BBC TopGear Italia
retro

Sei tra le migliori auto costruite da Ken Block

Oltre a essere imbattibile nel distruggere pneumatici, Block era un maestro nel realizzare mostri a quattro ruote

Testo di Craig Jamieson tradotto e adattato da Paolo Sardi
Pubblicato il: 10 gen 2023
1 / 1

Non c'è dubbio: Ken Block sapeva come catturare l'attenzione. Che si trattasse di inventare le scarpe da skate, di destreggiarsi tra le prove speciali di un rally o di sbandare intorno a un gorilla su un Segway, c'era sempre un alto livello di spettacolarità nell'operato di Ken Block che lo ha reso famoso. Aveva una marcia in più e in tutto ciò che faceva traspariva il suo talento e la sua ambizione. Questo estro e questa inclinazione per show trovano la massima espressione nelle macchine che hanno portato lui - e milioni di spettatori incantati - ai limiti della fisica e del buonsenso. Ecco sei delle migliori...

La Fiesta da 650 CV di Gymkhana 3 (e 4, 5, 6, 8 e 10, ma chi se ne frega)

Se non siete vecchi come noi, è molto probabile che una Fiesta, e non una WRX, sia stata la prima macchina che avete visto sballottata in giro a farsi beffa delle leggi della fisica. In effetti, statisticamente parlando, questa è l'auto più impiegata da Ken Block, con sei apparizioni nella serie Gymkhana. E in cinque di queste era la protagonista assoluta, non una semplice comparsa in un cast di stelle.

Rispetto al resto dei mezzi di questo elenco, la Fiesta (nelle sue varie iterazioni) non ha mai sofferto più di tanto per il fatto di  essere vincolata a una parola così dozzinale come "auto". Se però l'idea di lanciare una Fiesta da rally da 650 CV sulle vertiginose strade di San Francisco vi sembra banalotta, probabilmente... beh, dovreste continuare a leggere. Per noi, invece, questa è l'auto che ha regalato più emozioni di qualsiasi altra e ha stuzzicato il nostro appetito per idee e macchine sempre più strabilianti. C'è lei all'origine del genio folle di Ken Block. 

Hoonitruck

Per qualche strano motivo, i V6 scatenano meno entusiasmo rispetto ai V8. Quindi, il fatto che la Hoonitruck sfoggi una configurazione di questo tipo la mette immediatamente in secondo piano. Già, proprio così. Sotto il cofano c'è un V6 3,5 litri biturbo dell'Ovale Blu, come quello della Ford GT vincitrice di Le Mans, che eroga oltre 900 CV e 950 Nm. No, non stiamo scherzando: il motore proviene davvero direttamente dal programma GT Le Mans di Ford Racing. 

Installato in un normale F-150 del 1977, di solito un motore del genere darebbe il via a un meraviglioso - anche se di breve durata - gioco: "quale pezzo si romperà per primo?". Ma l'Hoonitruck evita questo problema (e molti altri) grazie a una configurazione personalizzata a quattro ruote motrici con un cambio a sei marce Sadev. E per quanto riguarda l'F-150 in sé? Beh, credere che sia un comune pick-up degli anni Settanta è come pensare di trovare in un concessionario qualunque una Mustang vincitrice della Daytona 500. Meglio passare oltre.

Hoonitron

Non so se ve ne siete accorti, ma l'Audi è in pieno fermento elettrico. Carlos Sainz che sfreccia tra le dune del Rally Dakar, spinto dall'elettricità, ha lasciato un segno indelebile. Ecco quindi il ragionamento: tornare alle origini di Audi nello sterrato con la ur-Quattro e guardare al futuro elettrico, combinandoli con il brio che Ken Block ha portato nel presente. 

Con una configurazione a doppio motore elettrico e la trazione integrale (ovviamente), nonché un suono che ricorda in modo inquietante le auto Tamiya che avevamo da bambini - e più o meno la stessa accelerazione istantanea, a pensarci bene - la Hoonitron è stata la prova che il modo in cui le ruote vengono fatte girare conta molto meno del fatto che le ruote girino. Il video che la vede protagonista è ambientato a Las Vegas, una città orrenda. E se c'è qualcosa che può far apparire bene quel monumento alla finzione è un'auto da rally Audi S1, che nasconde Vegas dietro un po' fumo bianco...

