TopGear's Top 9: le auto da corsa più improbabili*
*ok, non tutto sono propriamente definibili "auto". Ogni tanto salta fuori qualcosa di particolare...
01 Volvo 850 BTCC
Il pilota Ricky Rydell non aveva minimamente idea del fatto che la Volvo volesse infilare un cubo in un buco tondo. "Quanto firmai per la Volvo e la TWR - all'incirca a Natale del 1993 - ero totalmente all'oscuro di piani relativi alla wagon" dice "E se lo avessi saputo, probabilmente avrei esitato. Alla fine sono stato fortunato che sia andata così."
La Volvo 850 era un'auto coraggiosa, che entrava in griglia di partenza trovandosi davanti uno stuolo di berline, ed era stata svelata solo all'ultimo momento. "Tanti pensavano che fosse uno scherzo" raccontò la Volvo. A dire il vero, nella stagione del debutto faticò a stare nelle prime posizione (terminò il campionato in 14a piazza) e l'anno seguente la squadra passò alla berlina. Ma chi se ne importa: aveva il sacro fuoco e ci provò.
Inoltre essere l'auto più figa in uno schieramento in cui era presenta anche un'alfa 155 era di per sé una vittoria. E per la cronaca Rydell alla fine vinse comunque su una Volvo, ma nel 1998.
02 Jules Proto 6x4
Tante auto bizzarre e straordinarie hanno cercato di conquistare lo spaventoso Dakar Rally. Quella gara ha dimostrato di essere un test di prova sfidante anche per una vettura come la Porsche 959. Pochi mezzi tuttavia, sono parsi improbabili come questa Jules Proto 6x4.
Con un'estetica che avrebbe potuto giustificare la sua presenza in quel distopico capolavoro satirico del 1987 che fu RoboCop, la Proto montava un motore V8 Chevy 350 (stiamo parlando di pollici cubi...), abbinato a un cambio Porsche e alle quattro ruote motrici.
Gareggiò nel 1984. E si ritirò, con il telaio spaccato.
03 Mercedes 300 SEL
Era soprannominata "The Red PIg", lil maiale rosso, in modo un po' irriguardoso, perché questa Mercedes, grande, grossa e lussuosa, scendeva in campo di fronte a un branco di vere auto da corsa ultra leggere. La sfacciataggine di elaborare una Mercedes W109 (in tutto e per tutto una Classe S, tranne che nel nome) per correre la 24 Ore di Spa a tutta velocità? Roba da AMG. E infatti questa fu proprio la prima macchina creata ad Affalterbach.
La Mercedes fu spogliata, portata a una cilindrata di 6,8 litri e lanciata allegramente in pista per un'intera giornata, a tutta velocità. Si dimostrò maledettamente assetata di benzina e una vera straccia-gomme. Nonostante ciò, riuscì comunque ad arrivare seconda e avrebbe anche vinto senza i problemi agli pneumatici e le numerose soste per i rifornimenti. Improbabile come auto da corsa, ebbe comunque il suo momento di notorietà sulla stampa locale.
04 Peugeot 806 Procar
Se siete arrivati fino qui, forse avete colto un filo conduttore che lega le protagoniste dell'articolo ed è l'ambizione. E non c'è nulla di più ambizioso di un minivan francese che cerca - un po' come il peso massimo della Mercedes di cui sopra - di gareggiare per 24 ore su un circuito tremendo come quello di Spa.
L'appassionato belga Pascal Witmeur fu l'autore di questo eroico tentativo e rimosse tutto il superfluo dalla 806 monovolume, prendendo le parti speciali da corsa dalla 306 Maxi e dalla 406 Superturismo. Il motore due litri era accreditato di una potenza compresa tra i 260 e i 300 CV e ottenne il 12° tempo in prova su 46 partenti.
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Il lieto fine, tuttavia, non ci fu. La macchina si dovette ritirare a causa di problemi al motore. Avresti dovuto metterci un motore di Formula 1, Pascal...
