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Alpine A290_β: la hot hatch per l'era elettrica è servita

La Casa francese la chiama concept ma molto di quello che vedete arriverà presto su una macchina di serie. Bene!

Testo di Jason Barlow
Pubblicato il: 10 mag 2023
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Le concept car di solito sono di due tipi. In un caso sono un esercizio di fantasia, per un mondo fantastico scollegato dalla realtà. Nell’altro sono anteprime di qualcosa che prima o poi incroceremo su strada. Magari con qualche piccola modifica. L'Alpine 290_β rientra decisamente in quest'ultima categoria. Questo è un bene, perché ha un grosso lavoro da fare. Alpine, lo sapete, incarna lo spirito sportivo di Renault, produce l'ottima A110 e ha un buon team di Formula Uno. Ma se vi siete chiesti quale sarà il suo prossimo passo sul fronte delle auto da strada, qui c’è la risposta. Ed ecco la dichiarazione d’intenti: la 290_β è l'auto che rilancerà le hot hatch nell'era elettrica.

Fatta e finita

Il capo progettista Raphael Linari ha il sorriso di chi sa che c’è qualcosa di veramente gustoso davanti a noi e dice che l'85% del design esterno è ormai definitivo. Una gran bella notizia, perché questa è una delle show car più affascinanti che abbiamo visto negli ultimi anni. Poi aggiunge qualcosa che non ci aspettavamo di sentire. "Il collaudatore Alpine Laurent Hurgon ha trascorso le ultime settimane a mettere a punto quest'auto. Sapevamo fin dall'inizio che volevamo un prototipo funzionante, un'auto che si potesse magari guidare prima di una gara di F1. Ecco perché ha una roll cage e guardate quel freno a mano… Vi assicuro che funziona tutto!". TG ha un precedente con Laurent Hurgon. Ci ha portato a fare un giro in pista nel gigantesco impianto di prova Renault di Aubevoye con una A110 sei mesi prima del lancio, nel 2018, e l'ha fatta danzare a velocità impensabili. È un mago.

Dammi il 5!

È chiaro che la 290_β è legata alla Renault 5 elettrica che arriverà nel 2024. È l'auto che ha praticamente fatto sciogliere Internet quando il CEO di Renault Luca de Meo l'ha annunciata in coda alla sua gigantesca conferenza stampa sul piano di rilancio, mentre il mondo usciva con passo incerto dal lockdown. De Meo ha dato vita alla Fiat 500 in un precedente incarico e ha provato la stessa emozione proustiana quando il vicepresidente del design di Renault Laurens van den Acker gli ha mostrato i bozzetti della R5. Falla e basta, gli disse. Quando una cosa è giusta, è giusta.

Un po' di storia

Lo stesso vale per la versione Alpine. Spesso descritta come l'equivalente francese della Lotus, gran parte della storia di Alpine si perde nella notte dei tempi. Ma, oltre alla A110 originale, vi invitiamo a dare un'occhiata alla A310 degli anni Settanta e alla A610 degli anni Ottanta. Entrambe sono ancora favolose. Nel frattempo, gli appassionati delle corse non avranno bisogno di presentazioni per la bellissima A220 del1968 e la A442 del 1978, vincitrice della 24 ore di Le Mans. Una R5 Alpine precede anche la hot hatch R5 GT Turbo degli anni Ottanta. A  seconda della gravità della vostra francofilia, si tratta di qualcosa che potrebbe anche stregarvi.

Questione di DNA

E il suo DNA è tutto qui, nella 290_β. È un oggetto corto e tozzo, con le carreggiate larghe e un numero sufficiente di cenni storici per rendere felici gli aficionados di Alpine senza cadere troppo nel pastiche rétro. Anche se non avete mai sentito parlare di Alpine, vi basterà uno sguardo per riconoscere un'opera di grande qualità. Allarga gli archi passaruota della R5 concept, aggiunge l'obbligatorio spoiler anteriore e il diffusore, oltre a un alettone posteriore di dimensioni notevoli. Un richiamo evidente alla R5 Turbo degli anni Ottanta, e questo ovviamente non è un male.

La linea della  Alpine A290_β

Ma c'è anche una chiara differenza legata al brand. Il muso ha tratti più morbidi e riprende il look dell'attuale A110, un'auto che è un esempio da manuale di come si possa omaggiare il passato senza ricorrere ai cliché. Il set dei fari è un tocco distintivo Alpine, anche se le luci quadrate della 290_β e la X che contraddistingue la grafica dei fari da rally sono elementi che non passeranno alla realtà. Lo stesso vale, purtroppo, per i supporti per le luci ausiliarie (note internamente ad Alpine come luci "Monte Carlo"). Sono di alluminio e hanno un aspetto magnifico, ma manderebbero in fibrillazione i legislatori in materia di protezione dei pedoni.

