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ErreErre Fuoriserie, abbiamo guidato il “retromod” che fa discutere

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Adriano Tosi
Pubblicato il: 27 set 2022
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SPECIFICHE IN EVIDENZA

  • MOTORE

    2.891cc, V6, turbo benzina

  • POTENZA

    510 CV

  • 0-100

    3,7 secondi

Attualizzare un modello storico o “retrodatare”, mediante una rivisitazione profonda della carrozzeria, un’auto moderna? Questo il dilemma. In ErreErre Fuoriserie si sono guardati in faccia, hanno osservato l’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio in loro possesso e in pochi istanti sono arrivati alla risposta: partire dalla berlina del Biscione e darle un sapore retrò. Anche perché, guarda caso, il 2022 coincide con il sessantesimo compleanno della Giulia originale. Già ma come fare? Applicare un body kit in fibra di carbonio sul modello di partenza. Operazione che solo a una lettura superficiale può apparire semplice: in realtà è un procedimento complesso che richiede esperienza, capacità, pazienza, passione. Oltre, ovviamente, a un gran talento per il design, perché prima di tutto le parti di carrozzeria che dovranno essere applicate vanno immaginate, plasmate nella mente, disegnate. E “spalmare” i concetti stilistici della Giulia del 1962 su una base decisamente più lunga e più larga è operazione da far tremare i polsi. Anche perché, si sa, gli alfisti sono esigenti e intransigenti, soprattutto quando si parla dei mostri sacri del passato.

Un toccasana per il proprio ego

Sul processo che ha portato alla realizzazione della ErreErre Fuoriserie torneremo dopo. Ora, visto che ho menzionato il lato più emozionale della questione, vi racconto l’effetto che fa trascorrere qualche ora al volante di questo (al momento) esemplare unico. Mettiamola così: a poterselo permettere, non c’è miglior antidoto contro la mancanza di autostima, perché la quantità di sguardi che si calamita è impressionante. Certo, gli occhi vanno alla macchina e non a chi la guida, però, di riflesso, non si sa mai… E qui è meglio fermarsi per non cadere in luoghi comuni che tanto luoghi comuni non sono, spesso… Al di là delle battute, nel corso della giornata con la ErreErre Fuoriserie mi è capitato di imbattermi in un corteo di Mercedes SL, dalle più vecchie alle ultime. Un raduno di petrolhead, di persone competenti e - almeno all’apparenza - patite del marchio tedesco più che di Alfa Romeo. Beh, la loro reazione è stata unanime: entusiasta. Tutti (o quasi) a chiedere quale oggetto avessero davanti, chi lo avesse disegnato, dove, come, quando e… Quanto, costasse, ovviamente.

Un lusso per pochissimi

Già, rispondiamo all’ultima domanda, prima che vi innamoriate di questa macchina per poi scoprire di non potervela permettere: per prima cosa serve una macchina "donatrice", ovviamente un'Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio, 99.000 euro come punto di partenza. Si risparmia qualcosa accontentandosi dell’usato (ed è l’unica possibilità se volete il cambio manuale), ma le incognite sono sempre tante, soprattutto quando si compra un’auto che è una vera e propria istigazione al traverso e al tutto gas. In ogni caso, non siete nemmeno a metà del totale: se rientrare fra i primi 10 clienti, la trasformazione Erre Erre Fuoriserie vi costerà 196.000 euro più iva, dall’11° cliente in avanti il kit salirà a 245.000 euro più iva.

Meccanica invariata

Per non complicare eccessivamente le cose (dal punto di vista tecnico e burocratico), ma soprattutto perché la base è eccezionale, la meccanica è del tutto invariata. Piccolo ripasso: il motore è un V6 2.9 litri biturbo da 510 CV, posizionato davanti longitudinalmente; trazione rigorosamente posteriore. Soprattutto, le sospensioni raffinatissime fanno della Giulia - e della ErreErre - una delle Alfa Romeo migliori di sempre, se il metro di valutazione è il piacere di guida. Le prestazioni? Da prima della classe, con lo 0-100 km/h bruciato in 3,7 secondi e una velocità massima di 307 km/h. Anzi, a essere più precisi una differenza sostanziale c’è: la carrozzeria in fibra di carbonio ha consentito di risparmiare la bellezza di 200 kg, a detta di ErreErre Fuoriserie. Una differenza notevole, che sicuramente ha portato a un miglioramento nelle prestazioni, in particolare in accelerazione.

È divertente come sempre

Difficile dire quanto abbia influito a livello di dinamica la “dieta al carbonio”: la mia esperienza con la Giulia Quadrifoglio è (sono fortunato, lo so) piuttosto ampia, però ne ho guidata una manuale 4 anni fa e due automatiche negli ultimi due anni; l’ultima, prima della ErreErre, sei mesi fa sempre sulle strade del Mottarone, ma con pneumatici invernali. Tutto questo per dire che non avrebbe senso fare dei paragoni a distanza. Una cosa però ve la posso sicuramente dire: la proverbiale agilità, la capacità sopraffina di comunicare ciò che accade sotto alle ruote e la predisposizione per il sovrasterzo sono intatte. Ecco, dovessi sbilanciarmi, direi che i 200 kg in meno si sentono in termini di rapidità negli inserimenti, sulla ErreErre Fuoriserie ancora più disarmante. Però appunto molto potrebbe essere legato alle gomme, che sull’ultima Quadrifoglio guidata erano invernali.

Quindi, com’è questo retromod?

Potrei nascondermi dietro al più classico dei “non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace”. Invece un’opinione personale sono tenuto a darvela, se non altro perché appena l’ho vista, la ErreErre Fuoriserie, ho immediatamente realizzato che le foto non le rendono giustizia. Su strada fa il classico figurone e se su carta (o su schermo) si percepisce uno “stacco” netto tra la parte anteriore e quella posteriore, dal vivo la carrozzeria è molto più armonica. Detto questo, non vi nascondo che nel frontale non cambierei praticamente nulla (metterei solo in maggiore evidenza lo scudetto); dietro invece il risultato non mi convince, anche visto da vicino. Sono consapevole delle grandissime difficoltà che ci sono nell’applicare dei pannelli su una carrozzeria esistente, dunque senza alcuna modifica strutturale, però appunto il muso è la (quasi) perfetta attualizzazione di quello della Giulia del 1962; la fiancata e il posteriore non altrettanto.

Della prima non mi convince la nervatura che, tra la portiera anteriore e quella posteriore, si interrompe per poi riprendere a un’altezza differente (la potete vedere molto bene qui sopra); esigenze strutturali legate alla sicurezza, ok, però se si parla di estetica è anche giusto fare tutti i commenti del caso. Del secondo, sono soprattutto le due “gobbe” sopra al lunotto a lasciarmi perplesso, perché vanno a rendere ancora più elaborata una porzione di carrozzeria già piuttosto ricca di elementi. In chiusura mi sono tenuto il cerchio, “più Alfa Romeo” di quello delle Alfa Romeo. Non ve lo descrivo a parole, sarebbero sprecate: guardatelo e riguardatelo in fotografia, siamo sulle soglie del capolavoro. Per la cronaca, è realizzato dal pieno. Ora gustatevelo tutto, qui sotto.

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