Case automobilistiche francesi: quali sono e le auto che hanno fatto la storia
Da Citroën a Renault, passando per Peugeot, DS e Alpine. Ecco storia, curiosità e le automobili francesi più belle e importanti
Innovazioni e automobili che hanno lasciato il segno: le Case automobilistiche francesi hanno scritto la storia delle quattro ruote, sin dai primi anni del ‘900. Citroën, Peugeot e Renault soprattutto: Alpine è infatti arrivata dopo, nel 1955; DS invece è nata da poco, ufficialmente nel 2014, come brand di lusso di Citroën. Oggi i modelli delle Case automobilistiche francesi occupano una fetta rilevante di mercato: Citroën e Peugeot (prima acerrime rivali) fanno parte con DS del gruppo Stellantis; Renault invece ha stretto un’importante alleanza con le giapponesi Nissan e Mitsubishi. Del gruppo Renault fanno parte anche Dacia e Alpine, che è l’anima più sportiva di Renault, con tanto di Team in Formula 1. Bene, chiarite le forze in campo, ecco una guida alle Case automobilistiche francesi, con i modelli più rappresentativi e un po’ di storia, che non fa mai male.
Case automobilistiche francesi: storia e modelli Alpine
Alpine tra le Case automobiliste francesi è sinonimo di corse e velocità. Merito della Scuderia di Formula 1 BWT Alpine, ma anche di auto come la A110, maledettamente efficace e divertente da guidare, capace di dare filo da torcere anche ad auto molto più potenti.
Ufficialmente Alpine nasce nel 1955 dalla passione di Jean Rédélé: un sognatore e un uomo dalle mille idee che amava le auto e i rally. La storia di Alpine è legata a doppio filo a quella di Renault, dalle origini ai giorni nostri.
Il padre era titolare della concessionaria Renault a Dieppe, nel nord della Francia, Jean cresce a pane e motori e quando eredita l’attività paterna diventa il più giovane venditore d’auto della Régie. Da grande appassionato di auto e di corse, Jean si rende conto delle potenzialità sportive della Renault 4CV, ci lavora, la modifica dove serve e con questa auto partecipa a diverse competizioni ottenendo buoni risultati.
Jean in breve tempo si guadagna una certa notorietà come elaboratore di automobili Renault, realizza alcune auto per sé e per alcuni clienti che amano le competizioni e le auto veloci. Quindi, nel 1955, fonda Alpine trasformando la concessionaria di Dieppe in una fabbrica di auto sportive. Il nome Alpine è un omaggio al miglior risultato ottenuto in gara da Jean: il secondo posto assoluto nel Rallye International des Alpes, valido per il campionato europeo.
Le prime Alpine, dalla A106 alla A110
La A106 è la prima auto di Alpine a vedere la luce. Nata nel 1955 e realizzata sulla stessa base tecnica della Renault 4CV, la A106 monta un quattro cilindri 750 CC con potenza da 22 CV fino a 44 CV (a seconda della versione) e un innovativo cambio manuale a cinque marce.
Tre anni più tardi, nel 1958, è la volta della A108, disponibile con tre motori: 845 da 37 CV, 904 da 53 CV e 1.0 da 70 CV. Ma è negli anni sessanta che arriva la più famosa Alpine di sempre: la A110 in vendita a partire dal 1963; l’auto sfoggia un design sportivo frutto della matita del nostro Giovanni Michelotti.
La base tecnica della A110 deriva dalla Renault 8, con motore 1100 CC e una potenza vicina a 100 CV. Nel 1965 Renault decide di acquistare una quota di Alpine e gli effetti si fanno sentire: sulla A110 arrivano aggiornamenti tecnici e motori più potenti. Il top la A110 lo raggiunge nel 1972 con il motore 1800 CC da 175 CV destinato esclusivamente alle corse, con il quale l’auto ottiene una serie di successi sportivi, tra cui la vittoria nel 1971 del Rally di Montecarlo, successi che nel 1973 culminano con la conquista della prima edizione del Campionato Mondiale Costruttori Rally, antesignano del WRC. Nel 1978 Rédélé decide di ritirarsi lasciando Alpine nelle mani di Renault, che prosegue l’attività nelle competizioni: nello stesso anno Didier Pironi e Jean-Pierre Jassaud, alla guida dell’Alpine A442B, ottengono il successo nella 24 Ore di Le Mans.