Hoonicorn

La magnificenza e la spettacolarità dei video Gymkhana di Block tendono a far passare in secondo piano la potenza, la messa a punto e le prestazioni delle macchine che vengono mostrate. Anche nomi come "Hoonicorn" fanno poco per far risaltare tutto questo o la maestria ingegneristica che sta dietro ogni metro percorso e ogni fotogramma catturato. 

Telaio space frame, sospensioni pushrod, sistema di trazione integrale personalizzato, corpi farfallati individuali, carrozzeria in fibra di carbonio... queste non sono solo caselle da spuntare su una scheda tecnica. Sono componenti scelte e progettate per lavorare all'unisono e offrire prestazioni precise, prevedibili e ripetibili. E garantire divertimento, naturalmente: dopo tutto, si tratta di un video di Gymkhana. Una piccola nota da insider sull'Hoonicorn: Ken ha chiesto di ammorbidire notevolmente l'assetto delle sospensioni rispetto alla versione originale, in modo da poter gestire gli pneumatici come sulla sua Fiesta RS WRC da rally. 
 

Hoonipigasus

Una vera e propria silhouette di auto da corsa, basata (per quanto possa sembrare incredibile) su una vecchia 912, con una livrea che ricorda la 917/20 "Pink Pig" di Porsche. Questo è più che sufficiente per attirare la nostra attenzione. Se poi si scopre che si tratta di un'auto da Time Attack costruita professionalmente, realizzata per essere realmente competitiva nella più grande cronoscalata del mondo... beh, c'è una citazione di Django Unchained che calza a pennello. Anche se la Porsche Hoonipigasus che Block ha portato a Pikes Peak non è apparsa in un video di Gymkhana, le specifiche sono all'altezza. Il motore centrale è un flat-six proveniente dalla Porsche GT3R da Endurance, biturbo e con 1.400 CV scaricati su entrambi gli assi. L'albero di trasmissione anteriore, tra l'altro, passa direttamente nell'abitacolo, dove il tunnel che lo racchiude è forse il bracciolo più alto del mondo. 

Top Gear
Italia Newsletter

Ricevi tutte le ultime notizie, recensioni ed esclusive direttamente nella tua casella di posta.

Facendo click su Iscriviti, accetti di ricevere notizie, promozioni e offerte via e-mail da Top Gear Italia per conto di Sprea S.p.A. Le tue informazioni saranno utilizzate in conformità con la nostra privacy policy.

Ho letto e accetto laprivacy policy

La quantità di lavoro fatto sulla deportanza da sola è sufficiente a far guadagnare a qualcuno un dottorato di ricerca. E questo prima ancora di considerare i complessi calcoli aerodinamici (oltre che di raffreddamento e alimentazione) necessari per tener conto del fatto che in prossimità della cima della montagna, a oltre 4.200 metri l'aria è esattamente rarefatta. Inoltre, va detto che è passata dalla carta alla Pikes Peak in quattro mesi, superando grossi problemi della catena di approvvigionamento. Forse ha fatto saltare in aria qualche pezzo di motore alla Pikes Peak, e questo è probabilmente l'unico motivo per cui ha ceduto il primo posto a...

Hoonicorn V2

La Hoonicorn V2. Prendete quella che è probabilmente la Mustang più folle del mondo, e aggiungete circa il 43% di follia in più. Quando lo stesso Ken Block la definisce "la cosa più spaventosa che abbia mai guidato", si sa che si è raggiunto il limite della sanità mentale.  Mentre la prima versione della Hoonicorn utilizzava un V8 aspirato preparato da Roush Yates, la V2 è stata votata alla potenza assoluta, scambiando il rumore dell'aspirazione naturale (uno dei migliori che abbiamo mai sentito, francamente) con una coppia di turbo, l'iniezione di metanolo e 1.400 CV. O almeno così ci è stato detto. 

Quindi, qual è il posto migliore dove portare un'auto che merita il titolo di "turbofollia" più di qualsiasi altra? Oh, ancora lì: proprio il vertiginoso e inebriante Pikes Peak. E a differenza della Hoonipigasus, l'Hoonicorn è arrivata fino in cima... dopo alcune soste lungo il percorso. Per le donuts... quelle nere sull'asfalto, ovviamente.