SPECIFICHE IN EVIDENZA
- MOTORE
V8 4,2 litri - due elettrici
- POTENZA
1351 CV
- 0-100
2,3 s
Chissà che effetto fa, come deve essere. Alzarsi la mattina e pensare “oggi guido la mia macchina” nel senso che quella che guidi è proprio la TUA auto, ideata, progettata e costruita da te e con il tuo nome sulla calandra. Diciamo che questa cosa solleticherebbe anche l’ego di un frate francescano. Sì, deve essere una sensazione inebriante. Certo non nuova perché in passato tanti geni del mondo dell’auto hanno potuto viverla in prima persona. Nomi che, poi, negli anni hanno lasciato il segno nella storia dell’automobilismo. Enzo Ferrari, Ferruccio Lamborghini, ma anche Henry Ford, o Bruce McLaren. Certo, eravamo agli albori dell’automobilismo ed evidentemente c’era ancora molto da inventare. Oggi che tutto pare debba essere per forza razionalizzato, industrializzato, omologato sembra impossibile che ci sia spazio per gli “inventori” del mondo dell’auto. Evidentemente non è così.
Alioša chi?
Il nome Aljoša Tushek ai più non dirà nulla. Poco importa, davanti all’ultima creatura di Aljoša, che da poco tempo è prenotabile alla modica cifra di 1.250.000 euro, la Tushek TS 900 Apex, c’è solo da levarsi il cappello. Sloveno, indubbiamente “malato” di velocità, Tushek si è alzato una mattina e ha deciso di costruirsi la sua auto e di farla strettamente legata alla Slovenia, sua terra d’origine, che così oggi, può vantarsi di avere la sua supercar “nazionale” capace di rivaleggiare con le migliori auto del mondo. Ho avuto la fortuna di incontrarlo proprio mentre stava finendo gli ultimi collaudi della sua TS 900.
Quando parli con Aljoša capisci subito che lui non vuole solo costruire auto per ricchi appassionati, ma con i suoi giocattoli ci vuole giocare anche lui. Li pensa, li costruisce, li guida. Perché il DNA del pilota non si spegne mai. I motori fanno parte della sua vita: kart a 14 anni, moto (vince la coppa Alpe Adria per tre anni di fila) e poi auto in molte categorie. Un’esperienza che gli è servita per progettare auto ad altissime prestazioni come la Renovatio TS 500, poi evolutasi nel 2014 nella TS 600 ancora oggi inserita tra le migliori 10 supercar di sempre. Diciamo che è uno che ci sa come si fa, e con la TS 900 Apex si è spinto pure oltre.
Oggi che tutto pare debba essere per forza razionalizzato, industrializzato, omologato sembra impossibile che ci sia spazio per gli “inventori” del mondo dell’auto. Evidentemente non è così
Facciamo due chiacchiere
Quando lo incontro in pista ad Adria durante lo shooting delle foto che vedete in questo servizio i dati ufficiali non sono ancora stati divulgati. Proprio come fanno i bambini la prima domanda che faccio è: quanti cavalli ha? “più di 1000” mi dice sorridendo... In realtà i conti sono presto fatti sommando i 698 del V8 4,2 litri, con la potenza erogata dai due motori elettrici, uno per ogni ruota anteriore, che insieme arrivano a 653 CV si arriva a 1351 CV. La matematica aiuta anche a calcolare la coppia di questo gioiello di acciaio e carbonio (il telaio è tubolare in acciaio CrMO rivestito e rinforzato con una pellicola in carbonio). 680 Nm arrivano dal motore termico, altri 500 Nm da ciascun motore elettrico per un totale di 1.680, mostruosi, Newtonmetro.