Il declino e la seconda vita di Alpine
Come spesso accade, dopo il successo arriva la parte più difficile: rimanere in vetta. Negli anni ‘80 Alpine fatica a trovare una degna erede per la A110 e la concorrenza non sta certo a guardare (vedi Lancia Stratos, ad esempio). Inizia cosi un lento declino per Alpine, fino al termine della produzione nel 1995. Alpine sparisce di scena e le Case automobilistiche francesi perdono una parte importante della loro anima sportiva, fino al 2012: anno in cui inizia la seconda vita del Marchio. Renault decide infatti di dare nuova vita al brand Alpine in partnership con Caterham, che però dopo un paio d’anni abbandona il progetto. Renault va avanti da sola e nel 2017 arriva sul mercato la nuova A110. Con Luca De Meo al vertice di Renault parte un programma di rilancio più articolato di Alpine, che culmina nel 2021 con l’ingresso di Alpine in Formula 1 e nel Mondiale Endurance. Alpine oggi organizza una serie di iniziative per rafforzare e promuovere lo spirito sportivo del brand, come l'Alpine 110 Cup e realizza versioni speciali della A110 "pronto rally" per i suoi clienti più sportivi. La gamma attuale di Alpine vede un unico modello, la A110, proposta in diverse versioni e allestimenti speciali, come la A110R firmata del pilota di Formula 1 Ferdinando Alonso. All’orizzonte per Alpine si affaccia un futuro elettrico: si parla infatti della nuova Alpine A110 elettrica. Una missione non facile per un brand che ha costruito la sua reputazione su auto leggere e maneggevoli. Chissà cosa ne penserebbe Jean Rédélé.
Leggi anche: “Alpine A 110 EV, una tutto pepe anche in elettrico”
Case automobilistiche francesi: storia e modelli Citroën
Sin dalla sua nascita nel 1919, Citroën si è sempre distinta tra le Case automobilistiche francesi per l'audacia e la creatività delle sue vetture, la comunicazione e la pubblicità.
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Tutto inizia nel 1901 con André Citroën che, fresco di studi al Politecnico, acquisisce il brevetto per la produzione di innovativi ingranaggi a cuspide o a V: è il primo passo verso la fondazione della fabbrica di ingranaggi Citroën (1905). Ecco spiegato da dove arriva il logo del marchio con il Double Chevron: proprio dalla forma degli ingranaggi. L’automobile attira l'attenzione di André Citroën nel 1908, quando viene chiamato da Automobiles Mors per riorganizzare la produzione. Mors era nota tra le Case automobilistiche francesi per i suoi successi sportivi, ma in quel periodo non navigava in buone acque. Nel 1912, durante un viaggio di lavoro, André Citroën incontra Henry Ford e visita la catena di montaggio della fabbrica di automobili. Andrè si convince che i prezzi delle automobili devono scendere e la qualità migliorare, solo così l’auto può trasformarsi da oggetto di lusso (per pochi) a uno strumento di lavoro (da vendere a tanti). La Prima Guerra Mondiale costringe però Andrè Citroën a mettere nel cassetto i suoi progetti. André durante la guerra non fa mancare il suo apporto alla madrepatria, come produttore di armi per l’esercito francese.
Citroën, dagli ingranaggi alle automobili
Dopo la guerra Andrè Citroën converte la fabbrica di armi nella produzione di automobili. Nel 1919 viene presentata la Type A, primo modello di casa Citroën che segna il debutto ufficiale dell’azienda tra le Case automobilistiche francesi.
