Tuthill-Manx LFG buggy: una dune buggy moderna nata per l’offroad estremo
La Tuthill-Manx LFG buggy reinterpreta il concetto di dune buggy. Produzione limitata e vocazione offroad estrema.
Polvere, rumore e controllo millimetrico della meccanica: la nuova Tuthill-Manx LFG buggy nasce per trasformare lo sterrato in un palcoscenico di tecnica e adrenalina. Si tratta di un prototipo sviluppato da Tuthill, realtà britannica specializzata in preparazioni rally, e Meyers Manx, storico marchio fondato nel 1964 da Bruce Meyers, oggi rilanciato sotto la guida di Phillip Sarofim. Presentata in occasione del Motorsports Gathering di The Quail, in California, ha catturato l’attenzione grazie a un approccio radicale ma fedele allo spirito originario del dune buggy.
Il progetto rappresenta una reinterpretazione contemporanea del primo buggy in vetroresina basato sul Volkswagen Maggiolino, simbolo di libertà e spiagge californiane negli anni Sessanta. LFG, acronimo che richiama l’espressione americana “Let’s Freaking Go”, esprime l’intenzione di creare un mezzo capace di divertire senza filtri, unendo robustezza, competenza ingegneristica e design iconico.
La Tuthill-Manx LFG buggy tra tecnica, stile e tradizione
Il design è essenziale e funzionale: due posti, impostazione mid-engine, porte e pannelli removibili, tetto e portellone che possono essere smontati in pochi minuti per un’esperienza completamente open air. La carrozzeria è realizzata interamente in fibra di carbonio, mentre il telaio integra una gabbia di sicurezza FIA. La produzione sarà limitata a 100 unità, con un prezzo stimato vicino alle 600.000 sterline.
L’impronta fuoristradistica è evidente: sospensioni con doppio ammortizzatore regolabile su ogni ruota, pneumatici BF Goodrich scolpiti e schema di trazione integrale con tre differenziali autobloccanti. Il prototipo attuale pesa meno di 1.300 kg ed è equipaggiato con un flat-six da 3,5 litri da circa 300 CV, abbinato a una trasmissione sequenziale a sei rapporti e a un impianto di scarico in Inconel. In gamma arriveranno ulteriori configurazioni, inclusi motori derivati dalla Tuthill 911K capaci di raggiungere regimi elevatissimi.
Nonostante l’impostazione aggressiva, la buggy punta anche alla fruibilità quotidiana: climatizzazione, buona protezione aerodinamica e abitacolo minimale ma curato permettono l’utilizzo su strada. Il telaio anteriore incorpora componenti provenienti da una vettura sportiva tedesca a due posti, integrati dai sistemi di sterzo, tergicristalli e climatizzazione.
Il riferimento alla tradizione è centrale. Nel 1967, la Meyers Manx vinse la prima Baja 1000, una delle gare offroad più celebri al mondo. Da qui nasce l’obiettivo dichiarato: portare la LFG a competere e viaggiare su percorsi iconici, dimostrando che non è un oggetto da collezione, ma un mezzo progettato per essere utilizzato, sporcato e vissuto. Una visione che collega passato e presente del dune buggy, trasformandolo in un’interpretazione moderna e ad alte prestazioni.
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