05 Ferrari 308 GTB Gruppo B
"Ma come?! La Ferrari ha iniziato la sua storia producendo auto da corsa, perché mai dovrebbe essere improbabile?" potrebbe borbottare qualcuno, davanti a questo accostamento. È vero, ma una Ferrari da rally? È una cosa inconcepibile o almeno lo è stata fino al 1983, quando è stato creato il Gruppo B e una squadra chiamata Michelotti - dovreste averne già sentito parlare - decise di trasformare quella supercar che era la 308 in qualcosa di completamente diverso.
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Solo quattro esemplari sono stati realizzati con quella omologazione, tre dotati di oltre 320 CV e uno con 290 CV e rotti. Ciascuno di essi accoppiava il V8 a un cambio da gara, aveva una carrozzeria più attillata e un sacco di pezzi di titanio. Certo non è l'auto da corsa più improbabile della storia, garantito, ma c'è comunque da sgranare gli occhi davanti a una Ferrari a motore centrale che si lancia in una prova speciale, avvolta da una nuvola di polvere. In ogni caso sembra credibile nel suo ruolo, non trovate?
06 Bowler Defender Challenge
Oggi potrebbe quasi sembrare una cosa normale, ma non lo era di certo nel 2014, quando la Land Rover lanciò il primo Defender Challenge. Un trofeo monomarca per Defender modificati e preparate per le gare. E adesso sparate pure le vostre battute tipo ‘running shoes on a cathedral’.
Un vero colpo di genio, in effetti, prendere una tra le nostre auto favorite - la vecchia Defender - e darle una scusa per partecipare a tutto gas in una competizione. La Bowler, che si è occupata dell'assemblaggio, ha montato sospensioni da rally, sedili racing, un roll-cage completo e un motore diesel 2.2 elaborato.
È stata un'iniziativa così valida che l'hanno ripetuta con la nuova Defender.
07 Ssangyong Musso
Una scena così stravagante che se fosse stata inserita nel copione di un film forse avreste commentato: "È un po' una forzatura.". Permetteteci di ricordarvi la breve carriera e l'assolutamente incredibile storia dei pick-up da competizione Ssangyong Musso.
Ssangyong. Motorsport. Pick-up. Prese singolarmente, queste parole hanno un senso compiuto. Insieme possono invece preludere all'apparizione di autocarri Ssangyong Musso 2.2 diesel con grafiche da competizione procedere in fila indiana in uno dei più strani trofei monomarca che la mente umana abbia mai concepito.
E siamo contenti che tutto ciò sia successo davvero. La domanda legittima è: ma dove diavolo sono adesso? Quale contadini li ha comprati in blocco per quattro soldi in un'asta? E ci potremo fare un giro?
08 Toyota Prius GT300
Sarebbe quasi superfluo evidenziare la stortura, ma lo facciamo lo stesso. Un'auto riconosciuta nel mondo come un'anonima, grigia berlina, economica e amica dell'ambiente... equipaggiata con un mostruoso v8 da 5.4 litri e oltre 500 CV.
Una Prius da corsa, gente! A dire il vero solo i montanti A e B sono quelli originali, insieme a un pezzo del pianale e della paratia anteriore, quindi questa andrebbe considerata in buona sostanza una non-Prius. Eppure lo è, perché è chiamata Prius e assiema al possente V8 ha un pacco batterie montato al posteriore.. Quindi è ancora un'ibrida. E ancora incredibile.
09 Brawn BGP001
Naturalmente era improbabile. Sorta - come noto - sulle ceneri della Honda ritiratasi dalla Formula 1 nel 2008, la squadra- una di quelle con una tradizione lunga decenni - è stata acquistata dall'ex grande capo della Ferrari e della Benetton Ross Brawn, che aveva deciso di poter far tutto da sé.
Il team prese i motori Mercedes (che imponevano modifiche drastiche ai telai Honda), aggiunse un discusso doppio diffusore in coda, piazzò nell'abitacolo Jenson Button e Rubens Barrichello e cominciò a darsi da fare per occupare le prime posizioni. Cosa che incredibilmente si verificò. Otto vittorie su 17 gare, sei della quali a opera di Button, quanto bastò per garantirgli il suo unico titolo di Campione del Mondo di Formula 1.
Una bella storia, quella.