Subito dopo escono le prime pubblicità, anche questa è una piccola rivoluzione: una pagina intera su tutti i quotidiani di Francia che recita “10HP, la prima automobile francese costruita in grande serie”. In effetti la Type A è rivoluzionaria, costruita seguendo le teorie apprese da Ford, i costi di produzione sono contenuti e i prezzi competitivi: la Type A diviene così la prima automobile europea di larga diffusione, venduta in oltre 24.000 esemplari dal 1919 al 1921. Dotata di un motore 4 cilindri da 18 CV poteva raggiungere la velocità massima di 65 km/h. Nei primi anni ’20 inizia così l’ascesa commerciale di Citroën, con l’allargamento a macchia d’olio della rete vendita: all'inizio poco più di semplici garage e poi sempre più concessionarie specializzate. Citroën, infatti, non si limita a vendere auto ma pensa subito all’importanza dell’assistenza tecnica in caso di guasto, garantendo un efficiente servizio di assistenza. Nel frattempo la gamma viene ampliata: dopo la Type A si susseguono diversi modelli, tutti con un design particolare e una forte componente innovativa. L'elenco è lungo, per non annoiavi troppo vi segnaliamo il museo virtuale di Citroën, con tutti i dati tecnici delle auto e persino la possibilità di sentire i loro diversi rumori, dal motore al clacson.
Tra i modelli da ricordare in particolare la Traction Avant, lanciata al Salone di Parigi del 1934. Un’auto rivoluzionaria, con soluzioni avanzate come la trazione anteriore, il telaio monoscocca e la carrozzeria aerodinamica. La vettura piace ma i costi di produzione sono elevati. Questo porta all’indebitamento di Citroën che culmina nel 1934 con la cessione a Michelin, principale creditore e già affermato produttore di pneumatici. Un anno dopo Andrè Citroën si spegne, con la sua morte si chiude la prima fase della storia di Citroën, che però continua tra le Case automobilistiche francesi.
Nel secondo dopoguerra arrivano infatti modelli importanti come la 2CV e la DS19, rimasti nella storia dell’automobile. In tempi più recenti, negli anni sessanta, ci sono le collaborazioni di Citroën con Panhard e Maserati, non delle più indovinate. Nel 1974 per Citroën inizia una pesante crisi che si conclude con l’acquisto da parte dell'avversario di sempre: Peugeot. Nasce così il Gruppo PSA, in tempi recenti entrato a far parte del gruppo Stellantis. Ma questa è un'altra storia.
Citroën 2CV e DS19: due auto che hanno lasciato il segno
La 2CV è tra i più grandi successi di sempre, non solo tra i modelli della Case automobilistiche francesi ma a livello mondiale: un'automobile prodotta dal 1948 fino al 1990 in quasi 4 milioni di esemplari, 5 milioni considerando le sue varianti.
Essenziale, spaziosa e comoda, con il suo simpatico disegno che la fa assomigliare a una lumaca gigante, la 2CV ha attraversato diverse epoche automobilistiche, diventando una vera e propria icona. Super molleggiata e capace di affrontare ogni terreno, la 2 CV si inclinava con angoli incredibili, quasi da piega motociclistica, mantenendo le ruote a terra, tanto che si diceva fosse impossibile da ribaltare, ma non era proprio così. La sua fama era tale da permettergli la comparsa anche in un folle inseguimento nel film “Solo per i tuoi occhi”, nella saga di 007 James Bond. Diverse anche le partecipazioni della 2CV a raid e gare di autocross.
Altra pietra vera e propria miliare tra le automobili è la Citroën DS, presentata nel 1955 e soprannominata "lo squalo" per il suo design particolare e avveniristico, firmato dall’italiano Flaminio Bertoni.
Una vettura che racchiude diverse innovazioni: scocca portante, cambio semiautomatico, servosterzo e le sospensioni idropneumatiche che potevano far alzare la vettura da terra sino a bloccare la sospensione nella sua massima escursione.
In situazioni di emergenza la DS poteva viaggiare anche su tre ruote, facendo a meno di una ruota posteriore. Incredibile ma vero. Il segreto era nella perfetta distribuzione dei pesi, aiutata dalle eccellenti sospensioni.
