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Nissan Qashqai - La regina non molla

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Paolo Sardi
Pubblicato il: 30 apr 2022
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SPECIFICHE IN EVIDENZA

  • MOTORE

    4 cilindri 1.3 + modulo mild hybrid

  • POTENZA

    158 CV

  • 0-100

    9,2 seconddi

  • C02

    142 g/km

Dura la vita quando si è rampolli di una buona famiglia! Certo, per tua fortuna tutti sanno chi sei e hai il vantaggio di trovare molte porte già aperte. Il problema dell'avere un nome ingombrante sono però le aspettative che ti circondano, che sono alte, maledettamente alte. Per la Nissan Qashqai funziona proprio così. Le tocca raccogliere la scomoda eredità delle antenate. La prima generazione ha creato il segmento delle crossover compatte, mentre la seconda lo ha dominato per tanti anni. Ora tocca alla terza serie affondare le unghie nel trono e cercare di non farsi scalzare da un'orda di rivali toste e con il coltello tra i denti. In Giappone non hanno però cincischiato, ingannando il tempo potando i bonsai e allestendo giardini zen. Gli ingegneri si sono spremuti le meningi per migliorare un progetto vincente e tenere a bada la concorrenza. Per scoprire se ci siano riusciti abbiamo provato la Nissan Qashqai MHEV 158 CV Xtronic Tekna +, ovvero la versione di punta della gamma 2WD, con motore full hybrid e cambio automatico.

Grande, non grossa

La Nissan Qashqai sfrutta la piattaforma modulare CMF-C ed è lunga 443 cm, 4 più della progenitrice, mentre la larghezza e l’altezza aumentano di 3 e di 2 cm. Più che la taglia, a cambiare è il colpo d'occhio. La carrozzeria ha forme più geometriche, come se il designer si fosse fatto aiutare da un maestro di origami. La mascherina ha uno scollo a V ed è affiancata da fari a LED che ricordano le katana dei samurai. Più in basso, le prese d'aria agli angoli dei paraurti fanno  sembrare la macchina più spallata e piantata sulla strada. La prima impressione non deve però ingannare. Anche se è più grande, questa Qashqai è anche più leggera di una sessantina di chili. I suoi segreti sono le porte, il cofano e i parafanghi in alluminio, oltre al portellone in materiale composito. Alle spalle di quest'ultimo c'è un bagagliaio da ben 504 litri che ha il pregio di avere  la soglia bassa, un vantaggio non da poco quando devo caricare la macchina come uno sherpa e portare la famigliola in settimana bianca.

Un cubo per cambiare

L'abitacolo della Nissan Qashqai è sulla stessa lunghezza d'onda della carrozzeria, con un look moderno ma senza tanti fronzoli. Protagonista assoluto della scena è il mobiletto centrale. Massiccio com'è dà un'aria importante all'insieme e ospita il pomello del cambio automatico Xtronic, tozzo e squadrato come un cubetto di porfido. Poco più sopra c'è lo schermo dell'infotainment da 9 pollici. Il sistema multimediale può essere collegato agli smartphone con Apple CarPlay e Android Auto, oltre che con Google Home e Alexa, senza contare l’app sviluppata per i servizi Nissan.

Mettetevi comodi

Diavolerie elettroniche a parte, il posto di guida veste a pennello fantini e cestisti. Il sedile è ampio, ben profilato e si regola a dovere. La plancia è ordinata e con tante linee orizzontali fa sembrare l'ambiente più spazioso. Pulsanti in giro ce n'è pochi: molte funzioni si gestiscono dal touch screen e dal volante, che ha l'unica colpa di avere la corona un pelo troppo inclinata in avanti. Pure chi siede dietro non se la passa male. Le porte si aprono quasi ad angolo retto e c'è spazio da vendere in ogni direzione. In cinque il distanziamento sociale non è garantito ma la convivenza è comunque sopportabile. Il fatto che sulla Nissan Qashqai ci si senta a proprio agio non dipende però solo dallo spazio. Le finiture sono curare e tutti i componenti contribuiscono a creare  l’impressione di trovarsi su un’auto di sostanza

Ci eravamo tanto amati

La svolta forse più importante per la Qashqai riguarda però la gamma motori. La Nissan dice addio ai motori turbodiesel che sono stati a lungo i best-seller della gamma per puntare tutto sull’ibrido. Sulla carta può sembrare un azzardo, ma il pacchetto tecnico proposto dalla Casa è di tutto rispetto. C'è infatti un modulo mild hybrid ad affiancare il 1.300 turbobenzina DIG-T già visto con altre sigle sotto diversi cofani, anche con i loghi Renault e Mercedes. In questo caso ha 158 CV ed è abbinato al cambio automatico Xtronic e la trazione anteriore. Volendo si possono avere però anche la trazione integrale o il cambio manuale, lo stesso che fa coppia fissa con una versione soft power da 140 CV.

Una personalità ricca di sfaccettature

Il motore ha un'erogazione fluida sia dai bassi regimi e allunga con una progressione vivace e senza incertezze. Il cambio a variazione continua Xtronic si sposa bene con il carattere del propulsore e può simulare sei marce, che il pilota può selezionare agendo sulle classiche levette al volante. Della Qashqai si apprezza anche come muti il carattere a seconda della modalità di guida selezionata. Tre le opzioni a disposizione: Eco, Standard e Sport, che variano anche le logiche con cui lavora la trasmissione. Eco mette la sordina alle prestazioni ma migliora l'efficienza, abbassando mediamente il numero di giri del motore. Standard trova invece un buon compromesso tra il taglio dei consumi e la brillantezza, mentre Sport fa invece uscire la grinta della Qashqai. Perché optare per questa variante più potente? Risposta facile: perché ha una curva di erogazione più corposa e gira più tonda. Ne vale la pena, fidatevi.

La scelta giusta

Anche l'allestimento Tekna+ è una scelta azzeccata e non fa la differenza soltanto a livello di ricchezza della dotazione. Porta infatti con sé il retrotreno multilink e un assetto che riesce a garantire un buon comfort anche con i cerchi da 20″. Anche la silenziosità è ottima: gli ingegneri hanno fatto di tutto e di più per isolare il motore e ridurre i fruscii, spostando pure gli specchietti sulle fiancate. Missione compiuta! A conti fatti, la Qashqai sembra appaga anche i palati fini, rivelandosi consistente eppure pronta a eseguire gli ordini impartiti attraverso il nuovo sterzo. Non si scompone nemmeno cercando di mettere in crisi la stabilità: le sue reazioni sono sempre omogenee e prevedibili. Un ultima nota di merito è per gli ADAS, che assistono in modo efficace il pilota senza essere tanto invasivi.

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