Dacia: Cenerentola studia da trend setter
I dati di mercato parlano chiaro: la Casa rumena ha fatto le mosse giuste e ora punta sempre più in alto. Il suo esempio andrebbe seguito...
Qual è stata la marca che ha messo a segno la migliore performance in termini percentuali tra le prime quindici del mercato italiano nel 2022? La risposta è facile: Dacia, che ha registrato un bel + 9,21% in un mercato che ha invece ceduto il 9,70%. La Casa rumena ha scalato così ben tre posizioni nella top ten dei costruttori, passando dal nono al sesto posto, con una quota di mercato salita dal 4,23 al 5,12%. I dati sono ancora più clamorosi restringendo l'analisi ai soli privati. I loro acquisti sono scesi nel complesso del 16%, eppure le vendite di Dacia nei loro confronti sono invece salite del 12%. Per loro Dacia è il quarto brand per volumi, Duster è nella top 5 dei modelli più amati e Spring è l'elettrica best-seller. Ce n'è abbastanza per parlare di un vero e proprio caso, che merita di essere analizzato.
Una metamorfosi profonda
Osservando i modelli più recenti c'è una cosa appare evidente: Dacia ha completamente cambiato passo e prospettiva. Senza stare a risalire alla preistoria, quando in listino c'erano mezzi improbabili come la Dacia 1300, negli ultimi tempi la Casa rumena è passata da un'offerta "low cost" a una "value for money". Niente più auto austere tipo le prime Logan, insomma, ma veicoli funzionali e pratici, senza lacune a livello di equipaggiamento, come l'attuale Duster e quella Jogger che ora porta pure al debutto la tecnologia hybrid. Le auto della gamma Dacia non faranno venire prurito al piede destro, ma hanno una qualità interessante: soddisfano i bisogni della gente comune al giusto prezzo, e scusate se è poco. Il successo certifica che si tratta di un esempio che dovrebbe fare scuola. Invece tanti altri costruttori eliminano i modelli economici e cercano di fare margini alti con volumi bassi, una scelta che potrebbe non pagare nel lungo periodo.
Solide basi per un futuro roseo
Se Dacia può permettersi di proporre una gamma ben articolata con un listino abbordabile è grazie a una somma di fattori. Le sue vetture sono progettate badando al sodo e confezionate con componenti e piattaforme del Gruppo Renault per buona parte già ammortizzati, affidabili e con costi contenuti. Dalla Casa della Losanga non arrivano solo pezzi ma anche know how e più impalpabili spazi di manovra. In altre parole, la scelta di Renault di cercare in parte un'arrampicata sociale verso una fascia premium lascia a Dacia più margine per muoversi senza rischio di pestare i piedi a modelli cugini. E presto infatti l'ambito operativo di Dacia si amplierà ancora. Nel 2024 arriverà la nuova generazione della Duster, pronta a dare un ulteriore impulso al già grande successo delle progenitrici. Il 2025, poi, sarà l'anno della Bigster, un SUV che porterà Dacia a entrare di prepotenza nel segmento C. A quel punto la sfida con i marchi generalisti si farà molto combattuta. Secondo voi come andrà a finire?
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