Citroën e le competizioni
Se pensiamo al motorsport, rimanendo in tempi più vicini a noi, ci vengono in mente le partecipazioni di Citroën alla Parigi Dakar con la ZX-Raid, vittoriosa nel 1991 e per tre anni di fila, dal 1994 al 1996. C’è poi l’impegno nei rally con i successi di Sébastien Loeb: nel suo palmares Citroën vanta nove Mondiali WRC piloti consecutivi tra il 2004 e il 2012 e otto titoli costruttori ottenuti con la Xsara WRC, la C4 WRC e la DS3 WRC.
Case automobilistiche francesi: storia e modelli DS
DS Automobiles costruisce auto di livello premium: tra le Case automobilistiche francesi è quella che più di tutte punta su uno stile ricercato, non fine se stesso ma accompagnato da un alto livello tecnologico. Come casa automobilistica è molto giovane: è nata ufficialmente nel 2014. Prendendo a prestito un termine dal mondo dei media, possiamo dire che DS Automobiles è uno spin-off di Citroën. Le basi per la nascita di DS vengono gettate nel 2008 dal gruppo PSA, con l'intenzione di realizzare una linea di automobili con un’immagine più prestigiosa e ricercata all’interno della gamma Citroën. Il logo DS punta proprio a creare un legame con la Citroën DS del 1955 e a richiamarne l’eleganza. La prima auto di questa gamma è la DS3, realizzata nel 2010 sulla base tecnica delle C3, ma con un’immagine più ricercata e sportiva.
In seguito nel 2011 sono arrivate le DS4 e DS5, anch’esse con uno stile molto particolare. Nel 2014 DS diventa una casa automobilistica indipendente, prima sul mercato cinese con due modelli mai arrivati da noi. In Europa il debutto di DS Automobiles avviene nel 2015, con la DS 5 e la DS 4 (nel nome ora c’è uno spazio), restyling di metà carriera delle precedenti versioni.
Anche la piccola DS3 cambia nome e diventa DS 3, senza sostanziali modifiche. Dalla mascherina delle auto sparisce il logo con il Double Chevron di Citroen. Nel 2015 nasce anche il team di Formula E di DS: la massima Formula riservata alle auto elettriche, dove DS è tuttora impegnata. Nel 2017 arriva il SUV DS 7 Crossback: la prima vera DS, non derivata da modelli Citroën, seguito dal crossover compatto DS 3 Crossback, dalla berlina di lusso DS 9 e la media a cinque porte DS 4. La gamma attuale vede la presenza di un modello totalmente elettrico, la nuova DS 3 (disponibile anche con motore termico) e di modelli elettrificati E-TENSE con tecnologia plug-in hybrid. L’obiettivo dichiarato di DS è diventare un Brand 100% elettrico entro il 2024.
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Case automobilistiche francesi: storia e modelli Peugeot
La storia di Peugeot è legata a quella dell’omonima famiglia e per raccontarla ci vorrebbe un libro. La prima automobile Peugeot con motore termico arriva intorno al 1890; la Société Anonyme des Automobiles Peugeot nasce invece nel 1897: Peugeot è la più longeva tra le Case automobilistiche francesi.
Tutto ebbe inizio nel 1810, con l’acquisto da parte dei fratelli Jean-Pierre II e Jean-Frédéric Peugeot di un vecchio mulino, trasformato poi in fonderia e laminatoio. Peugeot diventa rapidamente tra le migliori aziende nella lavorazione dell'acciaio, capace di seguire le richieste di un mercato in evoluzione. Volete sapere cosa produceva Peugeot prima di fare automobili? Lame in metallo per seghe a nastro, molle, stecche degli ombrelli e persino componenti in metallo per alcune aziende di corsetteria; più tardi macinacaffè e macinapepe fino ad arrivare alle biciclette. Nel 1847 fa la sua comparsa lo stemma del Leone, presente da allora su tutti i prodotti Peugeot.
