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“Ecco perché Jaguar passa all’elettrico”

A spiegarcelo è Marco Santucci, A.D. e Presidente di Jaguar Land Rover Italia

Adriano Tosi
Pubblicato il: 18 lug 2022

Ci sono aziende che spingono per una proroga della legge che prevede il divieto di vendita di auto con motore endotermico nel 2035 e ce ne sono altre che anticipano i tempi. Non di poco, nel caso per esempio di Jaguar: già nel 2025, il marchio inglese smetterà di vendere auto che non siano 100% elettriche. Una decisione coraggiosa di cui su Top Gear vi abbiamo dato conto a tempo debito e su cui ci siamo permessi di fare una piccola riflessione aggiuntiva. Marco Santucci, A.D. e Presidente di Jaguar Land Rover Italia, nei giorni scorsi ci ha dedicato del tempo per approfondire ulteriormente la questione.

D: Perché Jaguar elettrica già nel 2025 e Land Rover più avanti?
M.S.: I motivi sono dettati dal mercato stesso. Entrambi i marchi seguono politiche molto sostenibili, la filosofia alla base è identica, ma l’applicazione pratica è leggermente diversa. Jaguar, avendo volumi più piccoli, ha migliori possibilità di rinnovarsi e riposizionarsi completamente. Land Rover (con Range Rover) propone invece un concetto più esteso.

D: In che senso il “concetto è più esteso”?
M.S. Nella gamma Land Rover introdurremo l’elettrificazione in maniera decisa ma lasceremo possibilità di scelta al cliente. E poi abbiamo intrapreso la strada dell’informazione: inseriamo una comunicazione volta alla materialità, mettendo in risalto l’utilizzo di materiali alternativi a quelli tradizionali. Mi viene in mente l’alluminio riciclato che utilizziamo ormai da tanti anni, ma ci sono anche iniziative nuove, come la partnership (per i rivestimenti dell’abitacolo) con l’azienda danese Kvadrat, specializzata nello sviluppo di materiali altamente sostenibili, ottenuti da polimeri riciclati e raccolti dagli oceani e tessuti naturali. Un’alternativa interessante e di qualità per chi decide di rinunciare alla pelle.

D: Quindi la differenza fra i due marchi sta soprattutto nelle tempistiche?
M.S.: Sì, Jaguar vuole fare uno statement secco, sfruttare il momento storico per entrare nel mercato tra i primissimi, in una fascia in una fascia in cui al momento c’è solo Tesla. Land Rover offre invece un ventaglio di motorizzazioni ibride ed elettriche per traghettare la cultura da quella prettamente automotive a una maggiore attenzione per l’ambiente. Detto questo, non ci si deve dimenticare comunque che Land Rover introdurrà sei motorizzazioni elettriche al 100% nei prossimi quattro anni. La prima di queste, la nuova Range Rover, un anno prima persino di Jaguar, nel 2024.

D: JLR come si pone rispetto al bando dei motori endotermici programmato per il 2035?
M.S.: Noi siamo totalmente allineati. Secondo me oggi nessuna azienda può non fare passi concreti per ridurre impatto ambientale. Fino a qualche tempo fa forse qualcuno poteva mettere in discussione le tematiche ambientali, il fenomeno del riscaldamento globale. Oggi i dati sono talmente tanti e di fronte agli occhi di tutti che trovo assolutamente coerente ciò che ha fatto la UE, come cittadino e come rappresentante dell’industria dell’auto. L’unica cosa che mi chiedo è: perché limitare l’intervento alle sole auto?

D: Gli scettici verso l’auto elettrica sostengono che stiamo lasciando strada libera ai cinesi
M.S.: Io la penso in modo opposto, non c’è altra possibilità che andare in questa direzione. Mettiamola così: il motore elettrico è il più efficiente esistente al mondo, l’unico capace di trasformare in lavoro una percentuale compresa tra l’80% e il 90% dell’energia. I migliori benzina arrivano al 30% circa, i migliori Diesel al 40% circa. A livello di sostenibilità è ovvio che l’elettrico rappresenti il futuro e anche il problema della durata è abbastanza superato, grazie alle autonomie che abbiamo raggiunto. Solo la ricarica richiede ancora un po’ più di tempo.

D: Restiamo un attimo sulla questione dei cinesi. Per marchi come Jaguar e Land Rover (e in generale tutti quelli premium) non c’è il pericolo di essere rimpiazzati. Per tutta la fascia intermedia, invece?
M.S.: Le aziende cinesi hanno innegabilmente un vantaggio competitivo ma con la scelta della UE noi possiamo riportarci al passo prima che sia troppo tardi. Perché ritrovarci tra dieci anni con aziende specializzate in una componentistica che non sarà più al passo coi tempi? Quindi ribadisco, la scelta è giusta, secondo me. Ho viaggiato tanto in tutto il mondo e ho sempre pensato che in un mondo globalizzato l’unico modo per essere competitivi sia quello di anticipare le tendenze di mercato. Per questo dico che è miope pensare di proteggere i posti di lavoro attuali invece di preparare il terreno per il lavoro di domani. Tanto il mondo cambierà.

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