Un'identità chiara

I passaruota, lo spoiler anteriore e le spettacolari minigonne sono realizzati in fibra di carbonio, ravvivata da un tocco blu. In realtà, l'intera carrozzeria è in fibra di carbonio ed è rifinita con una vernice opaca bianca come la neve, che brilla sotto la luce diretta. Il colore e l’effetto ricordano le montagne che hanno ispirato il fondatore di Alpine, Jean Rédélé, spiega Linari, mentre l'elemento più scuro che attraversa il cofano e il tetto ricalca la sagoma frastagliata delle Alpi. La targhetta Alpine utilizza scritte dicroiche, che cambiano colore a seconda della luce. È un veicolo elettrico, ma questo non ha impedito di inserire un paio di terminali di scarico. Questi sono più simili alle prese d'aria che si trovano su una console di un gioco per ventilare l’hardware. Le ruote sono da 20 pollici con la fusione che forma un quadrato. "Vogliamo che la gente riconosca un’Alpine a 290 metri di distanza, poi a 290 cm e infine a 290 mm, e più ci si avvicinerà più ci sarà un forte elemento di sorpresa", spiega Linari.

Tanti dettagli curiosi

Sulla show car ciò che si traduce in una serie di soluzioni di grande effetto. I ripetitori degli indicatori di direzione tagliano il paraurti anteriore; guardate bene e vedrete il nome di Esteban Ocon su un lato e quello di Pierre Gasly sull’altro. Nella parte posteriore, c'è una piccola impronta grafica di Greta Thunberg nascosta sotto uno sportello di accesso. Speriamo che anche lei approvi quest'auto. Le coordinate GPS dello studio di progettazione Alpine sono incise sul fanale posteriore. Guardando attraverso il finestrino posteriore sinistro, noterete poi un cane che annuisce. Il movimento della sua testa diventa frenetico se Hurgon è impegnato in un hot lap. Ci sono anche prese d'aria sparse per tutta la carrozzeria, alcune funzionali ma soprattutto come riferimenti ai forti legami di Alpine con il motorsport. Le lamelle davanti ai parafanghi posteriori sono probabilmente superflue e la linea di chiusura visibile conferma che la vettura di serie sarà una cinque porte.

Il pilota al centro

Se questo suona strano, è perché il principale trucco della 290_β è rubato alla McLaren F1. Sì, il guidatore siede al centro, con due sedili leggermente arretrati che lo affiancano. In effetti, per quanto l'esterno sia sorprendente, è all'interno che Linari e il suo team si sono davvero impegnati a fondo. "È troppo presto per annunciare ciò che accadrà all'interno dell'auto, quindi ci siamo sbizzarriti con gli interni", dice Linari. “Il piacere di guida è al centro della nostra filosofia di prodotto, quindi abbiamo pensato: 'E se mettessimo il guidatore al centro dell’auto?'. Ciò ha portato a molte soluzioni e idee di stile inedite. Perché qualcosa del genere non è mai stato fatto su una compatta.”.

L'ispirazione dalla Formula 1

Invece di un cruscotto convenzionale, la 290_β ha plancia sottile, che ricorda il muso e l'ala anteriore di un'auto di F1 e sulla quale è possibile montare una GoPro. Linari dice che avrebbe voluto rendere visibili in qualche modo i piedi e le gambe del pilota ma problemi strutturali glielo hanno impedito. Il volante è anch'esso ispirato alla F1, con i display e le informazioni concentrate su di esso. C’è inoltre una serie di comandi incastonati in un pannello poco più sopra, in stile cabina di pilotaggio. Il volante stesso si stacca tramite un meccanismo di sgancio rapido proprio come uno da corsa. Esiste un volante alternativo, più "lifestyle", ma non l'abbiamo visto durante la nostra anteprima. Il sedile del guidatore è rivestito in un materiale sostenibile, quasi ad alta visibilità, mentre i due ai lati sono da corsa, in fibra di carbonio ultraleggeri.

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Giochi di luce

Molto impegno è stato profuso nell'illuminazione interna. Una luce magenta longitudinale percorre come una spina dorsale il centro dell'auto e culmina in una specie di pinna sulla parte posteriore. Questo crea un effetto ottico davvero abbagliante dall'esterno, oltre a porre il conducente al centro dell’azione. La luce blu è utilizzata invece per l’asse orizzontale, che si estende per tutta la lunghezza dell'abitacolo, abbracciando i passeggeri e si collega con un'apertura sotto gli specchietti retrovisori esterni. È puro spettacolo, e Alpine non ha alcuna intenzione di realizzare qualcosa di simile. Ma è molto fantasioso e ben realizzato.

Le prime indiscrezioni

Inoltre, ha i brancardi di un'auto da corsa, il che ci riporta all'alter ego da competizione della 290_β. Linari afferma che lo spoiler posteriore e le altre appendici aerodinamiche sono funzionali perché sono state fatte a seguito di un’analisi fluidodinamica computazionale. Anche in questo caso, si tratta di uno studio insolitamente approfondito per una concept car. Tutto ciò fa ben sperare per la vettura vera e propria. Che sarà sviluppata sulla base della piattaforma CMF-EV di Renault, utilizzata da tutto il gruppo e sviluppata in collaborazione con Nissan. Sarà probabilmente spinta dal motore elettrico da 220 CV utilizzato nella Megane E-Tech, alimentato da una batteria da 60 kWh. I dettagli sono ancora top secret per ora, ma il capo dell'engineering Renault, Gilles Le Borgne, ha dichiarato che avrà il torque vectoring e il tipo di maneggevolezza che ci si aspetta da una Alpine. Francamente, ci avevano già convinto con un "ciao".