Prima le biciclette e poi le auto
Se Peugeot è diventata quella che conosciamo oggi lo si deve a Armand Peugeot, esponente della terza generazione della famiglia in azienda. Nel 1879 la vettura a vapore di Amedée Bollée lo convince che è giunto il momento di occuparsi di mezzi di locomozione. Armand però la prende un po' alla larga, inizialmente converte parte di uno stabilimento Peugeot nella produzione di biciclette. Un’attività che si dimostra redditizia. Passano dieci anni e nel 1888 Léon Serpollet realizza il primo motore a vaporizzazione istantanea, Armand intuisce le potenzialità della propulsione a motore e decide di lanciarsi in questo campo. Il risultato sono quattro tricicli con il motore di Serpollet che nel 1889 partecipano all’Esposizione Universale di Parigi. Qui Armand Peugeot vede il motore a combustione interna dei tedeschi Daimler e Maybach (si proprio loro), ne acquista i diritti di produzione e nel 1890 debutta la prima vettura a quattro ruote di Peugeot, la Type 2. Una due posti, con un motore Daimler bicilindrico a V da 565 CC e una potenza di 2 CV, per una velocità massima di circa 20 km/h.
Un anno dopo, nel 1891, arriva la Type 3: una vettura più lunga e con quattro posti, la prima automobile a circolare in Italia, acquistata nel 1893 da Gaetano Rossi, titolare della Lanerossi. Il brand Peugeot è ormai lanciato tra le Case automobilistiche francesi: la Société Anonyme des Automobiles Peugeot nasce nel 1897, nello stesso anno arrivano il primo motore a scoppio progettato e costruito da Peugeot, un bicilindrico orizzontale, affiancato subito dopo da un monocilindrico più economico: l'idea (ancora una volta) è quella di rendere accessibile l'automobile a una più ampia fetta di utenti. E così nel 1902 ci sono ben 23 modelli diversi nel listino Peugeot. Nel 1910 Armand decide di riunire i due rami dell’azienda (auto e bici) sotto una nuova ragione sociale, la Société Anonyme des Automobiles et Cycles Peugeot.
Peugeot e il nome delle auto a tre cifre
Nel 1913 c’è spazio per una collaborazione eccellente: viene lanciata la Peugeot Bébé progettata da Ettore Bugatti. Il vero passo importante per Peugeot arriva però nel 1929, quando viene lanciata la 201: primo modello costruito in grande serie e prima vettura di Peugeot con un nome a tre cifre e zero nel mezzo.
Da questo momento in poi tutte le auto della Casa francese verranno chiamate in questo modo (recentemente per i SUV è stato aggiunto un'altro zero). Peugeot registra questo sistema per dare il nome alle auto e nessun altro costruttore lo può utilizzare, salvo deroghe. Celebre il caso della Porsche 911, lanciata inizialmente con il nome di progetto: 901. Peugeot non ci sta e diffida Porsche dall'utilizzare questo nome per la sua nuova auto, ribattezzata così 911. Deroghe abbiamo detto, alla Ferrari ad esempio, che ottiene da Peugeot il permesso di utilizzare lo zero centrale per la Dino 206, la 208 e la 308.
Le altre Peugeot importanti
Negli anni 30 Peugeot lancia la 402, meglio nota come Eclipse. È la prima coupè-cabriolet con il tetto rigido ripiegabile: un’invenzione di Peugeot e non di Mercedes con la SLK, come si è portati a credere.
Il modello successivo, la 403, nel 1955 è la prima Peugeot realizzata in collaborazione con Pininfarina: un sodalizio importante che darà vita ad alcune tra le auto più belle mai viste.
La 403 è un successo e nel 1959 viene realizzata la versione a gasolio: prima auto di Peugeot con motore diesel nella storia, un settore nel quale la Casa automobilistica francese ha precorso i tempi. Nel 1965 arriva la 204: la prima vettura trazione anteriore di Peugeot. Dal punto di vista societario, nel 1976 c’è da segnalare la nascita del gruppo PSA Peugeot-Citroën, con l’acquisizione di Citroën.
