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Porsche, l’addio ai motori endotermici può attendere

69 milioni di euro: a tanto ammonta l’investimento per rilevare il 12,5% di HIF, holding che opera nel campo dei carburanti alternativi

Adriano Tosi
Pubblicato il: 30 mag 2022

Abbiamo ancora qualche speranza. Per noi che l’auto non fa rumore ma ha un sound caratteristico e che vale la pena ascoltare (ok, dai 4 cilindri in su, e non tutti i 4 cilindri). Per noi che la puzza di benzina in realtà è un odore al quale leghiamo piacevoli ricordi. Per noi che una Porsche deve avere un motore boxer, meglio - molto meglio - se a 6 cilindri. Dicevo: non tutto è perso per noi, perché Oliver Blume è convinto di questo: “per raggiungere la carbon neutrality entro il 2030, Porsche sta procedendo lungo «un doppio binario»: elettrificazione della gamma (la Taycan peraltro è una delle elettriche più belle da guidare in assoluto) e sviluppo degli e-Fuel”. E se il nome Oliver Blume vi dice poco, sappiate che è il grande capo di Porsche. 

Scegliere la tecnologia su basi scientifiche

Ciò significa che la fine dei motori endotermici non è ancora scritta, nonostante molte aziende si siano affrettate ad annunciare il momento in cui smetteranno di produrli (facendo poi, almeno alcune, delle precisazioni che hanno un po’ il sapore di marce indietro). Che i propulsori possano avere ancora un po’ di vita è una buona notizia, in ogni caso, perché sarebbe paradossale toglierli dal mercato proprio nel momento in cui si era riusciti a renderli quasi innocui dal punto di vista dell’inquinamento. Il tutto - e questo è bene chiarirlo una volta di più - mentre è ancora comune convinzione che l’auto elettrica sia realmente meno impattante, nel ciclo di vita (dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento/riciclo). Insomma, sembrerebbe che fortunatamente il metodo scientifico - più che l’innamoramento per gli slogan urlati da qualche istrionico personaggio della Silicon Valley o di Hollywood - sia ancora la stella polare delle aziende automobilistiche. Di alcune, se non altro. 

Fortunatamente il metodo scientifico - più che l’innamoramento per gli slogan urlati da qualche istrionico personaggio della Silicon Valley o di Hollywood - sia ancora la stella polare delle aziende automobilistiche.

Un investimento significativo

Veniamo ora alle cose concrete, all’investimento che Porsche ha deliberato per rilevare il 12,5% di HIF Global LLC, un gruppo che opera nel campo dello sviluppo di impianti di carburanti alternativi. 69 milioni di euro (spicciolo più, spicciolo meno) che non smentiscono quanto fatto da Porsche nel campo dell’elettrico. Primo, lasciatemi ricordare che la Taycan è una delle elettriche più divertenti in circolazione. Secondo, come scritto sopra, è esplicita intenzione di Porsche continuare a portare avanti in parallelo lo sviluppo della tecnologia elettrica e dei motori alimentati con carburanti sintetici. Una scelta che sembrerebbe azzeccata, dal momento che anche a livello normativo non è più così sicuro che l’UE metta al bando cilindri e pistoni. 

Ultima ma non meno importante, se si parla di coerenza della strategia, è la decisione di tornare in Formula 1 nel 2026 da parte di Porsche. Sulle monoposto della massima serie, infatti, tra quattro anni la parte elettrica del powertrain ibrido sarà più importante di oggi, ma quella endotermica rimarrà al proprio posto e sarà alimentata, non a caso, con e-Fuel. 

E-fuel per tutti

Se Porsche, azienda relativamente piccola (rispetto ai grandi Gruppi globali), può permettersi una doppia linea di sviluppo è anche grazie alla solidità di un Gruppo come Volkswagen, di cui fa parte. Avere il gigante di Wolfsburg alle proprie spalle le permette di sostenere gli investimenti necessari, ma anche di sapere che, quando si arriva al risultato, il numero di modelli su cui può essere applicato è altissimo. Ovviamente, tutto questo non potrebbe stare in piedi se non fosse economicamente sostenibile anche per l'utente finale: rassicura Blume: “Oggi un litro di e-Fuel costa circa 10 dollari, quando saremo a regime, il costo scenderà rapidamente, fino a 2 dollari". Poco più di quanto costa un litro di comunissima benzina. Quindi? Quindi non resta che attendere e vedere cosa accadrà, anche perché pure a livello legislativo le idee non sono chiarissime. Anzi. 

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