Interni
Gli arredi hanno una classica impostazione di scuola scandinava. Ciò non significa però che ci si trovi davanti a una mera scopiazzatura di quel che fa Volvo. I tecnici Polestar hanno messo un po' di farina del loro sacco, senza limitarsi a sbirciare il compito in classe del compagno di banco.
A tutto schermo
Un certa familiarità si nota - per fortuna - a livello del display centrale che è l'autentico mattatore della scena interna. Si tratta di uno schermo da 11,2 pollici, sistemato in verticale e caratterizzato da una grafica nitida. La navigazione tra i menù è fluida, senza il minimo tentennamento. Tra i touch screen impiegati nel mondo automotive, questo è uno di quelli più simili a tablet e smartphone. Non è un caso che la Polestar sia la prima auto a utilizzare il sistema operativo di Google. Ciò vuol dire anche che il pilota può contare sull'assistente vocale "Hey Google", che può accedere al proprio account Google per personalizzare le impostazioni, con Spotify e Google Maps integrati. Tramite il Google Play Store è inoltre possibile scaricare le proprie applicazioni, da Waze a Apple Music. Da tempo la Polestar supporta anche Apple CarPlay: gli utenti iPhone possono tirare un sospiro di sollievo.
Come ci si trova alla guida?
Benone. A me sinceramente non entusiasma il massiccio mobiletto centrale: definirà anche bene il posto di guida, ma mi sembra una soluzione che stride un po' con la modernità di un'auto elettrica. In ogni caso è indubbiamente comodo potervi appoggiare il braccio quando ci si deve muovere di precisione in punta di dita sullo schermo. A proposito di precisione, stupisce come l'impianto di climatizzazione si regoli con step di un grado e non di mezzo. Anche l'indicazione dell'autonomia residua è spannometrica, con indicazioni che variano di 10 km per volta. Sul volante e in altri punti dell'abitacolo si notano tasti e comandi di chiara origine Volvo. Ci vuole però un bel coraggio per lamentarsi perché è tutta roba ben fatta e che funziona alla grande.
Il posto di guida, tra l'altro, non ha la seduta rasoterra come ci si aspetterebbe, ma l'impressione è comunque di trovarsi ben in basso, complici proprio la forma avvolgente degli arredi e l'altezza della linea di cintura. Quello che però alla fine resta più impresso è che i sedili - a loro volta di origine Volvo - sono tra i migliori su cui si possano poggiare le natiche. Offrono il giusto sostegno e sono profilati in maniera che rasenta la perfezione.
Meglio in quattro che in cinque
Salire e scendere non è un gran problema. Una volta seduti ai lati del divano, poi, c'è tutto lo spazio che serve, anche se - a parità d'ingombri esterni - c'è qualche rivale che garantisce qualche centimetro in più. Il fatto che i finestrini siano un po' piccoli, tra l'altro, fa sì che si abbia l'impressione di trovarsi in un ambiente più angusto di quanto in effetti non sia. Chi ha una sistemazione di fortuna è invece l'eventuale quinto passeggero. L'imbottitura nella zona centrale è infatti scomoda e la presenza del tunnel limita lo spazio per i piedi. Promosso poi anche il bagagliaio, al quale si accede con un ampio portellone e che ha una sorta di dépendance sotto il cofano anteriore per alloggiare i cavi di ricarica.