Andando avanti sono diverse le auto di successo per la casa del Leone, come la 205, presentata nel 1983 esattamente 40 anni fa. Indimenticabili le versioni GTI che hanno fatto la storia delle piccole sportive tutto pepe anni '80.
La gamma attuale Peugeot offre diversi modelli, elettrici ed elettrificati. Tutte le vetture del Leone hanno uno stile molto deciso e per sapere cosa ci riserva il futuro basta dare un'occhiata all'Inception Concept, che anticipa la visione della Casa francese su come saranno le sue auto elettriche a partire dal 2025.
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Peugeot, una lunga striscia di successi nelle competizioni
Peugeot si è guadagnata una solida reputazione sportiva, e non solo tra le Case automobilistiche francesi. Nel 1894 la Type 3, prese parte alla Parigi-Rouen, competizione che ha dato origine alla celebre 24 Ore di Le Mans, dove Peugeot si è tolta diverse soddisfazioni.
Nel 1992 e nel 1993, ai tempi delle Gruppo C, Peugeot è riuscita a imporsi con la 905 e lo squadrone capitanato da Jean Todt. Nel 2007, dopo un periodo di assenza, Peugeot è tornata sul circuito della Sarthe con la 908 HDi, vincendo nel 2009.
Anche nel mondo dei rally Peugeot gode del massimo rispetto: dal 1931 la casa del Leone partecipa al Rally di Montecarlo e sono diverse le vetture portate al trionfo. Una in particolare ha segnato una vera e propria epoca: Peugeot nel 1983 realizza la 205 Turbo 16, un vero e proprio mostro, un prototipo da corsa con motore centrale e quattro ruote motrici che ha ben poco in comune con la versione di serie della 205.
Prodotta in 200 esemplari, la 205 Turbo 16 era nata per primeggiare nella massima espressione del mondo dei rally, il Gruppo B. In questa categoria la 205 Turbo 16 conquista il mondiale nel 1985 e nel 1986. Poi, dopo alcuni gravi incidenti, cambiano i regolamenti e il Gruppo B viene messo al bando. La 205 Turbo 16 però non va in pensione, almeno non subito: nel 1987 vince la Pikes Peak e nello stesso anno, in versione pesantemente modificata, si porta a casa anche la vittoria nella Parigi Dakar, con Ari Vatanen.
Case automobilistiche francesi: storia e modelli Renault
Agli inizi del novecento l’automobile è agli albori della sua storia e il giovane Ingegnere francese Louis Renault, insieme ai fratelli Marcel e Fernand, il 25 febbraio 1899 fonda La Société Renault Frères, con effetto retroattivo al 1 ottobre 1898. Il primo modello prodotto, la Renault Type A, vede infatti la luce nel 1898.
Nelle intenzioni, la Type A doveva essere solo un veicolo laboratorio, costruito “in casa”, ma nel 1899 Louis Renault vende la sua prima Type A ad un amico di famiglia (a cui seguono altri ordini) e decide di fondare Renault, destinata a diventare una delle principali Case automobilistiche francesi. A chi vuole approfondire la storia e sapere proprio tutto dei modelli della Casa francese, consigliamo di visitare il museo virtuale di Renault: molto completo, con tutti i dettagli delle auto e dei veicoli commerciali realizzati dall'inizio fino ai giorni nostri. Tra i modelli più interessanti la Type AG1, prodotta a partire dal 1905. Un’auto molto robusta, tanto che una società di trasporti di Parigi ne ordina 1500 esemplari. La AG1 diventa così il primo taxi ufficiale in servizio sulle strade di Parigi.
Dopo la prima guerra mondiale, nel 1923 Renault lancia la KJ1: un modello entry level con soluzioni all’avanguardia, come l’avviamento elettrico e il cambio a tre marce. Negli anni immediatamente seguenti Renault decide di produrre anche mezzi commerciali, agricoli e macchinari industriali. Il periodo dell’occupazione tedesca della Francia durante la Seconda Guerra Mondiale gioca un ruolo molto importante nella storia delle Case automobilistiche francesi e in particolare per Renault, che si rifiuta di costruire carri armati ma collabora con i tedeschi assemblando furgoni. Alla fine della guerra, Louis Renault viene condannato per collaborazionismo e nel 1945 l’azienda viene requisita e nazionalizzata con il nome di Régie nationale des usines Renault.
