linea della Nissan Ariya si fonda così sulla filosofia "Timeless Japanese Futurism", ovvero futurismo giapponese senza tempo. Se invecchierà bene lo scopriremo solo vivendo, ma che la macchina sia futuristica si capisce al volo. Mascherina nera lucida tutta d'un pezzo, luci diurne ad ala e fari sottili definiscono un frontale hi-tech chiaramente riconoscibile. Il resto della carrozzeria è sulla stessa lunghezza d'onda, con una linea di cintura ascellare e superfici levigate che non fanno molto per mascherare le dimensioni imponenti. La lunghezza è infatti di 460 cm, mentre la larghezza è di 185 cm e l'altezza è pari a 166 cm, valore ai vertici della categoria. Il passo è di 278 cm, con le ruote piazzate agli quattro angoli della piattaforma CMF-EV, che qui debutta in casa Nissan e farà poi da base per uno stuolo di altri modelli dell'Alleanza Renault-Nissan.
Technicolor
Parlando di esterni, due paroline le meritano anche alcune colorazioni. Sulla tavolozza Nissan spicca in particolare l'Akatsuki Copper, una specie di rame che fa da tinta di lancio e che nell'ottica nipponica è considerato il simbolo dell'alba, ovvero dell'inizio di una nuova era. E il concetto si abbina bene all'Ariya, capostipite delle elettriche 2.0 del marchio, evoluzione della prima dinastia fondata dalla Leaf. Altrettanto suggestiva è poi un'altra verniciatura Aurora Green che passa in modo sorprendente dal verde al viola a seconda dell'angolo di incidenza della luce.
Acqua e sapone
L'abitacolo della NIssan Ariya parla lo stesso linguaggio formale dell'esterno. Anche qui non mancano i richiami alla tradizione giapponese, con pannelli retroilluminati che simulano l'effetto della tecnica di lavorazione del legno Kumiko. Amenità a parte, il resto è un inno alla modernità, con forme essenziali e un'estrema pulizia. L'elemento caratterizzante è il display Monolite, composto da un quadro strumenti e uno schermo centrale entrambi da12,3 pollici. Sulla plancia spiccano anche tasti aptici retroilluminati, simili a quelli presenti anche sulla console centrale, che scorre elettricamente tra i sedili anteriori. Subito davanti a lei c'è un pratico cassettino motorizzato che permette di stivare i piccoli oggetti d'uso quotidiano.
3 x 2
Come mostra bene la tabella qui sotto, la gamma della Nissan Ariya si articola attorno a tre motorizzazioni e due livelli di allestimento, Advance ed Evolve, che possono essere incrociati a piacere. I prezzi partono da 51.400 euro per arrivare a quota 64.900 euro, con il caricatore da 22 kW sempre venduto a parte a 1.000 Euro. La versione d'accesso, quella protagonista della prova, ha una batteria da 63 kWh e un motore da 218 CV, scaricati sulle ruote anteriori. Per lei si parla di un'autonomia di 403 km e di un tempo di 7,5 secondi nello 0-100. Anche la versione intermedia è a due ruote motrici ma la capacità della sua batteria e la potenza del motore salgono rispettivamente a 87 kWh e a 242 CV. La coppia massima di 300 Nm resta invece invariata. L'autonomia è stavolta di 530 km, mentre la prova di accelerazione richiede 7,6 secondi. La punta di diamante del listino è poi la variante dual motor, con una seconda unità elettrica posta sull'asse posteriore per dar vita alla trazione integrale e-4orce. La batteria è di nuovo da 87 kWh, mentre la potenza e la coppia massime si attestano a 305 CV e 600 Nm. I dati relativi ad autonomia e scatto sono nell'ordine di 500 km e 5,7 secondi.
Business class
La Nissan Ariya ha un posto di guida molto accogliente. Nonostante la sua costruzione sia abbastanza sottile, il sedile Zero Gravity è confortevole ed avvolge bene, offrendo anche ampie possibilità di regolazione. L'assenza di un mobiletto centrale e il pavimento piatto esaltano la sensazione di spaziosità, tanto che viene il dubbio che per ottenere questo risultato siano stati sacrificati i posti posteriori. La supposizione è però sbagliata: chi siede sul divano ha centimetri a iosa, specie per le gambe. L'ampiezza delle porte e del loro angolo di apertura, tra l'altro, assicurano un'eccellente accessibilità a bordo. Solo discreto è invece il bagagliaio, con una capacità di 468 litri (415 per la e-4orce) e una soglia di carico un po' alta.
Falsa magra
Il taglio della carrozzeria penalizza un po' la visibilità, tanto che la Nissan ha inserito a catalogo uno specchietto retrovisore digitale, che mostra le immagini riprese da una telecamera posteriore. Una volta in movimento, la Ariya sfoggia però una buona agilità, quantomeno in rapporto alla massa dichiarata, che si avvicina alle due tonnellate anche per la versione con motore singolo e batteria small. Per dovere di cronaca devo dire che la prova si è svolta in Svezia, Paese in cui gli autovelox abbondano e i limiti sono davvero bassi. Non posso quindi dirvi quale sia la tenuta nel misto veloce né se l'auto sia stabile alle nostre andature autostradali. Baricentro basso e assetto neutro permettono comunque di affrontare con disinvoltura le curve. A conti fatti, il peso si sente giusto quando si forza l'inserimento e nei cambi di direzione presi d'infilata.
Ha l'occhio lungo
Se Stoccolma e dintorni sono è la tomba della guida sportiva, permettono però di mettere alla prova il ProPilot con Navi-link, ovvero la capacità del cruise control adaattivo di dialogare con il navigatore. Segnaletica ben fatta e strade mappate a dovere permettono infatti al cruise di adeguare la velocità in base non solo al traffico incontrato, ma anche in funzione dell'andamento della strada, a prescindere dal fatto che davanti ci sia o meno un'auto. Quando nell'head up display appare il simbolo di una rotonda stilizzata in verde, si può star certi che l'elettronica regolerà in autonomia la velocità, in modo che la rotatoria sia percorsa in sicurezza e che, una volta usciti, l'andatura torni a salire fino al livello impostato. In questi casi al pilota tocca solo verificare di non dover dare precedenze e di sterzare. Alle modeste andature scandinave la Nissan Ariya fa un figurone anche in materia di comfort. Le sospensioni incassano abbastanza bene le rare buche, mentre fruscii aerodinamici e rumore di rotolamento degli pneumatici restano sempre a livelli accettabilissimi.
Piede felpato
La Nissan Ariya dispone di tre modalità di guida, standard, Eco e Sport, che variano un po' il modo in cui il motore risponde all'acceleratore e modificano anche la taratura dello sterzo. Tra le funzioni disponibili merita però sicuramente più attenzione quella chiamata e-Pedal, che aumenta la frenata rigenerativa, rallentando molto l'auto in rilascio. Rispetto alle impostazioni scelte a suo tempo per la Leaf, pioniera in materia, qui c'è una differenza sostanziale. Il sistema fa decelerare l'Ariya fino a una velocità di circa 10 km/h ma non arriva mai a fermarla, cosa che di fatto impedisce di guidare usando un solo pedale. Poco male, per come la vedo io: l'e-Pedal ha un'azione fin troppo brusca e costringe comunque a modulare l'azione sull'acceleratore. Amando la scorrevolezza, preferisco casomai utilizzare la funzione B del cambio per aumentare un po' il recupero dell'energia, senza però rischio di far venire la nausea ai compagni di viaggio.
Top Gear
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