Mercedes Vision One-Eleven, la concept elettrica tra passato e futuro
Questo prototipo rende omaggio alla C111 del 1969 e non è un semplice esercizio di stile
Gorden Wagener, chief design officer di Mercedes, è accigliato. Mentre getta lo sguardo sulla sensazionale Vision One-Eleven, un'auto così bassa che siamo ben più alti di lei anche da seduti, ha le idee chiare sul lavoro che deve svolgere. “Rétro è farlo com'era, un copia e incolla. Heritage prende il DNA e lo reinterpreta", afferma. “Il passato è una grande risorsa che abbiamo, soprattutto mentre ci spostiamo nell'elettrificazione. Le auto elettriche sembrano tutte uguali. C sono marchi di cui non abbiamo sentito parlare, ma si assomigliano tutti…”.
L'ispirazione del passato
In un mondo in cui Case automobilistiche che esistevano a malapena cinque anni fa apparentemente valgono miliardi, Mercedes sta raddoppiando la sua offerta. L'emblema del nuovo corso è la Vision One-Eleven, una concept car che fa un mix di stilemi anni Sessanta e anni Ottanta, ripensandoli in chiave moderna. Se ami la Lamborghini Marzal di Bertone o la Ferrari Modulo di Pininfarina, e hai passato il tè del sabato rapito davanti a Knight Rider, questo è quel che fa per te.
In onore della nonna
L'ispirazione più chiara, ovviamente, è la concept car C111, che vedete qui sopra. Questa è stata la prima di una serie di auto sperimentali che hanno esplorato diverse forme di propulsione ed aerodinamica, uno sforzo coronato da una manciata di record mondiali. È l'auto originale del '69 quella a cui Mercedes fa riferimento nella Vision One-Eleven. La combinazione di colori arancione e nero è forse l'elemento più evocativo, ma anche il trattamento dei fanali anteriori e posteriori ricorda fortemente lo spettacolare oggetto di 54 anni fa. La C111 era a motore centrale, mentre la nuova vettura Vision è dotata di motori a flusso assiale YASA su ciascuna ruota e di un consistente pacco batterie (dimensioni non ancora confermate).
Un'unica linea arcuata
Mercedes gioca con il formato a motore centrale spingendo al limite il suo linguaggio di design "one-bow". Il risultato è un'auto il cui tetto e la cui carrozzeria sono effettivamente la stessa cosa, anche se ci sono ancora parafanghi anteriori e posteriori pronunciati. Ci sono sfumature di Mercedes AMG One qui. “Si parla molto di icone. Le icone fanno la differenza tra mainstream e lusso", continua Wagener. “Artisti e designer vogliono sempre fare la storia, giusto? Il fatto che il lavoro di un designer diventi o meno iconico diventa evidente solo con il passare del tempo, ma le icone definiscono il lusso. Amiamo le auto sportive, amiamo le ali di gabbiano, amiamo le auto basse e amiamo le auto arancioni. Non si tratta di progettare solo un'altra macchina, questa è molto speciale. Questa ha un'aura, non è solo un esercizio di stile.".
Parola d'ordine: essenzialità
Wagener definisce la sua filosofia "purezza sensuale" e Vision One-Eleven è straordinariamente minimalista. Le portiere ad ali di gabbiano sono enormi, con finestrini laterali opachi che presentano un motivo a pixel. La superficie superiore dolcemente scolpita è ancorata da alcune aggiunte aerodinamiche fortemente grafiche sul corpo inferiore. L'ala anteriore inferiore è sottile e, sebbene le luci a scomparsa dell'originale siano purtroppo assenti, le luci a LED riescono a essere sia nostalgiche che un segno di ciò che sta arrivando. Le lame laterali nero opaco sono pronunciate e lo diventano sempre di più davanti a quei grossi passaruota posteriori. C'è un enorme diffusore e molta gomma posteriore visibile. Sì, l'insieme ricorda anche le auto da corsa degli anni Settanta e Ottanta. Le ruote sono enormi da concept car e il loro design è ispirato agli avvolgimenti del motore utilizzati nel propulsore della One-Eleven. Mercedes ha acquistato YASA nel luglio 2021, sedotta dalla promessa di motori più piccoli e sostanzialmente più leggeri, ma anche più potenti di quelli a flusso radiale. (Il flusso elettromagnetico scorre parallelo all'asse di rotazione del motore, piuttosto che perpendicolare ad esso).
Si guida quasi sdraiati
Il mash-up fantascientifico degli anni Sessanta/Ottanta continua all'interno. Da parte sua, Wagener cita il folle film del 1997 di Luc Besson, Il quinto elemento. Il cruscotto è rivestito con un tessuto bianco realizzato al 100% in poliestere riciclato. La pelle arancione brillante riveste ampie superfici ed è stata lavorata in modo sostenibile e conciata utilizzando bucce di chicchi di caffè. I sedili Bacofoil sono integrati nel telaio e la posizione di guida è vicina all'assetto reclinato che potresti trovare in un'auto di F1. L'imbracatura del sedile ha il logo della "stella a tre punte" di Mercedes decorato su di esso.
Scienza e fantascienza
La One-Eleven gioca anche con il concetto di "lounge" che le auto completamente autonome promettono di offrire. L'interfaccia utente è ridotta, un volante oblungo in alluminio che nasconde i pulsanti della modalità di guida e affiancato da un piccolo touchscreen. La parte più concettuale si manifesta nella dashboard pixelata a tutta lunghezza, che può visualizzare le informazioni sotto forma di codice QR come un telegiornale dei giorni primordiali pre-internet. Le informazioni vengono quindi visualizzate in alta risoluzione estremamente nitide sullo schermo multimediale. C'è di più: indossa un visore per realtà aumentata Magic Leap e preparati per una nuova interfaccia utente spaziale. "Non possiamo riportare indietro l'orologio sullo schermo", afferma Wagener, "quindi dobbiamo concentrarci su ciò che c'è e creare il lusso digitale attorno ad esso. Il livello base è la funzionalità. Il secondo livello è lo stile. In cima alla piramide ci sono momenti iconici, cose che ti sorprendono”.
A un livello più alto
Ciò include la creazione di NFT dal vivo presso lo studio di design Mercedes di Carlsbad, in California, la collaborazione con l'artista digitale Harm van den Dorpel e altri per creare la collezione "Maschine". Inoltre il lancio di una "lifestyle collection" chiamata "Limited edition 1 of 111" che include valigie e abbigliamento ispirati all'auto. “La modernità riguarda l'integrazione delle forme. Ci piace anche la semplicità, che è più difficile da raggiungere rispetto alla complessità", afferma Wagener. “Le superfici della Vision One-Eleven attivano i tuoi sensi all'istante. Qualunque cosa faremo sarà bella, non sarà mai imbarazzante. Non faremo mai macchine dall'aspetto strano. Sai di cosa sto parlando, vero?"
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