Renault dal dopoguerra a oggi
Nel 1947 Renault lancia la 4CV: un modello che ottiene un grandissimo successo, venduta in un milione di esemplari. Ma il vero best seller arriva nel 1961, quando Renault tira fuori dal cilindro magico la R4.
Semplice ed economica, con un design simpatico, facile da guidare e capace di affrontare ogni terreno, la Renault 4 è un successo planetario, con più di 8 milioni di auto prodotte e vendute in 29 paesi tra il 1961 e il 1992. Nel 1972 è tempo di un'altra icona, la Renault 5: più raffinata e sbarazzina, la R5 diventa subito una tra le auto più desiderate e alla moda.
Alla fine degli anni '70 Renault decide di realizzare una versione speciale della R5, progettata per partecipare ai rally: la mitica R5 turbo.
Inutile dire che ha ben poco in comune con la versione normale: l’auto viene assemblata presso gli stabilimenti Alpine di Dieppe e sfoggia un aspetto muscoloso, con vistosi passaruote allargati. A bordo ci sono solo due posti e il motore da 160 CV è in posizione centrale.
Un altro modello da ricordare è l’Espace (1984), con cui Renault inaugura un nuovo segmento: quello dei monovolume. L'Espace farà da apripista a modelli di successo come Twingo e Scénic. Nel 1996 Renault viene privatizzata e prende il nome di Renault SA. In seguito nasce la partnership con Volvo e Nissan e viene acquisito il marchio romeno Dacia. Attualmente la Casa automobilistica francese fa parte della Renault-Nissan-Mitsubishi Alliance: un consorzio automobilistico tra i più grandi al mondo.
Renault e la Formula 1, che spettacolo i turbo
Nel motorsport la presenza di Renault è fortissima, dalla Clio Cup fino alla Formula 1. Con la Clio Cup ci siamo cimentati anche noi, se volete sapere come è andata potete dare un'occhiata al nostro articolo.
Leggi anche: "Clio Cup mon amour"
Quella di Renault con la Formula 1 è una storia particolare, che ha visto diverse fasi. Il primo ingresso in Formula 1 di Renault è datato 1977, con una squadra ufficiale che introduce nella massima Formula i motori turbo. Renault stupisce tutti introducendo la RS01: una monoposto spinta “solo” da un piccolo motore a 4 cilindri turbocompresso di 1,5 litri. All’epoca, le Formula 1 sono dotate di motori V8 (se non a 12 cilindri).
Nel 1985 Renault lascia la F1 per tornare poi dal 2002 al 2011 (dopo aver rilevato la Benetton). L’ultimo ritorno con una scuderia ufficiale, che dura tuttora con il brand Alpine, avviene nel 2016. Renault può vantare 15 Gran Premi vinti nella prima epoca, tra il 1977 e il 1985, e soprattutto due mondiali piloti e 2 costruttori vinti nel 2005 e 2006 con al volante Fernando Alonso. Renault negli anni ha fornito i suoi motori a diversi team di F1, portando a casa 6 titoli consecutivi dal 1992 al 1997 con Williams e Benetton.
Le R5 e R4 tornano in elettrico
Renault, come tutte case automobilistiche è impegnata nella transizione elettrica. La gamma offre diversi modelli elettrificati e tra le auto più attese c'è la nuova R5 elettrica, a cui spetta il difficile ruolo di raccogliere l'eredità della R5 traghettandola nell'era elettrica.
La nuova R5 per ora è stata presentata come prototipo, ma la produzione è confermata e l'auto potrebbe essere presentata già alla fine del 2023, più probabilmente nel 2024. Anche per la R4 si pensa un futuro elettrico, ma i tempi sembrano essere un pochino più lunghi. Per ora Renault ha presentato un interessante concept, il 4EVer Trophy, che traccia la strada per la nuova R4.
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