Elettrico da favola
Ma più che sul motore termico Tushek ci tiene tanto a spiegare come sia in realtà il powertrain elettrico a fare davvero la differenza. È infatti il powetrain (battezzato TDED Tushek Direct Electric Drive) con la più alta densità di energia al mondo, capace di sviluppare 16,3 CV/kg. Gli altri dati sciorinati (li trovate anche sul suo sito ufficiale) parlano di batterie semplicemente esagerate con una densità di energia superiore del 197% rispetto alla migliore auto elettrica, e del 354 % rispetto alla migliore auto ibrida. Beh, già che sono in vena di numeri ve ne sparo qualche altro (quelli peraltro più interessanti). Prendete carta e penna: 2,3 (0-100), 7,4 (0-200), 17,2 (0-300). La corsa della TS 900 si ferma a 380 all’ora. Prestazioni mostruose e una tecnologia che avvicina la Tushek TS 900 a un’altra supercar ibrida: la Honda NSX. Con la differenza che la Tushek è incredibilmente più leggera fermando la bilancia a soli 1.343 kg, un record per un’auto del genere.
Quando parli con Aljoša capisci subito che lui non vuole solo costruire auto per ricchi appassionati, ma con i suoi giocattoli ci vuole giocare anche lui
Be Careful
Credo sia facile capire che poter vedere dal vivo una TS 900 è già una cosa inusuale, poterla guidare con il suo papà seduto di fianco è qualcosa di quasi esoterico. “Please be Careful, it’is the only one and we don’t have insurance” mi dice nell’interfono mentre mi legano al sedile. Bene, Aljoša ora sono tranquillo come un bimbo nella sua culla. Anche perché, potete capire facilmente che con una tale mandria di cavalli a disposizione girare con la Tushek TS 900 Apex tra i cordoli del circuito di Adria dove riparti sempre quasi da fermo è come mettere uno squalo in un acquario. L'abitacolo è stretto, il rumore parecchio, niente comando del cambio solo pulsanti e davanti una compatta strumentazione digitale. Poi è tutto carbonio e Alcantara. Tutto molto Racing.
Ma è veramente un’auto stradale? C'è da chiederselo perché se lasci spazio alle sole sensazioni, hai l'impressione di guidare tutt’altro. Anche perché la base, diciamocelo è proprio quella di un’auto da corsa. Mi hanno concesso solo qualche giro, prima piano per scaldare le gomme (no insurance, remember), aumentando il passo gradualmente fino a divorare sul dritto una Lambo che girava con noi manco fosse una Golf GTI.
Racer da strada
Incredibile, anche da guidare: “saldati” al sedile in carbonio dalle cinture a 4 punti si possono godere le più pure sensazioni racing. Sterzo direttissimo, frizione chilometrica, cambio sequenziale con una prima da 120 all’ora che impone la malizia del pilota anche solo per partire. È l’essenza delle performance su quattro ruote, per come reagisce lo sterzo, per come accelera in semplicemente esaltante, per come i Pirelli P Zero Trofeo R, sensorizzati che “parlano” con l’abitacolo, la incollano letteralmente all’asfalto. Una goduria che dura poco, troppo poco. Aljoša riprende il volante e mi fa vedere come si fa a spingere al massimo un prototipo da oltre 1.25 milioni (tanto se lo rompe chi gli va a dire qualcosa?).
Ah, per la cronaca, può percorrere anche 70 km completamente in elettrico, situazione in cui avreste a disposizione però “solo” 653 cavalli. Fateveli bastare...
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Pirelli Track Adrenaline, la telemetria in tasca
Pneumatici che dialogano con l’auto e la rete grazie al 5G. Pare fantascienza ma per Pirelli è già realtà. La Tushek è la prima auto di serie ad offrire insieme agli pneumatici sensorizzati P Zero Trofeo R anche Track Adrenaline, una acquisizione dati sviluppata da Pirelli che sfrutta sensori annegati negli pneumatici per rilevare dati come pressione, temperatura, tipo di utilizzo dialogando con chi guida per mezzo di uno smartphone.
L’app Track Adrenaline è scaricabile dagli store Android e IOS e offre anche molte altre potenzialità, come i tempi sul giro in diretta, tempi intermedi, analisi dei parziali, traiettorie. Una vera e propria telemetria evoluta che aiuta chi dell’auto fa un utilizzo sportivo. Ma uscendo dal “ludico” ancora più importante è immaginare i potenziali sviluppi che potranno avere gli pneumatici sensorizzati capaci di rilevare condizioni di aderenza precaria (ad esempio un aquaplaning) con estrema precisione inviandoli alla rete e quindi ai veicoli che seguono. L’aumento della sicurezza sarebbe immenso. E il futuro è già più vicino di quanto si pensi.