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Primo contatto

Lotus Eletre, ecco com’è dal vivo

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Adriano Tosi
Pubblicato il: 19 set 2022
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SPECIFICHE IN EVIDENZA

  • MOTORE

    Elettrico (ant. e post.)

  • POTENZA

    905 CV

  • 0-100

    2,95 secondi

Ogni volta la stessa storia. È successo con la Porsche Cayenne, poi con la Bentley Bentayga e l’Aston Martin DBX, la Rolls-Royce Cullinan, la Lamborghini Urus e altre ancora: i mai contenti protestano. Ricordano i tempi andati - che magari nemmeno hanno vissuto - in cui il fondatore di turno non avrebbe mai permesso certi scempi. Un fenomeno che puntualmente si è verificato anche questa settimana con Ferrari Purosangue e Lotus Eletre. Del loro arrivo si sapeva già da mesi, certo, ma è di questi giorni il primo contatto con il pubblico. E se della Purosangue vi abbiamo già dato ampiamente conto, ecco com’è andato il primo incontro ravvicinato con il SUV inglese.

Vivere nel presente

Così come non ha senso scandalizzarsi per il fatto che marchi come Ferrari e Lotus si mettano a fare SUV (che vogliano o no chiamarli così), è altrettanto insensato attribuire a Enzo Ferrari, a Colin Chapman o ad altri, eventuali reazioni di giubilo di fronte a queste auto; sì, accade anche questo se si parla con qualche esperto - così almeno la sua carica farebbe pensare - di marketing. Lasciamo riposare in pace i mostri sacri, godiamoci i loro immortali capolavori e concentriamoci sul presente senza scomodare qualcuno che non ci può smentire.

Non fa niente per nascondersi

Più un oggetto è grande più si fa notare, concetto banale. Ci sono però espedienti di design che riescono a dissimulare le dimensioni. Ecco, questi “trucchetti” non sono stati utilizzati da chi ha definito le forme della Lotus Eletre, che anzi fa di tutto per far sentire i suoi 5,1 metri di lunghezza, i suoi 3,02 metri di passo e i 2,23 m (compresi gli specchietti) di larghezza. Quanto all’altezza, siamo a quota 1,63 m, 4 cm in meno della Ferrari Purosangue. Le linee della Eletre, dicevamo, enfatizzano le dimensioni XXL. Come? Con l’enorme “bocca” al di sotto dei gruppi ottici, per esempio, oppure con gli sfoghi dell’aria dietro alle ruote anteriore e dietro a quelle posteriori, in entrambi i casi di taglia XXL. Non manca inoltre uno spoiler sdoppiato sopra al lunotto, che assolve naturalmente una funzione aerodinamica ma che si nota eccome. Così come si notano le numerose nervature della carrozzeria.

Prestazioni da supercar

Prima di continuare con le impressioni a caldo, visto che si tratta pur sempre di una Lotus, è giusto ripassare un attimo la scheda tecnica della Eletre. Partiamo dal peso: 2.000 kg. Colin Chapman ci avrebbe fatto stare 4 macchine. Battute a parte, quello che è il cuore di ogni elettrica, cioè la batteria, qui offre una capacità oltre i 100 kWh, per un’autonomia di circa 600 km, mentre l’architettura elettrica a 800V consente ricariche a grande potenza, quindi in tempi rapidi. Quanto alla potenza e alla coppia, siamo al di sotto di quota 1.000, seppur di poco: 905 CV e 985 Nm. Il peso? Attorno ai 2.000 kg. 2,95 secondi è il tempo per accelerare da 0 a 100 km/h, 265 km/h la velocità massima.

Un’auto globale

Ok, forse volete sapere se la Eletre è bella oppure no, vista dal vivo. Come sosteniamo sempre,  esprimersi su qualcosa di molto soggettivo come lo stile di un’auto ha poco senso, a maggior ragione oggi che l’Europa non è più centrale nelle strategie delle maggior parte delle Case auto. In altri termini, la Cina è cresciuta esponenzialmente (anche) nel settore automobilistico e non si può non tenere conto dei gusti dei suoi cittadini, molto lontani dai nostri. Anche perché, è bene non dimenticarlo, Lotus appartiene ora al Gruppo Geely (che fra gli altri controlla anche Volvo), che “batte bandiera” cinese, appunto.

Dentro, un salotto per quattro

L’abitacolo della Lotus Eletre prevede, almeno inizialmente, quattro poltrone singole; in un secondo momento arriverà anche la 5 posti. Per il resto, gli schermi touch dominano la scena, almeno visivamente, ma per fortuna in Lotus in Lotus non si sono dimenticati dell’ergonomia: i comandi fisici non spariscono del tutto e facilitano la gestione delle funzioni principali.

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