50 anni di Audi cinque cilindri: l’evoluzione di un’icona tecnica
L’evoluzione del motore Audi a cinque cilindri: 50 anni di tecnica, prestazioni, rally e innovazioni che hanno definito la storia dei Quattro Anelli.
Per Audi, il motore a cinque cilindri è molto più di un progetto ingegneristico: è una firma tecnica, un simbolo del marchio, un elemento che da mezzo secolo caratterizza le vetture dei Quattro Anelli. Dal debutto sulla seconda generazione di Audi 100 fino all’attuale 2.5 TFSI, questa architettura compatta ha accompagnato trasformazioni epocali, incarnando un equilibrio unico tra prestazioni, dimensioni contenute e un sound immediatamente riconoscibile.
La prima svolta arrivò negli anni ’70, quando Audi cercava un’alternativa più performante al tradizionale quattro cilindri, senza compromettere la distribuzione dei pesi. L’idea fu tanto semplice quanto innovativa: partire dall’affidabile EA 827, aggiungere un quinto cilindro e ottenere così maggiore cubatura e 136 CV senza penalizzazioni di spazio. Una soluzione che divenne presto un tratto distintivo del marchio.
Il DNA Audi tra tecnica, motorsport e sound unico
L’evoluzione del cinque cilindri ha attraversato fasi fondamentali: l’arrivo delle prime versioni Diesel, il debutto del turbo benzina da 170 CV su Audi 200 5T e, soprattutto, lo sbarco nei rally con l’iconica Audi quattro del 1980. Con turbocompressore, intercooler e trazione integrale permanente, quella vettura rivoluzionò il motorsport e impose nel mondo il timbro ruvido e graffiante della sequenza di accensione 1-2-4-5-3, destinato a diventare un marchio di fabbrica.
Il cinque cilindri divenne presto una leggenda competitiva: dalla Sport quattro alle versioni S1, fino alla celebre scalata di Walter Rohrl alla Pikes Peak nel 1987, quando portò a limite i quasi 600 CV della sua vettura fissando un tempo sotto gli undici minuti. Allo stesso tempo, il motore confermava la propria versatilità conquistando successi negli Stati Uniti, nei campionati Trans-Am e IMSA GTO.
Negli anni ’90 il cinque cilindri segnò un’altra pietra miliare: la Audi RS2 Avant, apripista della gamma RS. Solo a metà decennio cedette il passo ai nuovi V6, per poi tornare protagonista nel 2009 con Audi TT RS e la successiva generazione di propulsori ad alte prestazioni.
Nel 2016 Audi presentò un progetto completamente ripensato. Il nuovo 2.5 TFSI adottava basamento in alluminio, pistoni alleggeriti, albero motore cavo, rivestimento al plasma delle camicie cilindri e una gestione termica ottimizzata. Il risultato era un cinque cilindri più leggero, più efficiente e più potente, conservando però quella risposta brusca e diretta che gli appassionati associavano alle sue origini.
L’architettura attuale, cuore della Audi RS 3, eroga 400 CV e 500 Nm di coppia, con un’accelerazione 0-100 km/h in 3,8 secondi. Il timbro resta unico grazie all’intervallo d’accensione irregolare e all’impianto di scarico a valvole variabili, che amplifica la tonalità metallica tipica dei cinque cilindri Audi.
Un capitolo a parte riguarda il processo produttivo: il 2.5 TFSI viene assemblato a mano da tecnici specializzati nello stabilimento ungherese di Gyor, lungo un percorso di 21 stazioni, con test a freddo e a caldo prima della spedizione a Ingolstadt. Una cura quasi artigianale per un motore che, a cinquant’anni dal debutto, rimane una delle icone tecniche più riconoscibili del mondo automotive.
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