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Prova Toyota C-HR - A me gli occhi!

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Paolo Sardi
Pubblicato il: 18 dic 2023
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SPECIFICHE IN EVIDENZA

  • MOTORE

    1.8 benzina + 1 elettrico

  • POTENZA

    140 CV

  • 0-100

    9,9 secondi

  • C02

    105 g/km

Fate gli investigatori privati o gli agenti segreti? Quale che sia la motivazione che vi spinge a muovervi in incognito e con la massima discrezione, chiudete pure la pagina: questa macchina non fa per voi. La nuova Toyota C-HR non fa infatti nulla per passare inosservata e in città è la star di ogni semaforo. La sua è una linea più da concept car che da auto di serie, tanto che ricalca pari pari quella della C-HR Prologue che l'aveva preceduta. Il che, sia ben chiaro, non è affatto una critica. Anche se il taglio del padiglione limita la visibilità posteriore, la linea originale continuerà a conquistare tanti clienti, come già aveva fatto il modello precedente.

Pieghe da origami

Detto questo, è inutile perdere tempo a raccontare ogni piega della carrozzeria, le cui lamiere sembrano piegate da un maestro dell’origami giapponese. Vale giusto la pena di annotare come il frontale Hammerhead richiami la recente Prius. Si può anche indugiare un po’ sulle maniglie a scomparsa e sui LED che attraversano tutta la coda, incorporando il nome del modello. La sagoma vi sembra più sportiva di prima? Complimenti per l’occhio clinico! Il merito se lo dividono la carreggiata che si allarga e lo sbalzo anteriore che si accorcia.

Look futuristico

Anche nell’abitacolo c’è aria di novità. La plancia sfoggia un look futuristico, senza per questo perdere di vista la funzionalità. Con la console centrale rivolta verso di sé, il pilota ha tutto a portata di mano, compresi i tasti fisici della climatizzazione, che non vengono inglobati nel touch screen centrale. A seconda degli allestimenti, questo può essere da 8 o da 12,3 pollici, la stessa misura della strumentazione digitale. La qualità delle finiture è nel complesso buona e piacciono anche i rivestimenti dei sedili realizzati con un materiale ottenuto da bottiglie di plastica riciclate. A proposito di sedili, questi hanno un design sportivo, perfettamente in linea con quello esterno.

Less is more

La stessa impostazione non è però condivisa né dall’assetto né dalla meccanica, che mette l’efficienza in cima alla lista delle priorità, specie nella versione 1.8 HEV che ho scelto di provare. Lo so, nel listino - che per il momento comprende solo varianti full hybrid, in attesa della plug-in - ci sono anche C-HR da due litri un po' più prestanti. Tuttavia, la loro indole è comunque turistica. A quel punto tanto vale spendere al meglio i propri soldi, puntando proprio sulla motorizzazione d’accesso alla gamma.

La somma non fa il totale

Il sistema di propulsione unisce un quattro cilindri da 1.798 cc che sviluppa 98 CV a un’unità elettrica da 95 CV. Evitate però di fare una somma algebrica. Con la centralina elettronica a dirigere i lavori, la potenza massima di sistema è di 140 CV. Il pilota può decidere di usare la C-HR in modalità solo elettrica, ammesso che la batteria da 4,08 Ah sia abbastanza carica. In alternativa può optare per i driving mode preimpostati Eco, Normal e Sport, oltre che per una funzione personalizzabile. Il set-up che spicca nel gruppo è Sport, che dà un po’ più di carico allo sterzo e tiene il motore più su di giri. Alla lunga, comunque, di tutto ciò non si sente un gran bisogno. Anche se in misura minore rispetto al passato, la C-HR ha infatti già di suo il vizio di far salire il regime in modo più che proporzionale rispetto all’entità degli spunti.

Economy run

A conti fatti, invece di torturare la meccanica, spremendola come un limone, conviene mettersi il cuore in pace e giocare all’economy run. La regola è una sola: cercare di fare più strada possibile con il motore termico spento, facendo scendere i consumi medi. Giusto per la cronaca, sappiate che i dati dichiarati non sono affatto un miraggio. Nel mio giro di prova ho fatto i 20 km/litro, davvero niente male per un’auto lunga 436 e - soprattutto - che pesa 1.430 kg. Un plauso va infine all’ottimo lavoro fatto dal sistema che gestisce il recupero automatico dell’energia in frenata. La centralina che lo governa analizza quanto accade davanti e intorno all’auto e modula automaticamente e con rara sapienza i rallentamenti.

 

 

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