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Land Rover Defender, rinascere elettrica

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La Redazione
Pubblicato il: 03 giu 2022
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SPECIFICHE IN EVIDENZA

  • MOTORE

    Elettrico

  • POTENZA

    152 CV

  • 0-100

    13 secondi (circa)

  • C02

    0 g/km

“Le auto moderne sono degli elettrodomestici senz’anima”. “Non le fanno più le macchine di una volta”. “L’elettrico sarà la fine per noi appassionati di auto”. Alzi la mano chi non ha mai sentito pronunciare frasi di questo genere in un gruppo (reale o social) di petrolhead. In verità, a guardare le cose con un po’ di freddezza in più, forse non tutto è perduto. Primo perché ci sono elettriche che non solo accelerano come dei dragster, ma sanno anche divertire e coinvolgere chi le guida quando iniziano le curve: sto pensando per esempio alla Porsche Taycan ma anche alla Tesla Model 3. E poi c’è un altro “filone”, un’altra tendenza che di questi tempi sta prendendo sempre più piede: il restomod. Di cosa si tratta? In parole semplici, di spogliare un’auto storica della sua meccanica, installarle motori elettrici e batterie, e darle una seconda vita. È esattamente ciò che sta facendo la Everrati, la cui ultima trasformazione è la Land Rover Defender Serie IIA.

Qualche piccola precisazione

Prima di entrare nel dettaglio di questa Land Rover occorre fare una precisazione importante: c’è restomod e restomod. Si possono semplicemente prendere motori e batterie da una Tesla “esausta” e metterli al posto della meccanica originale. Oppure si può prendere un’auto storica, sviluppare un powertrain dedicato e mettere a punto il telaio di conseguenza. L’azienda inglese Everrati è della seconda “scuola”. 

Su strada: c'è ancora tanto lavoro da fare

Nonostante l’alta cura per i propri prodotti, il prototipo che abbiamo guidato è tremendo. Alla guida l’auto è rumorosa, imprecisa e saltella vistosamente anche sul più piccolo dosso. A tutto questo va aggiunto il fatto che le manovre a bassa velocità sono una fatica e i freni a tamburo sono un disastro: per fermarti del tutto devi iniziare a premere il pedale del freno. centinaia di metri prima di quanto non faresti con qualsiasi altra auto. Per questo motivo Everrati ha limitato la potenza del motore a 152 CV per 300 Nm di coppia.

Eppure, la bellezza di questa Land Rover classica sta proprio in questo. Ovvero nella capacità di Everrati di aver mantenuto inalterate le caratteristiche del modello originale. Nonostante il powertrain elettrico, infatti, le sensazioni di guida sono davvero molto simili a quelle della Land Rover che tutti conosciamo ed è interessante notare come l’esperienza di guida delle vetture elettriche, solitamente un po’ asettica, qui venga ravvivata da quella ruvidezza tipica dei modelli di un tempo. Insomma, invece di passare il resto dei suoi giorni come un inanimato pezzo di antiquariato, questa Land Rover può tornare a fare ciò che sapeva fare meglio, e cioè… qualsiasi cosa, in realtà.

Com’è fatta dentro

Anche gli interni sono stati modificati e aggiornati mantenendo lo stile classico del modello. I sedili sono stati rifoderati e dotati del riscaldamento (anche quelli posteriori). Inoltre, è possibile avere il climatizzatore oppure continuare ad affidarsi alle aperture sotto al parabrezza per rinfrescare l’abitacolo. Che poi, sia chiaro, nessuna opera di restauro sarà mai in grado di sbarazzarsi di tutti gli spifferi che entrano attraverso la carrozzeria colpendoti dritto in faccia.

Detto questo, se siete preoccupati che la Land Roverdi Everrati non sia in grado di affrontare tratti offroad come l’originale, beh, vi sbagliate. I tecnici inglesi hanno infatti mantenuto intatto il sistema di trazione integrale, sostituendo esclusivamente il motore endotermico con uno elettrico. Quindi, ogni volta che ci si appresta ad abbandonare l’asfalto per buttarsi su un tratto di sterrato, è sufficiente azionare la leva sul tunnel centrale (che è rimasta quella originale) per attivare le quattro ruote motrici e lanciarsi nel fango.

Un lusso per pochi

Sia ben chiaro: la Land Rover Serie IIA di Everrati è un lusso per pochi. Però, se si dà il giusto valore all’attenzione riposta dall’azienda anche al più piccolo dettaglio, allora gli oltre 175.000 euro richiesti assumono quasi un senso. A patto di non farsi prendere la mano dalle infinite possibilità di personalizzazione. A potercela permettere, probabilmente, noi la prenderemmo “base”, senza alcun accessorio extra: è proprio in questa configurazione che ci si avvicina di più allo spirito (e alle scomodità) originali del modello.

Se vi state chiedendo il motivo di un tale prezzo, roba da Porsche Taycan top di gamma, la risposta è che Everrati restaura ogni singolo componente del veicolo, mentre il telaio viene sottoposto ad un processo di zincatura per scongiurare il rischio che venga intaccato dalla ruggine. Insomma, l’unica ragione per la quale quest’auto potrebbe rimanere ferma dentro un fienile è perché si è rimasti a secco di “corrente”. Cosa non così improbabile a dirla tutta, considerando che la batteria da 60 kWh ha un’autonomia che non arriva ai 200 km. 

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